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Verso il Partito Democratico  
15 marzo 2007

L'Associazione per il Partito Democratico è nata a Molfetta da più di un anno, abbiamo incontrato alcuni suoi esponenti - Ignazio de Gennaro, Franca Carlucci, Cosmo Sallustio – per capirne gli intenti ed i progetti immediati. Ne è venuta fuori un'intervista a più voci sulla prospettiva del Partito Democratico a partire dalla nostra città. Qual è stata l'attività dell'Associazione negli ultimi mesi? “L'Associazione per il Partito Democratico, collegata a quella nazionale, nacque a Molfetta nel febbraio 2006, cercando di mettere in contatto tutti quelli che pensano da sempre che la partecipazione sia il metodo più sentito per rinnovare la politica. Del resto, coloro che aderirono all'Associazione provengono per buona parte dal Percorso e da altre esperienze di condivisione democratica. Dopo di che, ritenemmo opportuno collegarci con le forze politiche cittadine più in sintonia con il nostro modo di pensare la politica, DS e Margherita, alla cui attenzione portammo la proposta di un Partito Democratico da far nascere dalla base, proposta verso cui fu mostrata sensibilità”. Quanto hanno pesato su questo processo gli appuntamenti elettorali? “Le primarie di Prodi hanno lanciato il Partito Democratico, dopo ci son state le amministrative. Ci siamo posti il problema di parteciparvi con una nostra lista ma, propugnando una visione unitaria, abbiamo valutato più giusto scegliere di dare un nostro candidato ai Ds ed uno alla Margherita, nel tentativo di coinvolgere in maniera più forte i due partiti nella costruzione dal basso del nuovo soggetto politico. Finite le elezioni c'è stato un momento di stasi. Noi siamo andati avanti, partecipando a Napoli alla convention nazionale, abbiamo anche aderito alla raccolta di firme per la modifica della legge elettorale, oggi questione di grande attualità”. Dopo le amministrative cosa è successo? “Abbiamo sollecitato i partiti a dar visibilità al progetto che stavamo portando avanti, costituendo un gruppo consigliare unico dell'Ulivo, ma i rappresentanti di Margherita, Ds e Riscatto della Città ritennero che questa scelta andasse inserita in un discorso più ampio, che coinvolgesse tutte le componenti del centro sinistra a Molfetta. Forse poi i vari momenti congressuali hanno bloccato il processo. C'è un'alternarsi fra velocizzazione dei tempi di unificazione, seguita da uno stop. Non è stata neppure accolta la nostra proposta di una sede comune”. Cosa vi proponente di fare nel prossimo periodo? “La nostra Associazione è nata per spingere verso il Partito Democratico, che sia davvero un partito nuovo e non un assemblaggio burocratico di vertici, che non susciterebbe nessun entusiasmo nella base. Siamo nati soprattutto per fare da collante, per tenere assieme chi non ha una tessera di partito, ma che, quando vota, sceglie il centro sinistra. Intendiamo continuare ad organizzare iniziative, a breve una con Michele Emiliano. Rimane il fatto che dobbiamo rapportarci alle forze politiche esistenti, quindi tener presenti sia i risultati dei congressi cittadini di Margherita e Ds, sia ciò che accadrà a livello nazionale. Se procedessimo da soli, nascerebbe un nuovo partito e non, come vogliamo, un partito nuovo”. Quali dovrebbero essere le caratteristiche di questo partito nuovo? “L'Associazione per il Partito Democratico ha rimotivato alla politica molti di noi, reduci dall'esperienza del Percorso, che anticipò il Partito Democratico. Questo ora ne ripropone il vissuto di aggregazione di partiti, associazioni, singoli per un nuovo progetto di città, un luogo in cui potrebbero ritrovarsi tutti coloro che non hanno una tessera, scoprendo un luogo dove partecipare alla elaborazione di un nuovo progetto di città. Non può più essere che si chieda un impegno solo al momento delle elezioni, ci vuole un percorso continuo, di democrazia partecipata sempre. La gente che non ha una tessera, ma competenze, ora è costretta a restar fuori. È necessario che nel Partito Democratico trovino anche spazio preponderante la componente femminile e giovanile: Ma il nuovo è anche ripensare il modo di partecipare, i luoghi, i tempi, ingegnarsi per trovare soluzioni differenti. Insomma un partito con modalità e forme nuove, perché se il Partito Democratico non nasce con caratteri diversi rispetto a quelli dei partiti già esistenti faremo un buco nell'acqua. Di una cosa siamo certi, non si può dire: è difficile, non lo facciamo”. Ritenete che il centrosinistra molfettese sia pronto per la nascita del Partito Democratico? “La gente di centro sinistra probabilmente è ancora condizionata dall'assestamento dell'esperienza grossa del governo cittadino, dopo la quale una buon parte del popolo dell'Ulivo ha ripreso le sue attività nella società, nel lavoro, comunque di impegno sociale, e solo una piccola parte milita nei partiti, in particolare nei Ds e nella Margherita. Ma, dal movimento di opinione che si sta creando attorno al Partito Democratico, pensiamo che questo possa costituire l'opportunità per molti di tornare a far politica, anche alla luce dell'amaro in bocca lasciato dalle ultime elezioni amministrative, quando ci siamo resi conto di avere le potenzialità di essere forza di governo, ma per divisioni e incomprensioni non si è arrivati ad esserlo. La nostra azione di Associazione per il Partito Democratico, di collante fra i partiti e fra il popolo dell'Ulivo, è importantissima per riportare il centro sinistra al governo di questa città. Ds e Margherita debbono rendersi conto che è necessario coinvolgere il più possibile coloro che stanno fuori”. Qual è l'errore che si potrebbe compiere? “Il voler riaffermare in ogni modo delle identità che possano portare a non concludere il progetto. Il ritorno dei personalismi che hanno già creato tanti problemi al centro sinistra. Così come è chiaro che se il partito nuovo dovesse nascere soltanto in base alla presenza di leader e non come processo veramente di base, con la volontà di lavorare sui problemi, il Partito Democratico sì, ci sarebbe come contenitore, ma non sarebbe un partito nuovo e la gente non si avvicinerebbe. È necessario cominciare a lavorare assieme sui problemi comuni, perché così la sintesi di trova. Temiamo anche qualche allontanamento all'interno del centro sinistra di coloro che o per un verso vogliano rivendicare la loro identità dei cattolici democratici puri e per l'altro di collocazione internazionale nel gruppo dei Socialisti europei, che crei ulteriori problemi nello schieramento, di disgregazione invece che di unione”. Cosa vi aspettate per i prossimi mesi? “Alle nostre sollecitazioni la risposta finora è stata un “ni”. Dopo la fase dei congressi cittadini, quello che chiediamo è di smetterla di aspettare l'input dal centro, senza aspettare che dall'alto dicano di muoversi, i partiti cittadini assumano un atteggiamento di rottura con i metodi tradizionali di fare politica ed escano fuori dai loro ambiti ristretti, allargando i confini in cui poterci muovere tutti assieme. Un discorso da ampliare alle forze politiche di centro sinistra che eventualmente dovessero condividere il progetto, pensiamo ai Repubblicani Europei e all'Italia dei Valori. Bisogna andare al confronto con queste altre forze presenti sul territorio, senza attendere più”.
Autore: Lella Salvemini
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