Uso e abuso di Lama Martina. Quale è il limite tra diritto e dovere? Chi può fruire della Res Publica? Una lettrice scrive a “Quindici”
E la pulizia a chi spetta? Il rischio del degrado e della trasformazione in discarica, è dietro l'angolo
MOLFETTA – Uso e abuso di Lama Martina a Molfetta. Una lettrice scrive a “Quindici”:
«Gentile Redazione, credevo in buona fede che la Lama Martina, parco naturale all’interno della nostra città, fosse, all’indomani di tante iniziative che hanno portato a conoscerla e apprezzarla, fruibile da tutti i cittadini, nel rispetto delle regole e del buon senso. Credevo… Venerdì 27 dicembre di buon’ora mi inoltravo all’interno della Lama dall’ingresso dell’Isola Ecologica di Via Spadolini. Giornata fresca e soleggiata, ideale per una lunga passeggiata assieme al mio fedele (e innocuo) amico, il mio cane.
Appena giunta all’interno, in prossimità della staccionata, scorgo un gruppo di piccoli bikers in divisa di una associazione sportiva dilettantistica, guidati dal loro allenatore. Passano davanti a noi senza curarsi di rallentare minimamente, incuranti dei dossi che avrebbero potuto far perdere loro l’equilibrio, con biciclette pesantissime, protetti da caschi.
Aspetto che sfreccino e seguo il mio cane, regolarmente a guinzaglio, che mi porta in uno spazio per poter urinare. Immediatamente l’allenatore mi raggiunge e mi apostrofa dandomi della pazza perché ha notato che il mio cane per ben due volte ha urinato nella lama, lì dove passano le bici. Io ho obiettato che ero perfettamente in regola: cane al guinzaglio, bottiglia di acqua nel tascone del giubbotto, bustina per le deiezioni. E proseguo per la mia passeggiata, ignorandolo. Il pseudo “educatore-allenatore” ci raggiunge, frena a pochi centimetri dl muso del mio cane con l’intento di spaventarci. Il cane, ignaro, forse credendo che il soggetto si fosse avvicinato per giocare, scodinzola felice, neanche un cenno, un abbaio, nulla mentre io ero spaventatissima. Lo stesso soggetto minaccia di seguirmi per conoscere la mia residenza e denunciarmi. A questo punto gli faccio una foto, mando un messaggio ai miei figli pregandoli di raggiungermi perché il tipo continua a seguirmi e a offendermi con parole impronunciabili. Molto vicino a me, dopo aver ascoltato il messaggio vocale il soggetto si allontana e raggiunge i piccoli atleti impauriti.
Vorrei mi si spiegasse perché dovevo essere denunciata: per la pipì del mio cane? Avevo tutto ciò che la legge prescrive e certo non ho fatto del male alla lama, un luogo a cui tengo da tempo immemore e prima che fosse luogo ospitante di tante manifestazioni, partecipando a giornate Plastic Free e altro. Non capisco perché mi è avventato per la pipì del cane quando con le loro biciclette danneggiano muretti a secco e la vegetazione.
E non è la prima volta che il signore mi minaccia, arrivando oggi ad affermare che in passato(?) ho minacciato i piccoli atleti di farli mordere dal mio cane. Chi conosce il mio cane e sente questa affermazione, riderà sicuramente. Forse mi avrà riconosciuto perché, chiedo scusa per la presunzione, il mio cane non passa inosservato. Ad ogni modo, mi scuso per essere stata prolissa, ma mi chiedo quale è la destinazione della lama, se c’è un regolamento che vieta di portare a spasso i cani educati e con il corredo prescritto e se lo stesso regolamento autorizza le associazioni sportive a fare uso e abuso di un bene comune.
E per finire un’ultima considerazione: cosa ha prodotto questa inutile dimostrazione di machismo davanti a piccoli atleti, quali sono i valori che questo “allenatore” trasmette ai suoi discenti? Fossi io uno dei genitori non gli affiderei mio figlio. Ed allora è proprio vero: meglio i cani delle persone».
La gestione e trasformazione di Lama Martina da parte del Comune appare quantomeno discutibile e criticata anche dalle associazioni ambientaliste e dal Comitato difesa verde e territorio: oltre al rischio di urbanizzazione selvaggia di un parco naturale (bar, panchine, giochi e quant’altro), c’è l’avvio di una cementificazione senza senso (le bici possono circolare anche su terra battuta, soprattutto quelle da cross, possono permettere passeggiate come nella foto di Mauro Germinario) e l’uso scriteriato di un’area pubblica. E’ regolamentato l’uso della lama? I cani non possono andare, le bici sì e fra poco consentiamo l’accesso anche alle moto, mettendo a rischio anche chi cammina a piedi? La confusione è grande sotto il cielo e anche nella gestione di un parco che dovrebbe essere naturale, solo con qualche aggiustamento (bene la recinzione con pali di legno) che non ne stravolga la natura… naturale.
E che dire della pulizia (vedi le foto)? La lama appare sporca e trascurare una pulizia periodica (lo ricordiamo all’Asm che dovrebbe avere il compito di farlo), rischia di far tornare la zona ad essere una discarica come un tempo.
E’ difficile che un’amministrazione che predilige il cemento al verde, possa essere sensibile a queste cose, ma il compito della libera informazione è quello di far notare queste disfunzioni, anche a futura memoria. Essere ricordati per la cementificazione selvaggia e la distruzione del verde non è un fatto positivo. I cittadini non sempre dimenticano, qualche volta ricordano i danni fatti alla loro città e puniscono i politici negando loro il consenso.
Intelligenti pauca.
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