MOLFETTA - Una lettrice scrive a Quindici per raccontare la condizione di abbandono degli animali condannati a morire nel centro storico, fra l'indifferenza di tutti.
"Spett. Direttore,
Quanto è difficile a Molfetta prendere le parti degli animali!!
E' accaduto al centro storico. Via Forno: una serie di edifici fatiscenti e pericolanti di cui rimangono in piedi soltanto i muri esterni, senza più il tetto, senza finestre, nel cui interno, invaso dalle erbacce, si accumulano rifiuti di ogni genere. E' li che i gatti, sia i piccoli che gli adulti, colpiti dalle numerose malattie che nella loro condizione di randagi sono quasi la normalità, vanno a morire; e i cadaveri si accumulano, nell'indifferenza generale di noi umani, persone civili e corrette. E si sa, d'estate, con il caldo ... si sente odore di morte.
Ecco che oggi, primo agosto, per un'ordinanza urgente del Sindaco, una squadra di operai va in fretta e furia in via Forno, a tappare tutti i buchi, a rinforzare le porte di legno rosicchiato, con doppia lamiera, quasi a voler cancellare tutto ciò che è dietro quelle porte. Mi chiama la mia amica Tonia, unica custode premurosa della colonia felina di Molfetta Vecchia. E' allarmatissima: nonostante le sue preghiere, il suo spiegare che all'interno di quelle case maledette ci sono dei gatti, dei piccoli con le loro mamme, gatti adulti e gatti di pochi mesi, che almeno li facessero uscire; gli operai non ascoltano, inchiodano, fanno in fretta, è ordine del Comune - dicono - e vanno via. Tonia disperata mi chiama. Telefono ai Vigili Urbani per spiegare cosa è accaduto. Il piantone si scusa, ma è da solo; mi consiglia di richiamare alle 16,00 per trovare altri colleghi. Vado di persona all'orario indicato. I Vigili Urbani cadono dalle nuvole, non ne sanno nulla (come al solito). Fanno una telefona, parlano con un collega e questi spega che l'ordine di chiudere arriva dal Sindaco e precede una grande disinfestazione. Cerco di far capire loro che all'interno delle case ci sono dei gatti vivi (la vigilessa sgrana gli occhi).
Sicura del fatto che da quella parte non avrei ottenuto nulla, vado direttamente nella piazzetta di via Amente a trovare Tonia, affranta: una gattina si aggira inquieta su dei tubi metallici, a qualche metro di altezza, tenta di buttarsi, poi ci ripensa e cammina su e giù. Non so che cosa fare; considero tutta la mia impotenza di fronte all'assurdità di una simile circostanza.
In breve: mentre sto scrivendo, e sono le ore 21.30, i gatti sono ancora lì, con la loro fame e la loro sete e tutto il loro chiedersi: perchè?
Abbiamo avuto rassicurazioni telefoniche da parte di impiegati comunali ad hoc che tutto quanto in loro potere sarebbe stato fatto per risolvere la situazione; abbiamo avuto rassicurazioni dai Vigili Urbani che un varco sarebbe stato aperto nella lamiera per permettere agli animali di uscire. Ci sarebbero tutti gli estremi per una bella denuncia per maltrattamento di animali.
Considero che in questo nostro povero paese molta, molta strada resta ancora da fare per conquistare un atteggiamento e un comportamento realmente civile nei confronti degli animali.
Intanto i gatti sono lì che aspettano.
Marta Basciani"