Violante a Molfetta: "siamo un federalismo solidale"
Conferenza per la Settimana di Cultura a Spiritualità del Seminario
MOLFETTA - Lectio di federalismo dell’ on. Luciano Violante martedì sera in Seminario Regionale a Molfetta, per la serie di conferenze “Bilanci e prospettive a 150 anni dall’Unità d’Italia” nel contesto della Settimana di Cultura e Spiritualità.
“Cominciamo col dire che è giusto parlare di federalismi, non di federalismo”, è partito l’ex presidente della Camera, “in ogni paese ha avuto storia a sé, formatosi dopo guerre, come negli Stati Uniti o in Germania, o per processi diversi, per esempio in Belgio, dove manca ancora un governo centrale”.
La definizione generale di federalismo è però chiara: “la distribuzione di poteri tra realtà territoriali diverse che condividono la stessa Costituzione”. La storia del federalismo italiano passa soprattutto attraverso la riforma al titolo V della Costituzione, anno 2001, l’ultimo della legislatura di centrosinistra: “la riforma”, sottolinea infatti Violante, “fu votata dalla sola maggioranza di allora. Già nel ’96 l’opposizione si ritirò dalla strutturazione della riforma, e la riforma si bloccò. Nel 2000 poi, dopo le regionali, furono le Regioni a chiedere di rimetter mano alla riforma, un testo che era stato votato da tutti, e chiesto da tutti”.
Un processo di modernità, un effetto di necessità, il federalismo raccontato dall’onorevole: “in tutti i grandi Paesi europei si va verso un decentramento. I cittadini hanno bisogno di sentire il potere di chi prende le decisioni quanto più vicino loro. Il federalismo non vuol dire rompere il Paese, ma dare una forma moderna all’unità nazionale”.
Il discorso diventa però più problematico quando si passa dal federalismo istituzionale a parlare dello spinoso argomento relativo al federalismo fiscale: si entra nel territorio minato di percentuali tributarie, costi, circoli viziosi e circoli virtuosi (in questi ultimi comunque, tanto per chiarire, la Puglia non rientra affatto, vera e propria maglia nera del Sud, viene affermato), ma Violante ci tiene a precisare che “c’è molta meno disunità nel mondo politico sull’argomento di quanto traspaia all’esterno. Siamo un federalismo abbastanza solidale, non facciamoci fuorviare dalla propaganda: in questo sistema, votato da tutti, il 100% delle spese essenziali (la Sanità, ad esempio) e il 70% delle restanti, è soggetto al Fondo perequativo dello Stato, il cosiddetto federalismo solidale”.
La questione del Sud è però delicata, ma Violante è molto diretto, la ragione è soprattutto una: “la scarsa capacità della burocrazia della classe politica dirigente. Ci sono casi di progetti che non possono passare perché il responsabile non parla inglese.
Il sistema della politica del Mezzogiorno di regge ancora sul notabilato politico, e la spesa pubblica serve più a detenere questa rete di alleanze che non a programmare strategie a lungo termine”.
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Autore: Vincenzo Azzollini