MOLFETTA – Nell’udienza del processo Truck Center bis, tenutasi questa mattina al Tribunale di Trani, il giudice per l’udienza preliminare, Margherita Grippo non ha accolto la richiesta della costituzione di parte civile del Comune di Molfetta, della Regione Puglia e di alcuni familiari delle vittime, difesi dall'avv. Nicola Squeo e altri avvocati, nei confronti delle società e degli enti coinvolti nella tragedia che costò la vita a 5 persone.
Anche il Pm, Giuseppe Maralfa aveva avanzato questa richiesta, che ha un precedente nella storica sentenza di Torino per la Thyssenkrupp che ha condannato anche la società al risarcimento dei danni per gli incidenti sul lavoro, con una sentenza innovativa e coraggiosa.
Il Gip di Trani, invece, si è limitato ad accogliere, dopo oltre 3 ore di camera di consiglio, solo la costituzione di parte civile della Regione, del Comune e dei familiari, nei confronti delle persone fisiche.
La vicenda della Truck Center vede coinvolte 17 persone e tre aziende.
La tragedia della maledetta cisterna (foto) nell’autolavaggio Truck Center risale al 3 marzo 2008, quando persero la vita 5 persone (Guglielmo Mangano, di 44 anni, e, nel tentativo di salvarlo, i colleghi Michele Tasca, di 19, Luigi Farinola, di 37, l’autotrasportatore Biagio Sciancalepore (dipendente di una società di trasporti che lì custodiva i mezzi), di 24, e Vincenzo Altomare, di 64 anni, amministratore della stessa Truck Center. Unico superstite, ferito, fu Cosimo Ventrella.
Secondo l’accusa, fu un’intossicazione acuta da acido solfidrico a provocare la morte dei lavoratori, che si calarono nella cisterna per salvare i propri amici e colleghi.
La Procura della Repubblica di Trani, nell’agosto scorso, aveva chiesto
15 rinvii a giudizio per altrettanti indagati facenti capo a varo titolo alle società
Eni spa,
Nuova Solmine spa e
Meleam Puglia; di quest'ultima società è stato chiesto anche il rinvio a giudizio per illecito amministrativo dipendente da reato.
Questi i reati contestati dal Pm: omicidio colposo aggravato plurimo e lesioni personali aggravate, per 7 dipendenti dell’Eni, che non avrebbero avuto cura di evitare che lo zolfo fuso caricato dai serbatoi di stoccaggio presenti nella raffineria di Taranto fosse messo in circolazione senza la preventiva autorizzazione.
Ai 5 indagati della Nuova Solmine, viene imputato di non aver provveduto alla bonifica della cisterna.
Nel precedente processo, il 26 ottobre 2009 furono inflitti
4 anni di reclusione ad
Alessandro Buonopane,
Mario Castaldo, della
Fs Logistica e
Pasquale Campanile, dirigente della società
La 5 Bio Trans.
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