Il Maestro Muti ha citato e ricordato Molfetta oggi al concerto di Natale in Senato
Il Maestro Riccardo Muti al Senato
MOLFETTA - "Il lavoro in un orchestra è estremamente difficile quando lo si voglia fare bene. Nelle orchestre e nelle nostre amate bande locali. Io ho cominciato ascoltando la banda di Molfetta, durante un corteo funebre. Non il migliore degli esordi. Ma questa è la parte più preziosa della nostra Italia. Questa è l'arte. Quando sono stato a Scampia sono andato a trattenermi per ore con dei ragazzini che si sono messi a suonare in una stanzetta quasi senza aria. Non perché qualcuno l'avesse loro imposto, ma perché volevano trovare libertà e bellezza. Questa è la bellezza della nostra Italia".
Il Maestro Riccardo Muti non manca mai di ricordare la sua Molfetta e lo ha fatto ancora una volta durante il Concerto di Natale al Senato con l’Orchestra Cherubini.
C’è stato anche un piccolo rimprovero a chi, durante il concerto, non aveva spento la suoneria del telefonino.
“Stutatelo ‘sto telefono” ha detto il Maestro nel suo discorso finale, dopo aver interrotto per qualche secondo il concerto.
Al termine del concerto, c'è stata una standing ovation per il Maestro di Molfetta. Il presidente del Senato La Russa ha fatto dono a Muti di una campanella: “E' per me un onore, alla presenza del presidente della Repubblica - che mi permetto di ringraziare con un applauso - di consegnare al maestro Muti in segno di gratitudine e ammirazione la campanella con cui si cerca di riportare alla tranquillità il Senato quando è un po' in ebollizione, ma nelle sue mani può diventare un suono dolcissimo.
Riccaro Muti ha scherzato chiedendo se la campanella fosse d'oro. Poi ha fatto alcune considerazioni: "Io non ho preparato un discorso e quando non lo faccio nessuno può prevedere cosa esce dalla mia bocca. Avete ascoltato due composizioni estremamente complesse suonate dal fiore della gioventù italiana. Io ho fondato venti anni fa l'orchestra Cherubini per tramandare gli insegnamenti che ho ricevuto. Non vengo da orchestre blasonate, ma vengo dalla scuola italiana. Sono direttore emerito dell'orchestra di Chicago e a trenta gradi sotto zero, quando uscivo, avevo sempre un grande calore dentro di me perché al museo di Chicago ci sono i nomi scolpiti di Michelangelo e Raffaello. Nessuno possiede la verità dentro di sé, nemmeno i critici: questo dico ai giovani dell'orchestra", ha aggiunto Muti.
Infine il Maestro ha concluso con un proverbio cinese: "E' a forza di pensare ai fiori che i fiori crescono".
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