“Un manto fatto ponte”
Il libro di Don Giuseppe de Candia sul viaggio in Argentina
Giuseppe de Candia, parroco di S.Gennaro non è nuovo a viaggi in Argentina, ne aveva già compiuto uno nel 1986 con un'altra delegazione e avendo come compagno di viaggio don Tonino Bello. Nel libro “Nato a…provincia di…”ha raccontato quell'esperienza.
Nel suo ultimo volume “Un manto fatto ponte” racconta, invece, il viaggio, compiuto nel 2002, nato in seguito all'ospitalità di una quarantina d'emigrati dell'Uma (Unione Molfettesi d'Argentina) di Buenos Aires nell'Associazione molfettesi nel mondo, che dura 10 giorni e si concreta con il dono di un nuovo manto regale per la statua della Madonna, portato da una delegazione.
Composta da un gruppo di una trentina di persone: il vescovo, il sindaco, la rappresentanza dei consiglieri comunali e della giunta, alcuni membri dell'Associazione molfettesi nel mondo, la delegazione si fa ponte di passione e cultura tra Molfetta e i suoi figli emigrati in Argentina, portando loro anche la propria vicinanza “dei fratelli che vanno verso altri fratelli”.
Il libro procede con la descrizione dei posti visitati dalla delegazione, dei dialoghi con il Vicario e il Console di Mar del Plata, con lo scambio di doni e le omelie del Vescovo sulla situazione Argentina. Su questa è bene soffermarsi con attenzione, in quanto si evidenzia l'attuale realtà argentina, prospera negli anni Sessanta e con quartieri che ricordavano Parigi, ora povera non solo materialmente ma soprattutto di Spirito.
Subentra qui l'altro scopo delle delegazione, quello di portare amicizia, sostegno,invito a combattere e a non rassegnarsi all'idea che un grande Paese come l'Argentina possa morire “a fuoco lento”.
“Tutto il mondo è paese”, l'impegno è quindi a collaborare, a rimettere in piedi territori e territori, un popolo che ora vaga, è rassegnato ma che non deve sentirsi solo, dev'essere unito e presentarsi al Padre come un'unica famiglia.
Risulta in realtà, un positivo diario di viaggio, dettagliato e ricco di particolari geografici.
Di fatto, è poco narrato il protagonista: il molfettese emigrato, forse anche per la brevità del viaggio.
Rossella d'Agostino