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Torna l'allarme sicurezza a Molfetta: rapinati un panificio e una stazione di servizio. Crisi economica e tolleranza del passato, le cause
30 agosto 2014

MOLFETTA – Torna l’allarme sicurezza a Molfetta a seguito di azioni di microcriminalità che si vanno intensificando. Nel tardo pomeriggio di ieri due banditi armati e mascherati sono entrati in un panificio di via Salvucci e hanno portato via l’intero registratore di cassa, mentre la stazione di servizio IP della zona industriale ha subito l’ennesima rapina, dopo la quale il proprietario ha deciso di chiudere l’attività.

Certamente non siamo ai livelli di guardia, ma questi fenomeni erano stati ampiamente previsti da Quindici, quando negli anni scorsi ha ripetutamente lanciato l’appello alla sicurezza, ignorato dall’amministrazione comunale dell’epoca. Siamo stati facili profeti, purtroppo, anche se c’era chi ci accusava di esagerare e di lanciare falsi allarmi. Ora i fatti ci danno ragione, anche se avremmo preferito avere torto. Il ruolo della Cassandra non ci piace, ma oltre a raccontare la cronaca, occorre analizzarla per capire l’origine dei fenomeni. Questo fa parte del nostro mestiere e lo facciamo regolarmente, anche se a qualcuno dispiace.

Quindici dicevamo, negli anni scorsi, aveva posto l’accento sul fatto che la tolleranza dell’illegalità e del rispetto delle regole, avrebbe comportato un aumento del fenomeno, divenendo incontrollabile. Il fatto più grave è stato che l’amministrazione di centrodestra era arrivata perfino a regolarizzare situazioni di illegalità, colpite anche dalla magistratura.

Un’inversione di tendenza si è avuta con l’amministrazione Natalicchio che, di fronte a questi fenomeni, non li ha sottovalutati come si faceva in passato, ma ha subito lanciato l’allarme, chiedendo al prefetto maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Certamente il fenomeno non si risolve nel giro di qualche mese con un colpo di bacchetta magica, ma monitorarlo e iniziare un’azione preventiva, come si sta facendo, colpendo subito alcuni fenomeni di abusivismo, può essere anche un segnale di discontinuità con il passato.

Bisogna anche dire che la causa di questa situazione è dovuta alla crisi economica che sta facendo aumentare il livello di furti e rapine in tutto il territorio nazionale e nel Mezzogiorno in particolare. Il rispetto delle regole e il ritorno alla legalità stanno stretti ad alcuni esponenti della criminalità locale, ai quali si aggiungono bande di delinquenti, che vengono da fuori, cercando di procurarsi denaro facilmente, per necessità, ma la maggioranza per mantenere un tenore di vita che la crisi non permette più. E si torna a delinquere.
Una cosa appare certa: mai come in questi mesi si è visto un intensificarsi dei controlli sul territorio, garantito dal prefetto di Bari, Antonio Nunziante al sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, dopo una serie di incontri tesi proprio a fronteggiare l’emergenza criminalità.
La difficoltà, dovuta alla crisi economica e ai tagli del governo, impedisce la realizzazione di un commissariato di polizia, ma il prefetto ha assicurato, una maggiore presenza di auto in vigilanza che abbiamo visto in questi mesi a Molfetta. E’ stato anche predisposto un servizio di controllo aereo attraverso elicotteri che ogni tanto sentiamo volteggiare sulla città.
E’ chiaramente insufficiente, soprattutto per la microcriminalità che si va intensificando in tutta la regione. Anche i carabinieri, pur con organici insufficienti, stanno dimostrando una maggiore presenza e soprattutto una rapidità di intervento, che comunque serve da deterrente per evitare l’incremento dei fenomeni criminali.

Del resto, a confermare l’incremento di criminalità dovuto alla crisi economica, c’è anche uno studio di Bankitalia. Gli economisti, infatti, hanno sviluppato una ricerca completa sull'argomento. Gli studiosi di Via Nazionale hanno calcolato matematicamente che una riduzione del 10% dell'attività economica a livello locale produce un aumento del 6% dei furti e del 10% delle estorsioni. Il calcolo è stato fatto incrociando i dati del Cerved sui bilanci delle imprese nelle diverse realtà locali con le parallele ''notizie di reato'' stilate dalla polizia all’autorità giudiziaria. C’è pure un forte impatto sulle estorsioni, anche se bisogna soppesare il fatto che ce ne sono solo 4 dettate da ragioni economiche ogni 1.000.

Dall’indagine si rileva che esiste un impatto ''negativo'' su altre categorie ''in cui appaiono necessarie maggiori competenze criminali'', quali le rapine. Ed ancora, non risulta nessuna relazione fra la crisi ed i reati a carattere non strettamente economico, come stupri, omicidi o altri crimini violenti.
La ricerca contiene anche molte altre indicazioni. Gli effetti della crisi sono più evidenti sull'aumento dei furti nelle zone nelle quali la forza lavoro è più giovane o dove c’è una prevalenza di piccole imprese. Diminuisce invece dove è più forte la criminalità organizzata. In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia il legame fra la riduzione dell’attività economica e l'intensificarsi dei reati ha un'evidenza ancora minore, ad indicare come il ''monopolio'' del crimine detenuto dalle organizzazioni mafiose renda molto più difficile ''improvvisare'' un'azione illegale, rispetto alle zone dove invece ''il controllo del territorio è meno capillare''.

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