Toglietemi due milioni di voti, ma non un atomo di verità
“La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi” diceva Aldo Moro. Ma la verità è più illuminante e ci fa essere più coraggiosi se a raccontarcela è chi l’ha cercata, proposta e trovata. È il caso dell’on Gero Grassi, il quale ha avanzato in data 5 agosto 2013 la proposta di legge per istituire una Commissione Parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Come è nato il suo interesse per la figura di Aldo Moro? «Io ho conosciuto Moro quando avevo cinque anni, parlo del 1963. Il mio interesse per questa vicenda è nato quando, studiando le carte dei processi, ho capito che non ci era stata detta la verità». La rabbia è il sentimento che lo ha portato ad istituire la Commissione Parlamentare d’inchiesta? «Sì, rabbia, tanta rabbia. La Commissione d’inchiesta, approvata in Parlamento, rispecchia la verità diversa da quella raccontata. Rispecchia la verità e basta». Secondo lei il Caso Moro è una vicenda chiusa? «Assolutamente no, è una vicenda per la quale ci sono solo margini di verità, di una verità negata». Quale significato ha per lei la mostra dedicata ad Aldo Moro? «Aver organizzato questa mostra significa realizzare il pensiero di Moro, coinvolgendo anche chi allora non esisteva ancora e trasmettendo anche alle nuove generazione il suo forte messaggio». Il suo interesse continuerà in questa direzione? «La mia risposta è “sempre”. “Toglietemi due milioni di voti ma non un atomo di verità” è questo ció che Moro mi ha insegnato». Cosa direbbe a Moro se potesse parlargli oggi? «Gli chiederei scusa a nome dell’Italia che lo ha distrutto portandolo a questa morte».