MOLFETTA – Un lettore, Corrado La Forgia, ha scritto a “Quindici” per sollecitare la sistemazione di Piazza Mentana, abbandonata da tempo e si è rivolta il 5 febbraio al commissario prefettizio dott. Giacomo Barbato per chiedere un incontro. Finora nessuna risposta.
Proponiamo all’attenzione dell’opinione pubblica e dello stesso commissario la lettera di questo cittadino:
«Egregio Direttore,
scrivo a Lei perché, dopo tanto tempo ed in una situazione di assoluto stallo, non riusciamo a trovare il bandolo della matassa su un tema di interesse pubblico. Sono già diversi anni che, come cittadini della zona di Piazza Mentana cerchiamo di sollecitare l'Amministrazione cittadina, con petizioni riportanti proposte concrete, a sistemare Piazza Mentana, restituendola alla sua funzione originale di luogo di aggregazione sociale.
Ad onor del vero la passata amministrazione ha iniziato il lavoro, recintando la piazza e rimuovendo l'obsoleto e insicuro gioco al centro della piazza stessa. Iniziato appunto, ma non finito; nonostante noi avessimo formalizzato anche soluzioni semplici ed efficaci. Con bassi costi di investimento e, soprattutto, di gestione futura. Abbiamo idea di cosa significa gestire risorse economiche.
È tanto, troppo tempo, però, che la Piazza rimane chiusa e nelle condizioni della foto. Che si commentano da sole.
Abbiamo anche provato a chiedere un incontro al Commissario straordinario Dott. Barbato. Era il 5 febbraio 2013, come si evince dal documento allegato, ma senza nessuna risposta.
Totalmente ignorati e senza uno straccio di risposta. Adesso la domanda è:
quale è il passo successivo? Se più di 100 persone firmano petizioni (documenti tutti disponibili e inviati al Comune) chiedendo cose normali e non vengono degnati di risposta che cosa si può fare?
Abbiamo pensato di provare a riporre il tema all'attenzione della pubblica amministrazione, attraverso un canale diverso.
Ci auguriamo che il dott. Barbato abbia voglia e possibilità di dedicarci del tempo.
Sperando di trovare l'interesse Suo e del giornale da lei diretto La saluto cordialmente.
Corrado la Forgia»
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