Molfetta sporca e senza decoro, la denuncia del consigliere comunale Felice Spaccavento
Ampio servizio sull’argomento rifiuti nel prossimo numero delle rivista mensile “Quindici” in edicola sabato 15 marzo
MOLFETTA – Torna a parlare di rifiuti il consigliere comunale dell’opposizione di sinistra, Felice Spaccavento, con alcune foto scattate nel Parco di Ponente a Molfetta, con incuria e degrado. Spaccavento ha ricevuto una segnalazione da una giovane cittadina molfettese relativa a un tombino divelto all'interno del parco.
Spaccavento ha visitato il luogo e ha chiesto all'assessore Nicola Piergiovanni di intervenire per mettere in sicurezza l'area interessata: «Chiedo cortesemente all'assessore Nicola Piergiovanni di provvedere alla messa in sicurezza del tombino divelto».
Una richiesta che, probabilmente resterà inascoltata, non per inerzia dell’assessore, ma per scelta dell’amministrazione comunale che privilegia le grandi opere (anche inutili) ai piccoli lavori che creano disagi alla popolazione (“Quindici” si è occupato più volte di questo problema, dimostrando l’inerzia totale di chi governa, a disprezzo dei cittadini)
Spaccavento ha parlato della sicurezza, ma anche del decoro urbano (ditelo all’Asm, sic!) e perfino della manutenzione degli spazi verdi (chiedi alla Multiservizi), invitando il Comune a un intervento per garantire il decoro e la fruibilità del Parco di Ponente, un'area fondamentale per il benessere dei cittadini. Occorre più civismo da parte dei cittadini, ma anche più impegno da parte dell’Asm.
Come “Quindici” ripete da tempo: a che serve realizzare giardini, se poi non si fa manutenzione e si lasciano al degrado e al vandalismo? Meglio non farli, se non si è capaci di manutenerli, altrimenti è solo spreco di denaro pubblico e probabilmente anche un danno erariale.
Sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici”, in edicola sabato 15 marzo, ampio spazio è dedicato a Molfetta, città sporca, dal resoconto del consiglio comunale ad hoc, alla copertina di Mauro Germinario, alla vignetta di Michelangelo Manente con l’editoriale del direttore Felice de Sanctis.