Cronaca di un successo annunciato a Molfetta per il corteo Regina Martyrum
Unanimi apprezzamenti per l'evento che ha segnato l'inizio dei festeggiamenti per la Madonna dei Martiri
MOLFETTA – Cavalieri teutonici e cavalieri templari, nobili e popolani, sbandieratori e tamburini, religiosi ed “esplosivi” archibugieri hanno festosamente animato le strade della nostra città, facendo rivivere una della più antiche leggende cittadine (quella dell’arrivo dal mare dell’icona di Maria Santissima dei Martiri, portata dai crociati nel 1188) e inaugurato il percorso di fede, folclore e devozione che condurrà ai festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri.
Al di là delle questioni e delle ricerche storico-artistiche (che fanno riferimento ad altre daterispetto alla leggenda) la tradizione popolare dei cavalieri che portano il quadro della Madonna ha sempre fatto breccia nell’immaginario collettivo.
La passione per un tempo ormai remoto che si cerca di ricostruire, più o meno filologicamente, attingendo alla storia medievale e moderna nonché alla storia del costume (e un po' strizzando l'occhio alla finzione cinematografica) è stata testimoniata non solo dai figuranti ma anche dalla grande partecipazione di pubblico che ha fatto da ala al passaggio del corteo.
Circa duecento figuranti delle associazioni “Melphicta nel Passato” della nostra città, Federicus e Omnes Leones di Altamura, Brancaleone Onlus e I Fieramosca di Barletta, sono partiti dalla Cattedrale Santa Maria Assunta e, al passo cadenzato dai tamburi e dalle trombe, hanno raggiunto la banchina Seminario, dove hanno accolto l’icona della Madonna dei Martiri, condotta su una imbarcazione a remi della Lega Navale di Molfetta.
Allo sbarco dell’immagine sono intervenuti, oltre al rettore della Basilica Madonna dei Martiri, padre Nicola Violante, e al parroco della chiesa Cattedrale, don Pasquale Rubini, il sindaco Tommaso Minervini, accompagnato dagli assessori Giacomo Rossiello e Anna Capurso, nonché il presidente Leonardo Siragusa e i membri del Comitato Feste Patronali.
Alla voce fuori campo di Felice Altomare è stato affidato il compito di narrare la leggenda e la sua evoluzione nel corso del tempo mentre don Pasquale Rubini si è soffermato sul senso religioso: «L’icona indica la presenza di Maria tra noi. Lei che guarda noi con tenerezza, con occhi di madre, con occhi di sorella… vogliamo ripercorrere oggi in maniera ideale questa via che ci rimanda al passato, alle origini di una devozione e di un amore grande della nostra città verso colei che tute le generazioni chiamano e chiameranno beata, la Vergine Santa… a lei affidiamo la nostra città, in particolare tutti coloro che soffrono, gli ammalati e le nostre famiglie».
Subito dopo la lunga teoria di figuranti ha ripreso il suo cammino, percorrendo via San Domenico, via San Carlo, via Madonna dei Martiri, viale dei Crociati, per la prima volta arricchito dalle luminarie.
Il corteo ha, infine, raggiunto la Basilica, sul cui sagrato si è conclusa la manifestazione.
Palesemente e giustamente soddisfatto il presidente del Comitato Leonardo Siragusa, che può vantarsi di aver realizzato un evento coinvolgente non solo per i cittadini molfettesi ma anche per coloro che sono giunti da città limitrofe.
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Autore: Isabella de Pinto