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Work in progress per la giunta comunale a Molfetta. A frenare, le quote rosa e la mancata proclamazione dei consiglieri
24 luglio 2017

  MOLFETTA - Work in progress per la giunta del nuovo sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ma non si riesce ancora a trovare la quadra. Colpa delle... donne. Infatti, la schiera di uomini (senza donne) che abbiamo visto nella foto ricordo il giorno dell’insediamento in piazza Municipio, non lascia molto spazio alla fantasia. Eppure la legge prevede la quota rosa, se non si vuole incappare nell’incidente dell’ex sindaco Azzollini, quando dalla tenacia di Francesca la Forgia (scomparsa recentemente e che ci piace ricordare anche per questa battaglia), fu costretto a nominare assessore Carmela Minuto, all’epoca in odio, oggi in amore, del senatore.

Dove trovare queste donne? Dovrebbero essere tre e, finora, solo una sembra certa, o quasi, anche se la nomina non decolla, proprio per l’ostilità del suo partito, il Pd, o meglio del suo “segretario ombra” Piero de Nicolo, al quale questa nomina non è gradita.

Ma occorre risarcire Erika Cormio (nella foto della campagna elettorale regionale) della mancata elezione a consigliere comunale: è la seconda volta che non riesce ad entrare nell’aula Carnicella. A questo si aggiunge la bocciatura anche alle elezioni regionali, e quindi, sarebbe ora di permettere a Erika di dimostrare le capacità che finora non è stata in grado di esprimere. Se ci sono risorse da valorizzare, vanno subito messe in azione, anche per permettere ai giovani di crescere e creare una nuova classe dirigente in una coalizione, quella del ciambotto di destracentro (nella quale non si comprende come ci sia anche la Cormio), che più vecchia non si può. Per Erika dovrebbe essere pronto l’assessorato al bilancio, una collocazione tranquilla, per le sue competenze, ma soprattutto perché sarà accompagnata per mano da Tommaso, che lo ha già fatto con altri.

Inoltre vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e Piero più non dimandare (quando a decidere è patron Michele Emiliano).

E così l’ex segretario, dopo lo scarso successo elettorale, non poteva pretendere nulla nella coalizione del cimabotto, perché resta un pesce piccolo. Sembra che la lite con Ennio Cormio, papà di Erika, non potrà giovare più di tanto a De Nicolo, ma sicuramente costituisce il primo problema politico per Tommaso, che già deve fronteggiare le ambizioni mancate di Mimmo Spadavecchia (nella foto tra Michele Emiliano e Piero de Nicolo) che si è perfino improvvisato editore nel marasma dei giornaletti locali on line, per prepararsi da tempo ad un incarico politico di peso, ma evidentemente, non gli è bastato. Eppure nell’accordo era previsto un assessorato per ogni lista, al punto da doversene inventare un ottavo, visto che la legge ne prevede solo 7.

Si spiegherebbe così il suo “addio”, le sue dimissioni irrevocabili da coordinatore del Movimento politico “Molfetta per la Puglia”, una delle liste del ciambotto. E così Spadavecchia dichiara di lasciare il Movimento e lasciare la politica per “motivi personali” e per tornare la suo lavoro. E spiega questa scelta con la possibilità di permettere la nomina di un nuovo coordinatore. Cosa sia successo nella coalizione non si sa, ma nei prossimi giorni verrà a galla.

Quadrare il cerchio è difficile, ma in settimana, Tommaso dovrebbe sciogliere ogni riserva e presentare la squadra in attesa che anche per il consiglio comunale si conoscano i nomi degli eletti, una volta definite le contestazioni sui voti. Poi entro 10 giorni il sindaco dovrà convocare il consiglio comunale.

Anche per le nomine delle partecipate (sempre se gli attuali titolare nominati dal commissario, si dimettano), non ci sono certezze e persiste qualche malumore, soprattutto per il papabile all’Asm, Paolo Ragno che ha già ricoperto non brillantemente questo incarico, contribuendo al deficit della municipalizzata, durante l’amministrazione Azzollini, oggi da lui “tradito” in vista di un posto al sole.

L’altra nomina dovrebbe essere quella di Giulio La Grasta altro transfuga da Azzollini. Per lui è destinata la poltrona della Multiservizi.

Ma il nodo più grosso da sciogliere è quello della nomina di Nicola Piergiovanni alla presidenza del consiglio comunale, data per scontata fin dall’inizio, ma insidiata da Pietro Mastropasqua, anch’egli ex Azzollini ed ex Forza Italia. Solo un assessorato di peso per lui potrebbe consentire al buon Nicola di ricoprire l’incarico già avuto con l’amministrazione Natalicchio. Altrimenti la presidenza dell’assise cittadina dovrebbe avere un vertice più giovane.

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