“Vaghe stelle dell'Orsa”, il nuovo libro di Marco Ignazio de Santis all'Aneb
Conosciuto per le pubblicazioni di argomento storico e dialettale, il professore Marco Ignazio de Santis, illustre collaboratore di “Quindici” ha presentato il suo nuovo libro, una raccolta di racconti intitolata “Vaghe stelle dell’Orsa e altri racconti”, all’Aneb (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti). Come già intuibile dal titolo della raccolta, il racconto principale “Vaghe stelle dell’Orsa” ricorda l’omonimo film di Luchino Visconti con Claudia Cardinale e riporta ad una meravigliosa citazione leopardiana: “Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea tornare.– è, infatti, l’incipit della poesia Le Ricordanze di Giacomo Leopardi; quest’ultimo riferimento poetico non è affatto casuale, poiché, come ha spiegato l’autore, sebbene le sue ricerche l’abbiano portato a scrivere spesso di storia collaborando con altri studiosi come Lorenzo Palumbo, Giovanni de Gennaro e Vincenzo Valente, il suo “primo amore” resta la poesia. Sebbene nella nostra città sia conosciuto più come studioso e storico, in realtà questa non è la prima pubblicazione di genere “letterario” cui de Santis si dedica, anche se, recentemente, proprio il libro storico W Salvemini. Le elezioni politiche del 1913 nei collegi di Molfetta e Bitonto, pubblicato dall’editore Aracne nel 2013, gli ha fruttato una piccola grande soddisfazione: in occasione del passaggio del Giro d’Italia da Molfetta, è stata richiesta la sua collaborazione dalla Rai per un servizio di approfondimento sulla nostra città. L’eco della storia, tuttavia, rimane udibile anche al lettore di questi nuovi racconti, dove capita di ascoltare le parole di un nonno, che conserva dentro di sé memoria della presa di Gaeta da parte dei garibaldini; ma tangibile è anche la profondità della poesia, quando l’autore immagina con quali parole Dante Alighieri avesse spiegato il perché del suo fugace e quanto mai dubbio riferimento a Guido Cavalcanti, suo miglior amico, nell’VIII canto dell’Inferno della sua Commedia, in proposito l’autore sembra anche proporre, tra le righe, la sua interpretazione del più famoso pronome relativo della letteratura italiana (cui Guido vostro ebbe a disdegno.), oppure, nel racconto che dà il nome alla raccolta, si avverte tutta la profondità recondita della poesia nella vita di ciascuno di noi, quando la protagonista Milena, dopo varie disavventure, con innata spontaneità, mormora tra sé i versi leopardiani sopra ricordati, come se li avesse sempre avuti in mente e, mormorandoli, tutto acquisisse un senso finalmente. “Vaghe stelle dell’Orsa e altri racconti” è dunque un libro che riserva grandi emozioni per i suoi lettori, avvalorando l’idea che non è necessario sempre ricorrere ai grandi autori per assaporare parole umane, perché a volte anche i più piccoli sono in grado di parlare appieno della vita.