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Un viaggio-studio un po' improvvisato Molti errori e carenze nell'iniziativa del Comune di un soggiorno in Inghilterra
15 settembre 2004

Il progetto multinazionale “Il Comune e la scuola verso l'Europa”, sponsorizzato dal comune di Molfetta, ha offerto a più di 50 studenti di ogni scuola media superiore della città un viaggio a Canterbury, Inghilterra, con la possibilità di studiare nella sua prestigiosa University of Kent, considerata da secoli il punto d'incontro di intellettuali e oggi da giovani di tutta Europa. L'iniziativa svoltasi nel mese di luglio, dal 18 al 31, ha compreso la sistemazione residenziale in pensione completa presso il campus universitario, due escursioni pomeridiane: la città di Dover ed il suo castello con il tunnel segreto della guerra, la città di Folkestone e la visita di un'intera giornata a Londra. Ogni scuola ha partecipato all'iniziativa con la propria rappresentativa di studenti ma non è stato lo stesso per i docenti, impossibilitati a parteciparvi per mancanza di posti: non c'era un docente che guidasse l'Istituto Magistrale Statale Vito Fornari, lo stesso vale per l'Istituto Professionale Statale per il Commercio don Tonino Bello e il Professionale Statale per le attività Alberghiere e della ristorazione, di cui però, ha partecipato un solo allievo. Una scelta discutibile questa, dato la mancanza per gli alunni di tali scuole del proprio punto di riferimento, conosciuto solo successivamente, durante le due settimane. Il programma prevedeva soprattutto 25 ore di lezione con test d'ingresso, utile a suddividere gli alunni in livelli, e l'attestato di frequenza rilasciato secondo i parametri europei di valutazione della competenza linguistica, valido per i crediti formativi durante il periodo scolastico. Le ore di lezione sono state affidate a otto studenti dell'università, di circa 20 anni, un aspetto questo decisamente positivo in quanto ha permesso che si instaurasse tra gli alunni molfettesi e i giovani docenti inglesi un buon feeling da subito. Nonostante questo, nel corso di studi, pur breve, è mancato un filo conduttore: si è proceduto infatti, a discutere giorno per giorno su alcuni argomenti di carattere letterario o musicale o a volte ci si è limitati a dei giochi come l'impiccato, che hanno comunque favorito il vocabolario degli studenti, ma non in modo eclatante. Ottima l'idea, invece, di fornire una preparazione agli studenti dei posti inglesi da visitare, in modo tale da suscitare curiosità e soprattutto una maggior comprensione. La scelta della sistemazione nel campus universitario ha naturalmente avuto i suoi pregi in quanto ha creato un ambiente famigliare e le attività sportive e serali, ideate da qualcuno dei docenti inglesi, ha permesso sempre più scambi culturali e maggiore confidenza con la lingua straniera ma d'altra parte ciò ha creato un precedente che è sconsigliabile ripetere: la libertà concessa agli studenti molfettesi non è stata saputa sempre ben gestire e ciò ha causato alcuni eventi spiacevoli, come reclami da parte di altri abitanti del campus, o un uso, non sempre limitato, di bevande alcoliche che un controllo più accurato avrebbe certamente evitato. Inoltre il progetto multinazionale è stato parzialmente finanziato dal Comune di Molfetta con l'intento di sponsorizzare all'estero la città di Molfetta e per far questo, gli studenti che hanno partecipato al progetto, ma non tutti erano a conoscenza di questo obiettivo, hanno dovuto progettare qualcosa di particolare: una canzone, dei cartelloni, alcune scenette divertenti. Non tutti gli studenti però, appartenevano alla città di Molfetta e così questi, non hanno potuto partecipare attivamente al progetto dato la conoscenza di una realtà strettamente scolastica; tutto poi si è svolto decisamente con molta fretta dato che il sindaco di Molfetta, l'assessore al Turismo avrebbero dovuto far visita al campus e quindi assistere allo spettacolo, o meglio al lavoro svolto dagli studenti. Rossella d'Agostino
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