Recupero Password
A volte tornano… I “mitici” Rovers Umberto Binetti si racconta. L’annuncio di un evento unico
15 luglio 2023

Quando l’età diventa un po’ più corposa, sembra che, in pari quantità, i ricordi di affastellino copiosi nella mente. Inevitabile VERITA’. C’è chi dice che alla fine del nostro viaggio si finisca per vivere solo di essi e non più di cose da realizzare in tempo reale sul meraviglioso pianeta di nome Terra che ci ha ospitato in questo percorso chiamato VITA. È sempre così? Forse in termini di quantità ciò che ho appena affermato corrisponde a verità ma ci sono le “eccezioni” che, come dice la frase universalmente riconosciuta, “confermano la regola”. Sarei davvero il più impenitente degli irriconoscenti se nascondessi a me e a tutti gli altri una cosa che mi riguarda in modo diretto. La Vita, con me, è stata di una generosità davvero straripante. Spesso si parla di deSTIno (la radice STA di questo termine indoeuropeo è prorompente). E il deSTIno, oggi, mi offre ancora una volta un frammento di questa sua generosità nei miei confronti. Scrivo su questo mensile diretto da Felice de Sanctis (Cetto, per chi, come me, lo conosce da ragazzo) ricordandomi che fu proprio suo padre Michele che dette in “pasto” ai copiosi, al tempo, lettori della Gazzetta del Mezzogiorno e del Messaggero l’inizio di una “vita generosa”. La mia. L’incontro con il big dei big del tempo nell’ambito canoro – siamo nel 1959 – e lui era Domenico Modugno, con il suo “Volare” ancora oggi brano conosciuto in tutto il mondo, fu improvviso. Mi chiamavano Umberto Bin – il Paul Anka del Sud – per il mio amore per Daiana, un brano famosissimo dell’epoca. Avevo otto anni e tutti i giornali d’Italia parlavano di questo enfant prodige venuto dalla Puglia. Michele de Sanctis ebbe il compito per sua libera scelta di far conoscere questo ragazzino talentuoso. Io credo, invece che fosse il mio deSTIno come poco fa ho ricordato. Nicola Arigliano, Baby Gate (che poi divenne Mina). E poi ancora Little Tony e Maestri come Luttazzi, Bruno Canfora, Gianni Ferrio, che monopolizzavano i due canali televisivi del tempo, specie con le grandi serate del sabato sera e con l’immortale Festival di Sanremo, furono i miei incontri adolescenziali. Questo periodo davvero imbarazzante della mia vita – i bambini a quell’età preferiscono giocare con i tappi di bottiglia o con i noccioli delle albicocche specie per noi bambini del Sud - durò fino ai 14 anni, tempo in cui si compì il naturale cambio vocale. La voce melodiosa e cristallina divenne timbro di un piccolo ometto. Ma, grazie all’amore per la musica, ai cinque anni dedicati al pianoforte e ai solfeggi, ben presto il ritorno sul palcoscenico. Era il 1968 e un gruppo musicale MITICO del tempo mi offrì la possibilità di riaffacciarmi nel mondo dell’arte canora. Chitarra in mano – l’avevo autonomamente imparata conoscendo la musica – divenni uno dei quattro ROVERS. Credo non ci sia nessuno della mia età, in Puglia, nel Meridione d’Italia e nella lontana America (gli innumerevoli molfettesi che in quell’epoca si trasferirono oltre Oceano ad Hoboken nel New Jersey portavano nel cuore la nostra cittadina di mare e i mitici ROVERS) che non ricordi questi quattro giovanissimi molfettesi che, all’epoca, suonavano con l’Equipe 84, Le Orme, Patty Pravo, Mal dei Promitives e con un esordiente gruppo proveniente dall’Emilia che si affacciava al successo con un brano dal titolo “Piccola Katy”. Erano i Pooh di Facchinetti, Negrini, Battaglia e Fogli. Ben presto ai Piper, locali destinati a questi gruppi musicali che si rifacevano ai Beatles e ai Rolling Stones, si sostituirono le discoteche e così tante di queste formazioni musicali finirono per sciogliersi. E con loro i mitici ROVERS. Il ragazzino da fanciullo seguito sulla stampa da Michele de Sanctis e poi, nel periodo del ROVERS, da suo figlio Felice, abbandonò il mondo musicale “pubblico” per dedicarsi, per oltre quarant’anni al Teatro. Fu nel 1998 che, per volontà inarrestabile di alcuni vecchi fans e dei loro figli, i ROVERS si riunirono per una serata dedicata a GLI ANNI D’ORO DELLA MUSICA. Il nostro ODEON straripante di gente, quella sera di dicembre di quell’anno, si ritrovò i quattro ragazzi ormai quasi cinquantenni insieme ancora una volta dopo trent’anni. Tony, Vichy, Micky e Umberto sul palcoscenico. Poi, il silenzio, rotto solo dopo non molti anni dalla dipartita di Tony, solista del gruppo. A questo punto, dell’articolo/racconto qualcuno si chiederà legittimamente perché tutta questa Storia, tra l’altro raccontata dal suo protagonista e non magari da Felice, direttore di questo mensile. Velocissima la risposta. Il deSTIno, parlo del mio, mi ha donato una vita, fino ad ora carica di AMORE da parte di tantissima gente. Una quantità davvero imbarazzante, lo ribadisco, un termine che ancora una volta riutilizzo perché capace di rendere il senso del mio sentimento. Tanto da sentirsi in debito con il pubblico. E allora, dopo venticinque anni da quei lontano 2/3 dicembre 1998, ho inteso regalare, in un certo senso sdebitarmi con tutti, ritornando sul palco con la mia Fender e con la mia voce che a detta di tanti, tiene ancora alla grande, per una serata SPECIAL: una scelta attenta e oculata di 20 brani tra i più famosi e conosciuti di fine anni ‘60 fino ai primi degli anni ‘80. Con le basi ORIGINALI di questi straordinari artisti (Beatles, Pink Floyd, Procol Harum, J. Cocker, J. Taylor, Sting per nominare solo alcuni) interpreterò queste pietre miliari della musica di quel periodo storico. Io e la mia chitarra e questi grandissimi artisti non visibili ma UDIBILI. Un luogo evocativo e cento AMICI e vecchi fans che dovrò inevitabilmente “scegliere” e che rappresenteranno un “campione” di tutta quella gente che mi ha regalato una quantità di AMORE davvero incredibile è il progetto che andrà in porto a fine agosto - inizio settembre prossimo. Un modo per ringraziare tutti a distanza di cinquantacinque anni dai MITICI ROVERS e a venticinque da quel dicembre del 1998. E non posso non ringraziare Felice de Sanctis, mio antico Amico, che mi ha donato con estremo Amore questo spazio per raccontarmi e per rendervi partecipi. A presto. Umberto Binetti… uno dei ROVERS © Riproduzione riservata

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet