Una scelta di qualità
Come avevamo preannunciato a dicembre, senza grandi proclami o ridicoli primati, da questo mese “Quindici” presenta una mezza rivoluzione sul piano grafico-editoriale: nuovo formato e stampa interamente in quadricromia, ma con carta riciclata di qualità per la quale non è stato tagliato nessun albero. È una novità che ci costa sotto molti aspetti. Innanzitutto quello sentimentale: eravamo (e lo siamo ancora) legati al nostro caro «lenzuolo» come lo chiamava qualcuno, che ci ha fatto compagnia per 10 anni con le belle foto in bianconero con quel fascino e l'eleganza dei grigi che ci mancheranno. Già la decisione di stampare la copertina a colori, ci era costata un po'.
Ma le leggi del mercato ci costringono a cambiare. Era una decisione in cantiere già da un paio di anni, che abbiamo rinviato per completare un ciclo decennale importante e significativo. La necessità di rinnovare la veste grafica era dettata anche dai tempi e ad essa si sono pian piano adeguati perfino i quotidiani. Attendere ancora significava limitarsi ad essere un giornale di nicchia, come lo eravamo ai primi tempi, ma questa scelta editoriale era stata già accantonata da anni a favore di un pubblico più vasto
Crediamo di aver assolto, così, in pieno all'obiettivo di rappresentare quella società civile, viva e vitale, che spesso sembra assopita, ma che – come hanno dimostrato le recenti elezioni primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione – non è per nulla disinformata, non si è rifugiata completamente nel privato, ma ha ancora tanta voglia di partecipare e di dire la propria parola sulle scelte determinanti per il futuro della città e del Paese.
Occorreva, perciò - nello spirito di quella voglia di rinnovamento che esiste e la vittoria a sorpresa di Nichi Vendola nelle primarie ne è un segnale significativo – rinnovare anche la veste grafica e il formato: l'aspetto di un giornale, come quello di una persona, sono anche importanti, soprattutto quando non sono un semplice rifacimento del look come è stato per altri, ma il segnale della volontà di dimostrare maggiore impegno e qualità. Un contenitore bello, ma vuoto, come ce ne sono tanti non ci interessa, lo lasciamo volentieri a chi non ha nulla di meglio da esprimere nel mondo dell'informazione.
E il moltiplicarsi di «lattine» colorate, ne è una conferma, anche se, al contrario di chi auspica la morte di concorrenti o avversari, siamo favorevoli alla crescita di nuove iniziative, perché significa più confronto e quindi più democrazia e più qualità, che emerge solo da un confronto fra prodotti e proposte diverse. Se questo moltiplicarsi di iniziative serve solo a dare visibilità a qualcuno che magari litiga anche con la nostra lingua o fa perfino fatica ad esprimere un concetto o ancor peggio, un'idea al solo scopo di vendere qualche copia per un proprio tornaconto economico, non ci stiamo. La corsa al ribasso sui prezzi e sulla qualità è già scattata, basta guardarsi intorno per averne conferma da una tv sempre più spazzatura a giornali acchiappafarfalle.
Noi alla lattina colorata preferiamo la «bottiglia» di vetro di qualità, capace di conservare nel tempo «il buon vino» e soprattutto di essere trasparente sul proprio contenuto.
Il nuovo formato ci costa – com'è ovvio – anche sul piano economico: avremmo dovuto aumentare di 50 cent il prezzo di copertina per far fronte all'aumento dei costi dovuti a un'inflazione reale molto più alta di quella ufficiale in un mercato dove tutto è raddoppiato, tranne il prezzo dei giornali. Però, in questo momento difficile per l'economia familiare dei cittadini, soprattutto lavoratori dipendenti che non riescono ad arrivare alla fine del mese con il solo stipendio, non ce la sentivamo di gravare sia pure di 50 cent sul bilancio mensile. Però, desidereremmo che i lettori questo nostro sforzo lo comprendessero, soprattutto per chi come noi, pur senza fine di lucro, ha conquistato l'autonomia economica e quindi l'assoluta libertà da ogni potere politico ed economico.
Augurandoci che questo nuovo prodotto sia di vostro gradimento, vorremmo spendere due parole sulle elezioni primarie del centro-sinistra, tenutesi qualche giorno fa, riservandoci un'analisi più approfondita in seguito.
Ogni volta che accendiamo la televisione, sfogliamo un giornale, ascoltiamo la radio, sentiamo opinionisti, politici, esperti che ci avvertono di un pericolo imminente, se non di una vera e propria sciagura che si sta abbattendo sulla civiltà di oggi: la sconfitta della democrazia.
Ogni volta che si ripresentano elezioni o momenti politicamente caldi siamo spronati a manifestare contro «i potenti» per riprenderci la nostra democrazia.
Norberto Bobbio ritiene che una definizione minima di democrazia possa essere data in senso puramente procedurale intendendola come un metodo per prendere decisioni collettive. Una delle promesse non mantenute della democrazia sta proprio nel fatto che la democrazia politica non si è trasformata in democrazia sociale.
Ebbene, con le primarie, finalmente il cittadino ha dimostrato di poter dire la sua contro la logica dei partiti e soprattutto degli apparati che decidono per lui, scompaginando accordi e decisioni a tavolino e dimostrando che è ancora lui alla fine a decidere.
“E questa, bellezza, è la democrazia e tu non puoi farci niente”.
Autore: Felice de Sanctis