Un pubblico straripante per il Gran galà verdiano
Si è tenuta il 30 agosto la serata finale della rassegna verdiana, organizzata dall’Assessorato alla Cultura nell’ambito di Eventi Molfetta 2019. Il Gran Galà verdiano, fortemente voluto da Sara Allegretta nel suo percorso di offerta alla città di manifestazioni culturali di alto livello, si è svolto nello spazio adiacente l’Auditorium Madonna della Rosa. Notevole il successo di pubblico, con mille spettatori che hanno seguito con attenzione ed emozione la performance dell’Orchestra Filarmonica Mediterranea, diretta dal M° Paolo Lepore, del Coro del Faro e Corale “Sergio Binetti” e, ovviamente, dei cantanti, che si sono cimentati con celebri arie, duetti e sinfonie. Un format che, come ha evidenziato l’Assessore Allegretta, ha unito “importanti realtà musicali pugliesi” “in un nuovo virtuoso circuito artistico”, bissando il successo della raffinata iniziativa dell’estate 2018, la “Settimana rossiniana”, organizzata in occasione dei centocinquant’anni dalla morte del musicista pesarese. Ora ad essere omaggiato è forse il più amato compositore italiano, Giuseppe Verdi; basti pensare a quanto il coro del Nabucco abbia commosso e fatto emozionare tanti patrioti, in un’epoca in cui l’unità dello Stato d’Italia, proprio perché da conseguire e costruire, rappresentava ancora un valore. Presentate con garbo e competenza da Barbara Mangini, si sono succedute alcune delle gemme del repertorio verdiano. Brani molto amati e conosciuti che hanno, sin dal primo momento della serata, favorito un pieno coinvolgimento dei presenti, consentendo di superare le criticità legate a una sede per nulla adeguata a una comoda fruizione (Molfetta ha bisogno di un teatro, c’è poco da dire!) e a qualche, peraltro sporadica, imperfezione vocale di alcuni solisti, probabilmente ascrivibile all’altissimo tasso di umidità della serata e di certo non a demerito degli artisti e degli organizzatori. Il bel programma ha seguito l’itinerario artistico del Cigno di Busseto sin dal suo primo vero trionfo con il Nabucco e quel libretto di Solera giunto in un momento davvero critico per il compositore, reduce dalla perdita, in nemmeno due anni, dei due figli Virginia e Icilio e della moglie Margherita, nonché dal clamoroso insuccesso dell’opera Un giorno di regno. Notevole spazio è stato assegnato alle opere della cosiddetta Trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore e La traviata), che ha definitivamente consacrato la fama dell’artista, nonostante le traversie con la censura (alla travagliata storia del Rigoletto, tratto da Le roi s’amuse di Victor Hugo, Mario Lavagetto ha dedicato una celebre monografia) e con il pubblico. Non a caso, a proposito della prima della Traviata alla Fenice nel marzo 1853, Verdi scrisse al Direttore d’Orchestra Angelo Mariani: “La Traviata ha fatto un fiascone e peggio, hanno riso”. Il percorso è poi proseguito con la magia della Vergine degli angeli, dal finale dell’atto II dell’opera La forza del destino, e con altre scelte, dalla Luisa Miller (opera molto amata da Verdi, ma non sempre adeguatamente valorizzata, nonostante l’alta coerenza drammatica) all’intimo dramma di Aida, tra aspettative di trionfi e pietas per chi è vinto, sino allo sconfitto Otello, opera di cui il libretto fu curato dal poeta e musicista scapigliato Arrigo Boito. Un percorso entusiasmante e una serata memorabile, che ha veduto i suoi picchi (citeremo solo alcuni tra i numerosi interpreti della serata), oltre che nell’esecuzione del Va pensiero, anche nel difficile quartetto del Rigoletto, nel felice equilibrio delle voci, dalla grazia sbarazzina della Maddalena di Manuela Barabino all’agile intensità drammatica di Carmen Lopez, dalla solidità di Gianfranco Zuccarino al nitore timbrico di Danilo Formaggia. Efficace anche la riproposizione di uno dei più canonici esempi di solita forma, la scena finale dell’atto I della Traviata, dallo struggente Ah, fors’è lui alla virtuosistica cabaletta; con tale performance (stavolta integrata dall’intervento del tenore), l’ottimo soprano Carmen Lopez si era aggiudicato nell’inverno 2018 il primo premio nella II edizione del Premio internazionale “Città di Molfetta”. A riprova della considerazione di un disegno finalizzato a una riproposizione sistematica del repertorio operistico nella nostra città, che da Ti presento Carmen di Rosso Porpora alla Settimana rossiniana, dai concorsi belcantistici alla Cavalleria rusticana, sino alle due serate della Rassegna verdiana, sta riscontrando grande apprezzamento a Molfetta (e non solo), qualificandone l’offerta culturale. © Riproduzione riservata
Autore: Gianni Antonio Palumbo