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Via le volpi dal Palazzo e chi mettiamo al loro posto?
15 dicembre 2005

Caro Direttore, mi è molto piaciuto (come sempre) il suo editoriale del numero di novembre: “Via le volpi dal Palazzo”. Condivido in pieno la sua analisi della situazione politica e sociale di Molfetta. Ma per buttare fuori le volpi che si sono radicate nel Palazzo occorre un gruppo di cacciatori veramente capace e soprattutto che lavora in squadra. Le Primarie del centrosinistra mi hanno fatto sperare che potessero essere l'occasione per formare questa squadra, i 4 moschettieri, come li ha chiamati lei. La grande partecipazione popolare al voto mi ha entusiasmato, per restare delusa quando a risultato ottenuto, al di là del vincitore, che può piacere o meno, i 4 hanno cominciato a duellare fra loro e soprattutto a dividersi. E così le volpi nel Palazzo continuano a ridere, non tanto della loro furbata di votare anch'esse alle Primarie del centrosinistra, quanto delle liti in corso che garantiscono almeno altri 5 ani di vita alle loro pellicce. Non è possibile! Ma se i molfettesi sono questi, bene, che abbiamo i governanti che si meritano. Possibile che questa città sia precipitata in basso in tutti i sensi, perfino la dotta classe dirigente di sinistra? Il risultato elettorale va rispettato, altrimenti sarà meglio rassegnarsi a lasciare le volpi a sghignazzare nel Palazzo, almeno, nella loro gestione non condivisibile e criticabile, sono coerenti. Il cen-tro-sini-stra dove va? Che propone? E il tanto decantato rispetto delle regole chiesto sempre agli avversari? Sono profondamente delusa. Continuiamo a farci del male. Anna Sallustio Condivido molti passaggi della sua lettera. Credo e lo scrivo proprio nell'editoriale di questo numero, al quale la rimando, che i patti vadano rispettati e che si debba mettere fine a questa guerra di tutti contro tutti, spiegabile sono con un deleterio senso di protagonismo di qualcuno che per soddisfare il proprio protagonismo, condanna la città ad altri 5 anni di ingovernabilità. Dovremo vergognarci di questa città? Possibile che siamo diventati solo rissosi, presuntuosi, insensibili ed egoisti? Se è così, come ha scritto qualcuno, c'è solo da… emigrare. Peccato, il declino sembra ormai inarrestabile. Per salvarci forse occorre un vero leader disinteressato, al disopra delle parti e capace di ridare slancio a questa città ormai morente.
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