Un eroe dimenticato Felice Franzese
Ultimamente su questo mensile (2015/6) è stato ripubblicato un articolo di colore sulla figura di “Colino Franzese”, gestore di uno stabilimento balneare nella seconda metà del secolo scorso. Articolo che già apparve nel 1991/1 su “l’altra Molfetta”. A noi ci è parso utile, invece, far conoscere la figura del padre di Colino: Felice Franzese di Nicola e di la Forgia Rosa (1887- 1943), eroe molfettese diverse volte premiato per i suoi atti di coraggio, di generosità a salvataggio di incauti bagnanti che sfidavano il mare. Nel I Decennio del secolo scorso sulla riviera a levante della città, prospiciente più o meno Via Orsini, operavano diversi stabilimenti balneari: lo stabilimento termale di Gallo Cristallino, il Nettuno di Binetti Onofrio e accanto la Stella d’Italia di Masulli Callista Maria, moglie di Nicola Panunzio. Felice Franzese esercitava l’arte del muratore e durante l’estate faceva il bagnino allo stabilimento balneare la Stella d’Italia, gestito dalla sig.ra Masulli Callista Maria. Precisiamo che nel tratto antistante tutto il lungomare Marcantonio Colonna vi si genera una forte corrente in direzione est-ovest che alle volte diviene pericolosa, perché può allontanare dalla riva l’incauto bagnante. Il 6 agosto 1911 un ragazzo, tale Mastropierro Corrado di Giuseppe, nei pressi della spiaggia Porticella si accinse a fare un bagno e inesperto del nuoto fu trascinato fuori dalla corrente e stava per affogare. Il Franzese si lanciava nelle onde e riusciva a portare un salvagente. Il ragazzo era estenuato ed entrambi correvano serio pericolo. Quando tale Ilarione Azzollini di Corrado, operaio, tornato dall’America da tre giorni, mezzo vestito si lanciò in mare e riuscì ad assicurarli al salvagente. La corrente troppo forte però ostacolava il loro rientro a riva, Il barone Camillo Tortora Braida ebbe l’idea di lanciare una fune e il direttore della Stella d’Italia, il capitano marittimo Azzarita Raffaele raggiunse i tre, legò la fune al salvagente e così tirati a riva furono salvi. Il corrispondente da Molfetta del Corriere delle Puglie (prof. Giuseppe Poli) augurò che le autorità competenti promuovessero al Franzese una giusta ricompensa avendo anche in precedenza fatto altri salvataggi. Le autorità civili e marittime presero atto del comportamento coraggioso del Franzese. Con R. D. del 25 settembre 1911 fu eretta in ente morale la Fondazione Carnegie per gli atti di eroismo fondata dal filantropo americano sig. Andrea Carnegie. Il Franzese segnalato alla Fondazione Carnegie non ebbe alcuna ricompensa perché il salvataggio era avvenuto prima della istituzione della stessa Fondazione. Nel 1914 il Franzese nella sua attività di bagnino presso la Stella d’Italia ebbe modo di salvare altri tre incauti: il 19 luglio trasse in salvo lo Basso Corrado di Francesco di 11 anni durante un forte temporale prossimo allo stabilimento. Il 24 luglio salvò il giovane de Bari Vito di Domenico trascinato dalla corrente. L’11 agosto 1914 salvò Nicolò d’Elia di 50 anni colto da malore. Per questi atti di valore civile le autorità competenti lo segnalarono alla Fondazione Carnegie ed ebbe una medaglia di bronzo. Verso le ore 8,00 del 15 agosto 1928 tali Bellante Simone fu Angelo, di anni 28; Cantatore Michele di Luigi, di anni 25; Camporeale Andrea di Giovanni, di anni 39; Camporeale Michele di Nicola, di anni 29, tutti vaccari di Ruvo, si trovavano nelle acque della spiaggia Marcantonio Colonna a Cala Spina a fare un bagno. I cugini Camporeale, poco pratici del nuoto, con mare agitato si allontanarono dalla riva trascinati da una forte corrente, in un punto dove l’acqua era profonda quattro metri e in breve sparirono in fondo al mare. I due compagni non vedendoli tornare a galla, si misero a chiedere aiuto. Il Franzese a quei tempi gestiva un’osteria in quei pressi e resosi conto di quanto accadeva, si buttò immediatamente in mare raggiungendo i due malcapitati già con sintomi di asfisia e a condurli a riva. Prontamente il Franzese praticò la respirazione artificiale e poco dopo rinvennero. Al Franzese fu proposto un riconoscimento e la Fondazione Carnegie nel 1930 gli concesse un premio di £.400. Nel 1932 il Franzese gestiva nei soli mesi estivi alla spiaggia Marcantonio Colonna un ristorante “Posilipo”. Il 29 agosto alle ore 8,30, riuscì a soccorrere da annegamento Donato Summo fu Leonardo, di anni 23 e Michele Langelli di Domenico, di anni 23, entrambi di Ruvo. Questi poco esperti del nuoto s’erano allontanati dalla spiaggia. Alle grida di soccorso dei bagnanti, accorreva dando prova di coraggio il Franzese, che con sforzi sovraumani riusciva a trarre in salvo i malcapitati. Questo è l’ultimo atto di coraggio a noi noto.
Autore: Corrado Pappagallo