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Molfetta verso la desertificazione sociale e commerciale. Gli esami di coscienza che mancano
24 ottobre 2024

MOLFETTA – I commercianti di Molfetta, in particolare di Corso Umberto lanciano l’allarme per la continua chiusura di negozi e la desertificazione del centro cittadino.

E’ certamente una situazione preoccupante, ma invece di piangere sul latte versato, i titolari degli esercizi commerciali dovrebbero cominciare a porsi della domande e a fare una seria analisi della situazione.
Dato per scontato che l’arrivo del centro commerciale ha inferto un duro colpo al commercio di prossimità, occorre fare anche un esame di coscienza sugli eventuali errori commessi dalla stessa categoria.

Come mai, ci chiediamo, nella vicina Bisceglie, malgrado l’esistenza del centro commerciale, che, lo ricordiamo è a metà strada fra le due città, non si registra una crisi (che è anche endemica) come quella locale?

I motivi possono essere tanti a cominciare dal rapporto con la clientela, non sempre ottimale (diversamente a quanto avviene nella città vicina), dalla mancanza di valide azioni promozionali, dalla mancanza di innovazione anche nella presentazione dei prodotti, dall’accettazione passiva della politica dell’amministrazione comunale che non sembra, al di là dei proclami elettorali, avere a cuore il commercio, ignorando la carenza di parcheggi (quanti potenziali parcheggi sono stati ignorati dirottando i fondi altrove?), non si mettono in campo iniziative idonee a rendere la città più attrattiva ecc.

Molfetta diventa sempre più una città morta, un dormitorio e un cimitero edilizio urbano sconfortante, una città sempre sporca, con un trasporto pubblico che lascia a desiderare, con un senso civico sempre più ridotto, un controllo del territorio inesistente, con una qualità della vita sempre più bassa, una micro criminalità diffusa e… potremmo continuare. Torneremo sull’argomento. Ma è la politica che deve riflettere su questo problema, che ignora sistematicamente per privilegiare il cemento. I cittadini, dopo una prima fase di illusione, cominciano a capirlo.

E' scomodo e impopolare dire la verità, ma occorre farlo: la critica serve a migliorare non a distruggere, manca, purtroppo, una culltura sufficiente per rendersene conto. E l'aria che tira non aiuta.
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