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Un Museo a cielo aperto: un'esperienza da ripetere
03 agosto 2011

MOLFETTA - Nel presentare l'iniziativa "Tesori d'arte sacra" del 31 luglio, la Soc. Coop. FeArT e la Diocesi, come cita un comunicato, nella collaborazione tra l'Ufficio per i Beni Culturali e quello della Pastorale del Tempo Libero, Sport, Turismo e Pellegrinaggi, avevano chiara la volontà di sperimentare una valorizzazione del territorio che portasse alla percezione di un grande "museo diffuso". A paragonarlo con musei titolati, questo, non avrebbe eguali per ricchezza del patrimonio e per bellezza dell'esposizione, considerando i numerosi capolavori presenti e la possibilità di ammirarli nei contesti per i quali sono stati creati.
Un'esperienza unica che, a detta di molti visitatori, andrebbe ricercata e ricreata più spesso. Indubbiamente positivo il riscontro per chi è stato rapito dalla magia dell'antico duomo romanico, in cui, anche quando manca la luce naturale, c'è un senso di infinito che pervade le bianche pareti sino alle cupole. Numerosi ed appassionati coloro che hanno toccato quasi con mano la forte carica emotiva delle antiche statue di Santo Stefano o della tela del Giaquinto. Così come nuova ed insolita la possibilità di guardare vis à vis le statue del Venerdì santo nella Chiesa del Purgatorio, godendo di un realismo che dalle cartapeste del Cozzoli giunge all'anima, trascinando nelle vicende della Passione anche il più disincantato osservatore.
Così si scopre, in una sera, l'importanza ed il ruolo che alcuni storici ordini religiosi hanno svolto in città, ammirando le strutture già conventuali dei Domenicani e degli Zoccolanti e fruendo delle eccezionali opere conservate nelle Chiese di San Domenico e di San Bernardino. Dalle cinquecentesche tele del fiammingo Hovic, cariche del valore di un altare patronale e di devozioni antiche, alle botteghe locali con le eccellenze dei pittori Porta e del Giaquinto.
Stessa constatazione ma con un impatto singolare l'antica Chiesa dei Gesuiti, oggi Cattedrale, che svela la fede solenne di una città, cuore della vita religiosa della Diocesi, diario di numerosi interventi pastorali di storici vescovi. Ma il cuore della manifestazione è stato indubbiamente il Museo Diocesano per una sera aperto gratuitamente ed, ancor più, aperto al territorio con i numerosi rimandi alle chiese, alle vicende, alla storia di fede e non solo della città.
A consuntivo la serata, ha registrato circa 300 visitatori presso il Museo, a cui si sono aggiunte alcune centinaia di visitatori presso le chiese del circuito. L'iniziativa, resa possibile anche grazie alla collaborazione delle associazioni "Antiqua Mater" ed "Archeoclub d'Italia" sede di Molfetta, può configurarsi come una prima valorizzazione organica del patrimonio ecclesiastico che ha come centro pulsante il Museo Diocesano. Un'occasione per sperimentare attraverso le testimonianze artistiche una religiosità propria del nostro popolo, aspetto identitario di una terra e di una cultura che da sempre ci appartengono.
Città Aperte, proposta dalla Regione Puglia in collaborazione con le APT locali e le amministrazioni, in vero, mira ad ampliare l'offerta del territorio ai turisti, non molti durante la serata; ma forse è meglio così se si pensa che la valorizzazione turistica di un territorio parte dalla consapevolezza, di chi lo abita, della ricchezza del proprio patrimonio e del suo valore intrinseco.
 

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