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Un lettore scrive: Molfettesi, non abbiate paura di firmare le vostre denunce su Quindici
01 settembre 2009

MOLFETTA - Gentilissimo direttore De Sanctis, da lettore assiduo di QuindiciOnLine a causa della mia situazione di Molfettese fuorisede per motivo di lavoro, vengo a scriverla per denunciare una pratica alquanto scorretta da parte di una maggioranza di cittadini che esprimono le loro opinioni sugli articoli e sul blog, che consiste nel firmarsi con indirizzo e-mail di fantasia o falso. Vorrei dire a queste persone, che grazie a Dio, noi viviamo in uno stato democratico e libero, dove vige ancora e spero non per poco la libertà di parola. Così facendo, ovvero non firmandosi quando si esprime una opinione, si cade nelle contraddizioni per cui le forze di centrodestra sarebbero sempre più credibili nell'abolizione di determinate libertà civili ancora esistenti nel nostro paese. In parole povere, se io volessi criticare il suo operato di giornalista su questa testata mi verrebbe più spontaneo e quindi più efficace farglielo sapere di persona e non tramite un'altra testata giornalistica concorrente. Perciò, cari lettori-molfettesi di questo giornale, non fatevi intimorire dalle boutade imperialiste, come quella vista su Youtube, tempo fa, che ha screditato tanti illustri Molfettesi conosciuti in tutta Europa e talvolta nel mondo, vanto della cultura Molfettese che si è andata diradando in questi ultimi anni. Molfetta è e sarà per noi che ci siamo nati, la città più bella del mondo anche se lo scempio che si consuma ogni giorno la fa diventare agli altrui occhi la sodoma e gomorra del Barese.
Autore: Michele Pisani
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Meditate? Mediti? Meditazione? Cos'è la meditazione? - Girando intorno, da: Lo Schiaffo/"Home/Esoterismo. Si sente parlare così spesso di meditazione, che quasi possiamo ritenerci assuefatti al termine, e convinti di conoscerne ogni intima declinazione. Quello di meditazione è in realtà un concetto abbastanza complesso e vario, indubbiamente più di quanto i nostri luoghi comuni possano rappresentarcelo, evocando immagini di funambolici yogin e mistici d'altri tempi. Il termine “meditare” deriva dal latino meditàri, e ci rimanda alla meditatio, tradotta come “attività riflessiva”, nella quale compare anche però l'azione del misurare (dalla radice ma-). Troviamo la meditatio negli scritti dei più grandi filosofi della grecità ed in quelli di grandi pensatori come Seneca o Marco Aurelio (che descrive esercizi come la meditazione eidetica ed onomastica). Il termine latino traduce a sua volta il greco meletè, associato ad un ampio ambito semantico e ad una varietà di prove ed esercizi in cui la fa da padrone, immancabile, il pensiero. Meditatio era anche un passaggio fondamentale per la teologia cristiana medievale, e coincideva con la riflessione (accompagnata anche dall'emotività) volta a chiarificare a se stessi la natura di un passaggio del Nuovo o dell'Antico Testamento. Assieme alla lectio, all'oractio ed alla contemplatio (i diversi passaggi della Lectio Divina) era un tassello fondamentale nell'iter spirituale del monaco cristiano e nel suo rapporto con le verità della Fede. Tale accezione di meditatio, potremmo dire “occidentale” (vedremo che vi sono numerose eccezioni), fa dunque principalmente riferimento ad un'attività del pensiero, supportata talvolta da una partecipazione emotiva, volta a studiare, misurare, approfondire, indagare l'essenza di un oggetto fisico o mentale, al fine di ricavarne un beneficio per la vita quotidiana e per l'esperienza religiosa. Il nostro linguaggio comune è farcito di espressioni del tipo “devo meditarci su”, espressioni che assimilano la meditazione proprio ad un'attività riflessiva su un oggetto, di qualsivoglia natura. Ma la meditazione si limita davvero a questo? Possiamo ridurla ad una semplice riflessione prolungata nel tempo e nella profondità? Pare proprio di no. MEDITIAMO, MEDITIAMO......MEDITIAMO. Non sarebbe meglio.....MEDI, TI AMO.




