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Verrà recuperato lunedì il peschereccio “Marino Primo” affondato nel porto di Molfetta L'impegno degli uomini della Capitaneria per il soccorso all'equipaggio
23 settembre 2006

MOLFETTA - Inizieranno lunedì mattina le operazioni di recupero del motopeschereccio “Marino I” (nelle foto di Quindici ©) affondato nelle acque del porto di Molfetta, come “Quindici on line” ha riportato nei giorni scorsi. Ne dà notizia la Capitaneria di Porto di Molfetta, ricordando che “la notte del 19.09.2006 è intervenuta, su allertamento del sistema Cospas-Sarsat di Bari e dell'equipaggio del motopeschereccio “Marino I”, iscritto nei registri delle imbarcazioni molfettesi, per l'affondamento dopo aver urtato contro gli scogli del molo foraneo, in prossimità del fanale rosso del Porto di Molfetta. L'equipaggio è stato immediatamente tratto in salvo dal motopeschereccio “Bettina”, di rientro in porto per fine giornata di pesca. La stazione satellitare Cospas-Sarsa, centro internazionale per la ricerca e il soccorso in mare, della Direzione Marittima di Bari, ha prontamente segnalato il sinistro alla Sala Operativa di Molfetta. A bordo del motopeschereccio “Marino I” era installato un trasmettitore “Epirb” che a seguito dell'impatto si è attivato inviando un segnale verso uno dei satelliti della costellazione Cospas-Sarsat, segnale rimbalzato poi alla stazione satellitare di Bari, dando l'immediato allarme. La Guardia Costiera di Molfetta prontamente ha fatto intervenire il proprio mezzo navale per ispezionare il luogo del sinistro e predisporre tutte le misure per scongiurare eventuale inquinamento. Alle prime luci dell'alba lo specchio acqueo circostante il motopeschereccio è stato prontamente delimitato mediante panne galleggianti per contenere eventuale sversamento in mare dei residui di idrocarburi presenti a bordo. Il Comandante del Porto di Molfetta, C.F. (CP) Luigi Leotta, ha emanato l'ordinanza n. 54/2006 per la salvaguardia della pubblica incolumità, per consentire il recupero del relitto e regolarizzare lo svolgimento delle attività portuali, segnalando un'area interdetta alla navigazione per un raggio di 50 metri dal punto del relitto affondato ed apponendo un segnale luminoso a luce rossa”. Nei giorni successivi all'affondamento sono intervenuti sommozzatori e ditta specializzata per stabilire le modalità del recupero dell'imbarcazione, che ha una stazza lorda di 65 tonnellate e una lunghezza di 23 metri.
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