Scroll
X
Effettua il Login
Recupero Password
Direttore Responsabile:
Felice de Sanctis
Home
Cerca
Giornale
Speciali
La città
Link
Redazione
Registrati
Login
Contatti
Primo piano
Economia
Cronaca
Politica
Cultura
Attualità
Sport
Vi racconto il mio sogno da Miss
ESCLUSIVA – La bellissima molfettese Carmela Campanale, regina di Puglia, protagonista a Salsomaggiore
15 ottobre 2004
Carmela Campanale, molfettese, 19 anni, eletta miss Puglia ad Oria, è stata una delle finaliste di Miss Italia 2004 a Salsomaggiore, piazzandosi fra le prime 12. Carmela è una tipica bellezza mediterranea (castana, misure 84-62-90) che, alle tipiche caratteristiche delle nostra gente, aggiunge una statura di m. 1,83 che la rende ancora più bella e slanciata. Come preannunciato nello scorso numero, Carmela, che ha l'aspirazione di fare la giornalista – come già avvenuto per la ginnasta medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene, Marinella Falca – racconta in esclusiva a “Quindici” le sue impressioni, cominciando così anche la sua collaborazione con il giornale leader a Molfetta. La Miss molfettese, infatti, è anche una studentessa modello, ha ottenuto quest'anno la maturità con 100/100 al Liceo Scientifico tecnologico di Molfetta e si è iscritta alla Facoltà di Lingue dell'Università di Bari. Ecco il suo racconto:
Lo sento ancora nell'aria l'odore del parquet della sala prove! e i passi leggiadri di cento ragazze animate da uno scopo comune: la corona di reginetta d'Italia. Come un sogno: vivido, ma pur sempre un sogno. Un'atmosfera che pare così lontana adesso che tutto questo è giunto al termine. Mi sembra passato un secolo o giù di lì, e invece sono tornata a casa da pochissimi giorni; è incredibile immaginare di tornare alla vita di sempre…così com' è stato altrettanto inverosimile il pensiero di essere catapultata in un mondo apparentemente irraggiungibile, impalpabile quasi magico e per questo così ambito. Un vortice di stress, notorietà, amicizia, divertimento, lavoro duro, stanchezza e soddisfazione che, con i suoi pro e contro, in un certo senso mi auguravo, ma che francamente non mi aspettavo. Un vero e proprio “tour de force”: ecco cosa rispondo oggi, a chi mi chiede cos'è stato per me Miss Italia. Un qualcosa che per quante parole e per quanto sforzo possa costarmi, non mi riuscirà mai di descrivere appieno: per le emozioni contrastanti, la voglia di sfuggire al controllo e scappare ma al tempo stesso la bramosia del successo, da ottenere tenendo ancora duro; o forse per quella strana alchimia così impercettibile eppure onnipresente, scaturita da chissà cosa dall'ignoto, dal nuovo, dall'inusuale. Perché non capita tutti i giorni di sentirsi protagonisti, di vivere a stretto contatto con persone o cose che fino a poco prima avevi solo lontanamente sognato, che ti coinvolgono così visceralmente al punto da diventare del tutto normali, quasi abituali. Ricordo ancora la frase di un sacerdote, don Luigi, chiamato a dire messa una domenica (la prima e unica) a San Benedetto: “Siate Miss di voi stesse, anche se non doveste vincere”. Un'immensa commozione mi assale, la stessa che quel giorno ha rigato i nostri volti di lacrime, regalandoci la speranza e la fiducia di una piccola, consolante vittoria, a prescindere da tutto. Già la vittoria che non premia una sola, ma tutte quante noi, chi più, chi meno, è proprio vero! La mia si è spinta ben oltre le aspettative! La fascia nazionale, il contratto con un main sponsor del concorso, la qualificazione tra le prime dodici… cos'altro avrei potuto desiderare di più? I ricordi di questi venti giorni riaffiorano tutti assieme, si mescolano senza mai confondersi, in un delirio di colori, immagini, sorrisi che mi creano dentro una piccola malinconia… ma che mi rammentano l'inevitabile tensione di quegli stessi momenti, pronta a farti esplodere anche per le minime futilità, ingigantite da un accumularsi di elementi cui non sei abituata: responsabilità, lontananza dai propri affetti, libertà ristrette per far fronte a precise misure di sicurezza. Ma bastava anche solo un sorriso, una chiacchiera con l'amica di sempre o con quella di turno, una cortesia per esorcizzare i brutti pensieri e realizzare di far parte di qualcosa di grande, così fortemente desiderato da chissà quante ragazze! Se solo ci penso non me ne rendo ancora conto! Questa esperienza ha senza dubbio stravolto un po' la mia vita, come credo valga lo stesso per le altre mie compagne. Ho convissuto con loro per ben tre settimane, perciò è stato piuttosto normale stringere delle amicizie. Conoscenze, penserete voi. E invece a mio avviso non è stato così. Clizia (la mia compagna di camera) ed io, abbiamo passato gli ultimi minuti a Salso scambiandoci reciproche raccomandazioni, per poi scoppiare in lacrime dai discordanti sapori; sapevamo che sarebbe stato difficile ritrovarsi e questo alimentava in noi un pungente rammarico; ma la smania di tornare a casa (e per quanto mi riguarda, il desiderio di rivedere il mio Francesco) hanno avuto la meglio.