La libertà di stampa. Quanta confusione, prese di posizioni personali, di parte, di servilismo: niente a che fare con la libertà di stampa. Un bellissimo e trasparente articolo di Giuseppe D'Avanzo, apparso su Republica il 23 agosto u.s.. L'Analisi - L'Avvocato e il Cavaliere - "Si è insidiato ieri alla direzione del GIORNALE della famiglia Berlusconi, Vittorio Feltri, un tipo che - a quanto dice di se stesso - "non ha la stoffa del cortigiano". Lo dimostra subito. Feltri scatena, fin dal primo editoriale, un violentissimo, sbalorditivo assalto a Silvio Berlusconi, suo editore e capo del governo. Per dimostrare che, nel lavoro che lo attende non sarà nè ugola obbediente nè sgherro libellista, il neo direttore sceglie un astuto espediente. Le canta a nuora perchè suocera intenda. O, fuor di metafora, ad Agnelli (morto)perchè Berlusconi (vivo) capisca e si prepari. Feltri si dice stupefatto per "quanto sta accadendo sul fronte fiscale". Trasecola per quel che si dice abbia combinato in vita Gianni Agnelli che "avrebbe esportato o costituito capitali all'estero sui quali non sarebbero state pagate le tasse". Decide di liberarsi una buona volta di quell'inutile fardello che è il garantismo, favola buona soltanto e gli amici del Capo, e picchia duro, durissimo. Questo furfante di un Agnelli, scrive Feltri, ha sottratto soldi al fisco, e quindi, ha procurato un danno allo Stato, ai cittadini che le tasse le pagano; ha saccheggiato per montagne di quattrini le casse di società quotate in Borsa, derubando gli azionisti. E allora, si chiede, è più grave rubare al popolo o toccare il sedere a una ragazza cui va a genio farselo toccare? Conclude quel diavolo di Feltri: "Ne riparleremo" E' l'impegno che Feltri assume dinanzi ai suoi lettori e la minaccia che il neo direttore del Giornale, nel primo giorno, al suo povero editore. Feltri non è ingenuo e non è uno sprovveduto. E' un professionista tostissimo e soprattutto ha memoria lunga. E statene certi - questo annuncia il suo editoriale - parlerà presto di quel furfante del suo editore. Gli getterà in faccia, senza conti, le 64 società off-shore "All Iberian" che Berlusconi si è creato all'estero, governandole direttamente e con mano ferma. Gli ricorderà, e lo ricorderà ai suoi lettori, come lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" siano transitati quasi mille miliardi di lire di fondi neri, sottratti al fisco con danno a chi paga le tasse; i 21 miliardi che hanno ricompensato Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi ( se si vuole dar credito a un testimone che ha riferito come i politici costano molto...ed è in discussione la legge Mammì) E ancora, la proprietà abusiva di Tele+ (violava le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche; le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma che hanno messo nelle mani del capo del governo la Mondadori, gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato e in spregio dei risparmiatori, favorirono le scalate a Standa, Mondadori, Rinascente. In attesa di sapere se Agnelli sia stato o meno un furfante, Feltri, che non è un maramaldo, ricorderà quanto sia furfantissimo il suo editore, come al fondo della fortuna di Berlusconi ci siano evasioni fiscale e falso in bilancio, corruzione della politica, della Guardia di Finanza, di giudici e testimoni; manipolazioni, a danno degli azionisti, delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa. E, giurateci, quel diavolo di Feltri non si fermerà qui. Ricorderà le diciassette leggi ad personam che hanno salvato il suo editore da condanne penali, protetto i suoi affari, alimentato i profitti delle sue imprese. Ricorderà, con il suo linguaggio concreto e asciutto, quanto quell'uomo che ci governa sia, oltre che un "furfante, un "gran bugiardo". Rammenterà ai lettori del Giornale quando Berlusconi disse: "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conoscevo neppure l'esistenza" (Ansa, 23 novembre 1999, ore 15,17) O quando giurò sulla testa dei figli: "All Iberian? Galassia off-shore della Fininvest? Assolute falsità". La trama dell'offensiva di Feltri contro il suo editore già fa capolino. Presto leggeremo un altro editoriale, altri editoriali all'acido muriatico. Nel solco delle menzogne diffuse dal premier che evade le tasse, Feltri ricorderà che è stato Berlusconi a mentire agli italiani negando di frequentare o di aver frequentato minorenni, giurando sulla testa dei figli di condurre una vita morigerata da buon padre di famiglia, prossima alla "santità", per intero dedicata alla fatica di governare il Paese. Feltri concluderà che un uomo, un "furfante" che trucca i bilanci, deruba i contribuenti e le casse dello Stato, si cucina legge immunitarie perchè governa il Paese e per di più mente senza vergogna sull'origine della sua fortuna e sulla sua vita privata, diventata pubblica, non può essere affidabile quando parla del destino dell'Italia, qualsiasi cosa dica o prometta".

Ringrazio ancora il direttore De Sanctis che mi ha permesso di esprimere tante volte le mie opinioni di Molfettese, fuorisede per lavoro, senza censurare mai i miei scritti sia sul blog che da opinionista su molti articoli pubblicati da QuindiOnLine. Ho potuto notare che il mio articolo pubblicato di recente ha infiammato le opinioni di molti Molfettesi che con le loro ragioni hanno giustificato l'uso del nickname per firmarsi. Io li rispetto ma spero che al momento giusto abbiano il coraggio di dire "anch'io mi battevo per la democrazia e la libertà". Ho notato, per esempio che si è scatenata la caccia all'errore commesso da questo o quel amministratore comunale nella vita quotidiana. Questo non serve certamennte a far cambiare le cose che succedono a Molfetta; ovvero la spazzatura rimane per strada, la delinquenza dilaga sempre di più, la cultura scarseggia e gli amministratori comunali fanno sempre di più i loro interessi personali. Cosa ha risolto, colui che ha fotografato l'auto del sindaco in divieto di sosta? Nulla, rischia forse di fare la fine di quel giornalista napoletano schiaffeggiato dal comandante dei vigli urbani di Napoli che impunemente e con arroganza credeva di avere ragione. Piuttosto che perseguire questa strada infruttuosa, perchè i Molfettesi non hanno chiesto al loro sindaco i danni per quelle dimissioni anticipate da sindaco, per poter poi prendere, due piccioni con una fava, ovvero la doppia carica di sindaco e senatore? Una persona corretta dedicherebbe le proprie forze o per l'una o per l'altra carica. MEDITATE, MOLFETTESI.......MEDITATE!!!!!!!!


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