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Una stele dedicata a Giuseppe Saverio Poli
15 settembre 2021

Nelle ultime settimane la nostra città si è arricchita di un nuovo monumento, o meglio di una stele dedicata a una delle personalità più ecclettiche a cui Molfetta ha dato i natali: Giuseppe Saverio Poli, (1746- 1825). Compiuti i primi studi dai Gesuiti, si trasferì a Padova dove si laureò “dottor fisico”. Esercita la medicina a Molfetta prima di trasferirsi a Napoli. Medico all’Ospedale degli Incurabili, alfiere del Real Battaglione Ferdinando, insegnante preso la Reale Accademia Militare Nunziatella (di cui fu anche comandante dal 1801 al 1805), precettore del principe ereditario Francesco, la sua fama è legata, tra l’altro, alla malacologia (lo studio dei molluschi) e alla monumentale opera Testacea Utriusque Siciliae. La stele, donata alla città dal suo omonimo discendente dott. Giuseppe Saverio Poli, è stata realizzata dallo scultore Mauro Antonio Mezzina, docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari, il quale avuto come modello i prototipi in gesso realizzati da Giulio Cozzoli nel 1913 ed oggi in collezione privata. L’opera è stata inaugurata sulla banchina S. Domenico nel corso di una cerimonia alla quale sono intervenute numerose autorità, tra le quali il comandante provinciale del Carabinieri il dott. Giuseppe Catenacci, presidente onorario dell’Associazione ex Allievi della Nunziatella, e l’avv. Giuseppe Izzo, presidente dell’Associazione ex Allievi della Nunziatella. Entrambi hanno evidenziato lo stretto legame tra la Nunziatella e lo scienziato Giuseppe Saverio Poli. «Questo è un incontro che non è soltanto la rievocazione di un personaggio ma l’occasione per riscoprire una pagina del passato della nostra Molfetta, andata forse dispersa dopo due secoli»: con queste parole Giuseppe Saverio Poli ha commentato la cerimonia di consegna alla città della stele dedicata al suo omonimo antenato, scienziato, naturalista, medico, diplomatico vissuto nel XVIII secolo. Lo scultore Mezzina «ha seguito il modus operandi di Cozzoli, mantenendo gli originari punti di forza. Essere fedele è un rivisitare per comprendere, ma è anche un comprendere per trasformare » come ha sottolineato il prof. Gaetano Mongelli, il quale ha definito l’operazione un’opera «di mediazione, di saldatura ideale tra passato e presente». La stele, efficacemente contestualizzata con l’arredo urbano grazie all’architetto Lazzaro Pappagallo è stata collocata sulla banchina San Domenico, di fronte a Casa Poli, affiancata da bellissime aiuole fiorite; il busto di Giuseppe Saverio Poli è rivolto verso l’epigrafe a lui dedicata, collocata sulla facciata della casa di famiglia nel 1906. Non a caso a fare da picchetto d’onore alla manifestazione sono intervenuti due giovanissimi allievi dell’Accademia Militare, Martina Catuogno e Antonio Schiraldi. Il sindaco Tommaso Minervini, nell’osservare il contesto, ha rimarcato come il mare sia la vera vocazione di Molfetta, l’orizzonte dell’andare e del venire, il tramite degli scambi di saperi e di cultura. Lo stesso scienziato lasciò la sua città per trasferirsi nella capitale del regno borbonico. «Stiamo facendo la storia, che viene scritta dai contemporanei – ha dichiarato il primo cittadino –. Due sono i concetti legati a questo monumento: la cultura e la tradizione. La cultura è fatta da quegli uomini, donne e persone che con le loro idee leggono la realtà, studiano e lasciano il segno. La tradizione, invece, esiste perché noi contemporanei la riconosciamo e la tramandiamo, altrimenti sparirebbe. La tradizione è la riconoscenza del passato per rivolgersi al futuro. Quest’opera vuole essere un segno per indicare ai giovani, al futuro, che cosa è fare cultura e tradizione». A completare la manifestazione, la magistrale esecuzione, da parte dell’Ensemble Musicainsieme, diretta da Annalisa Andriani, di due quadri tratti da Inno al Sole, composto da Giuseppe Saverio Poli e musicato da Giuseppe Millico. © Riproduzione riservata

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