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Teatro a Molfetta. La vita davanti. Si può vivere senza amore? Prosegue la rassegna di drammaturgia contemporanea Storie da me – Autori in scena, organizzata dall'Associazione Culturale Malalingua di Molfetta. Una produzione del Teatro Valle Occupato di Roma
11 febbraio 2013

MOLFETTA - Venerdì 15 febbraio, alle ore 21.00, sul palco del Cineteatro Odeon di Molfetta (Via Baccarini 104) andrà in scena lo spettacolo La vita davanti – Si può vivere senza amore?  La vita davanti, una produzione del Teatro Valle Occupato di Roma,è ideato e interpretato da Tony Allotta, che si è liberamente ispirato all’opera letteraria di Emile Ajar per far rivivere sul palco il personaggio di Momo, bambino mussulmano abbandonato dalla madre nell’orfanotrofio di Madame Rosa, anziana prostituta ebrea scampata ai campi di concentramento di Aushswitz, che nella Belleville multietnica degli anni 80 si occupa dei figli delle prostitute. Attraverso la voce di Momo e il suo rapporto con Madame Rosa, lo spettacolo accompagna il pubblico in una indagine sull’amore nei tempi di crisi, sollevando la disarmante domanda: si può vivere senza amore? La vita davanti è un racconto diretto, mai patetico e disperatamente vitale, sulle scelte universali cui la vita ci pone immancabilmente di fronte.
Nei giorni successivi allo spettacolo, sabato 16 e domenica 17, Tony Allotta condurrà un laboratorio teatrale nella sede dell’Associazione Culturale Malalingua: “Woody Allen e la tragedia greca”. Informazioni e prenotazioni al numero 347.4663244 o all’indirizzo malalingua@hotmail.it
Tony Allotta è nato a Roma, dove è iniziata la sua formazione professionale, tra l'Università la Sapienza e il Laboratorio di Gigi Proietti, con cui ha lavorato in diversi spettacoli (Leggero Leggero, L'opera del Mendicante, Per Amore e per diletto, fino all'inaugurazione del Globe Theater di Roma con Romeo e Giulietta). Successivamente ha collezionato numerosi ruoli in diverse produzioni teatrali e dal 2007 porta sulle scene il suo Lettere rubate, cui si affianca dal 2012 La vita davanti. Nel film di Jean Sarto Dall'altra parte del mare (2009), recita a fianco di Galatea Ranzi interpretando il ruolo di Filippo.

Autore: Adelaide Altamura
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AMORE. - Anche profondo e disperato, è sempre dolce. Non biasimo chi è capace di amare davvero, anzi lo invidio e lo felicito, perché l'amore, quantunque sia una pura illusione, ed abbia molti dolori, ha però un maggior numero di piaceri; e se fa molti danni, questi servono per pagare moltissimi diletti che ci procura. Sotto questo aspetto io approvo l'amore se bene non lo provo; ma quando poi esso ci dovesse fare infelici, non concederò mai che la ragione, in qualunque uomo, sia filosofo, sia mondano, non debba potere, se non altro, indebolirlo. Certamente l'amore e la morte sono le sole cose belle che ha il mondo, e le sole solissime degne di essere desiderate. Pensiamo, se l'amore fa l'uomo infelice, che faranno le altre cose che non sono né belle né degne dell'uomo. Io non ho mai sentito tanto di vivere quanto amando, benché tutto il resto del mondo fosse per me come morto. L'amore è la vita e il principio vivificante della natura….. Le cose son fatte per amarsi scambievolmente, e la vita nasce da questo. I migliori momenti dell'amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che, e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale. In quel riposo la tua anima meno agitata, è quasi piena, è quasi gusta la felicità. Così anche nell'amore, ch'è lo stato dell'anima il più ricco di piaceri e d'illusioni, la miglior parte, la più dritta strada al piacere, e a un'ombra di felicità, è il dolore. L'amor libidinoso considera più le altre forme che quelle del viso. Pur è certo che la più sfrenata, invecchiata, ed abituale libidine, è molto eccitata dalla significazione, vivacità ec. ec. degli occhi e del viso, e respinta da un'assoluta bruttezza, in significazione ec. di fisionomia. Anzi forse tali eccitamenti son più necessarii all'eccessiva ed invecchiata libidine che alla mediocre. – L'unica fonte di piaceri è l'amor proprio; che in ultima analisi si risolve in ambizione o in sentimento. