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Tre candidati sindaci a confronto con Legambiente e i cittadini di Molfetta. In fuga Camporeale, Amato e de Robertis
22 maggio 2013

MOLFETTA - Tre su sei, è questo il rapporto circa l’interesse delle problematiche ambientali dei candidati al più alto scranno cittadino del Comune di Molfetta, che hanno accettato l’invito a rispondere a 4 quesiti preparati dalla locale associazione Legambiente, che ha organizzato il confronto dei candidati sindaci in piazza Municipio. Assenti il candidato sindaco del PDL, Camporeale, che poche ore prima ha dichiarato la propria indisponibilità e ha preferito fare da solo in altra sede (Duomo), ma anche colpevolmente non presenti i candidati UDC Pino Amato e de Robertis del M5S.

Il primo quesito di Legambiente posto a Gianni Porta(Rifondazione), Paola Natalicchio (centrosinistra), e Bepi Maralfa (Linea Diritta, riguarda il rapporto espresso in metri quadri tra i parchi come quello di Lama Martina ed i relativi costi di gestione; si possono rivedere i piani urbanistici, ci può essere una certa correlazione con Parco Mezzogiorno
Mentre Bepi Maralfa parla di un inammissibile ricorso in Cassazione, circa la problematica dello sversamento dei liquami a mare (i canaloni)  suggerisce di tenere un low profile sugli investimenti da effettuare nelle realtà verdi cittadine con fondi spesi in modo definito“goccia a goccia”; Paola Natalicchio propone un modello di Molfetta-Città-Campagna, laddove le cartografie per le quali sono stati spesi ben 76.000 euro hanno dimostrato che le lame sono 13 e non 8; Gianni Porta sostiene invece importante il confronto con le proposte provenienti dalla “Piazza”.
Nel secondo quesito, Legambiente sembra non voler credere più alla centralità del Mediterraneo come sito di scambi mercantili “tradizionali” dei prossimi vent’anni, per cui avvicina quella che può essere l’attività portuale molfettese, all’esperienza di Gioia Tauro per molto tempo cattedrale nel deserto; sono state sminate 48.000 bombe in due anni in fondo al mare, solo 2.000 nelle ultime settimane ricorda la Natalicchio citando fonti della Capitaneria di Porto cittadina: è un’opera che vorrei portare a termine con criteri diversi da quelli espletati finora, seguendo l’esempio dei porti più nobili di Barcellona, del Pireo di Atene, ma anche più vicini a noi come quello di Piombino laddove si è affermata la tecnica del “Green Porth”, ossia la capacità di tenere alta la guardia sull’ambiente, salvaguardando le acque, il suono, la costa, i fondali, permettendo in questo modo di attingere fondi dall’Europa col programma Life Place, sarà importante l’integrazione col resto della città ricorda, la pedonalizzazione delle strade vicine ai cantieri, la creazione di un museo del mare, la valorizzazione delle “Suppigne” che non dovranno essere affatto abbattute, insomma più che porto un discorso che noi amiamo definire “Sistema Mare” .
Bepi Maralfa è più prudente nelle sue proposte: “voglio prima vedere che piega prende l’attività giudiziaria circa quell’opera pubblica, sostiene, mentre Gianni Porta segnala la trasversalità dell’opera posta in essere dal centro-destra e dal centro-sinistra, è un distinguo nemmeno troppo velato che fa emergere nel corso dell’incontro il rappresentante di Rifondazione Comunista, che  ritiene importante la valenza del rapporto con la Regione Puglia della città di Molfetta, insomma l’adesione ad un sistema regionale forse, supponiamo noi, non è stato spiegato, dei trasporti più generale.
Il terzo quesito non è meno coinvolgente del secondo, da Torre Calderina a Ripalta, la creazione di un parco della Murgia Marina al fine di praticare un tipo di economia sostenibile tenendo presente le prospettive occupazionali con il limite dell’attraversamento di un canale di sversamento dei liquami. Partendo dal presupposto che i molfettesi almeno prima dell’avvento del lido Bahia avevano a disposizione circa 4 centimetri quadrati di spiaggia libera a disposizione cadauno, occorre creare un piano delle coste al fine di rendere balneabile quel tratto di costa, è la proposta del rappresentante di Rifondazione Comunista.
Paola Natalicchio  invece ha una visione più ampia del settore turistico in città, le risorse marine, costiere, per quello che riguarda il suddetto settore, a suo parere, vanno integrate in un discorso più ampio delle risorse culturali-turistiche cittadine; Bepi Maralfa sostiene l’esigenza di reperire fondi pubblici per realizzare un’opera adeguata di sversamento dei liquami, e la necessità di creare un sistema di convergenza tra pubblico e privato per ciò che riguarda la creazione prima, la gestione dopo, del sistema turistico ecosostenibile, in città.
Infine Legambiente ha chiesto conto circa la gestione delle “Multiutility” cittadine; Paola Natalicchio sostiene che il settore dei rifiuti-trasporti-manutenzione, in città fino ad oggi ha funzionato poco e male, occorre risparmiare le spese e migliorare la qualità dei servizi offerti soprattutto differenziando di più in fase di smaltimento, e questo si può verificare col sistema del porta a porta spinto; Gianni Porta vede soprattutto l’esigenza di una gestione assolutamente pubblica del settore, segnalando la carenza di personale, mentre Bepi Maralfa ha voglia di combattere il clientelismo sia nella gestione del personale dipendente, che nel rapporto aziende appaltatrici-comune.
Una bella serata,  ben coordinata e condotta dal Presidente di Legambiente, Antonello Mastantuoni, ma soprattutto all’insegna del “Volemmosi Bene”, forse eravamo in presenza di una possibile alleanza mai fortemente voluta prima, lontana dalle risse passate, che ha segnalato ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, come i luoghi istituzionali propriamente detti, il Consiglio Comunale ad esempio, da un po’ di tempo fossero stati esautorati, ma almeno, siamo convinti, qualche proposta passerà.
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                                                               Michele Mininno
Autore: Michele Mininno
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