Nella lista dei commenti a freddo (oltre quelli che mi sono già stati rivolti, assieme ai più o meno sinceri complimenti) ci aggiungerei delusione e... sì, diciamoci la verità perché sarebbe da ipocriti non ammetterlo, un po' di amarezza. La cosa più straordinaria è che solo ora tale pensiero comincia a prendere parte di me. E se prima non mi dispiaceva affatto di non aver tagliato il traguardo, adesso la ferita mi brucia…perlomeno leggermente. Quando ho rivisto la mia eliminazione in videocassetta, mi sono detta: “Però… magari le cose fossero andate diversamente!”. Questo non vuol dire affatto che la prossima volta che mi capiterà d'incontrare Cri, le metterò lo sgambetto, le giocherò un brutto tiro per ripicca o le terrò il broncio! A proposito, ne approfitto per screditare un luogo comune, a quanto pare piuttosto diffuso: non ci si avventa contro la vincitrice per strapparle i capelli, o meglio ancora la corona (perché il gioiello credetemi, è l'ultima cosa a cui si bada) al momento della premiazione , ma… come dire, per… “solidarietà”, perché in fondo miss Italia è un po' ognuna di noi, certo senza diadema, ma fa all'incirca lo stesso. Mi capita spesso di pensare ai vari momenti, le varie tappe di questo piccolo, importante viaggio. Un fardello di emozioni lo accompagna… emozioni che non riguardano solo me stessa, ma travolgono anche la mia famiglia, i miei genitori e mio zio che hanno sempre creduto in me, i miei amici che mi hanno sostenuta, facendo esplodere quella grinta e quel coraggio latenti che non pensavo o non sapevo di avere. Attraverso un gesto, un sms o una telefonata, attraverso il pensiero delle persone più care, che sentivo vibrare forte nell'aria tutt'intorno a me, in mille modi differenti insomma, sentivo nei momenti di maggiore sconforto che tutta quella gente era dalla mia parte, compresi coloro che, pur non conoscendomi di persona, hanno tifato per me per puro spirito di “cittadinanza” o semplicemente per istintiva simpatia. Ci penso e tanto; il ricordo ricorrente si fa vivo all'improvviso, ovunque e in ogni momento, mentre seguo le lezioni nelle aule universitarie, mentre torno a casa, prima di addormentarmi, mentre osservo le pazze luci delle città dal finestrino dell'aereo… la mia mente si abbandona alle memorie del recente passato e alle riflessioni sul futuro, e sulla miriade di possibilità che il concorso mi offrirà (perlomeno sperate) delle quali ne sto assaporando solo un assaggio. Mi aspetta un duro anno, di sacrifici, di viaggi che mi terranno lontana spesso e volentieri per motivi di lavoro e, spero, anche di studio. E' iniziata una nuova vita; mi sento un po' più matura, più sicura di me, più tutto, insomma. Sarà il continuo andar via da sola, la necessità di relazionarsi e misurarsi ogni giorno con gente diversa, i primi problemi di lavoro… tutto ciò mi sta cambiando profondamente, in un moto che si perpetua in eterno così, per ognuno di noi. Eccolo qua il mio attimo fuggente… in me arde la voglia e la speranza di coglierlo fino in fondo e, cascasse il mondo, ci proverò! La determinazione non mi è mai mancata e l'affetto e il calore di chi mi sta intorno, come ho potuto osservare in questa occasione, non sono da meno. Così non posso che ringraziarvi con il cuore in mano… purtroppo non posso dire lo stesso del blocchetto degli assegni, anche se sono consapevole che vorreste un rimborso spese per le telefonate fatte! In ogni caso grazie a tutti. Senza di voi non avrei percorso il sentiero che mi ha portata a sperare fino all'ultimo istante. Grazie, grazie, e ancora grazie.
Carmela Campanale
Nominativo
Obbligatorio
Email
Obbligatorio
Messaggio
Obbligatorio
Non verranno pubblicati commenti che:
Contengono offese di qualunque tipo
Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
Contengono messaggi pubblicitari
""
Classifica della settimana
19 dicembre 2024
Cronaca
Paura a Molfetta, crolla il solaio di un’abitazione. Una donna sotto le macerie, salvata dai vigili del fuoco
20 dicembre 2024
Attualità
Incendio in un immobile del Villaggio Belgiovine a Molfetta: un ferito grave o una vittima
22 dicembre 2024
Cronaca
Crollo di via Massimo D’Azeglio a Molfetta: indagati quattro proprietari di immobili e l’esecutore dei lavori. Chi autorizza le ristrutturazioni? Chi doveva vigilare?
21 dicembre 2024
Cronaca
Sgomberato e sequestrato tutto l’immobile di Via d’Azeglio, dove c’è stato il crollo. Dimessa la donna ferita
24 dicembre 2024
Cronaca
Rapinano una banca senza armi a Molfetta e fuggono indisturbati, ma con scarso bottino
22 dicembre 2024
Attualità
Il Maestro Muti ha citato e ricordato Molfetta oggi al concerto di Natale in Senato
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by
PC
Planet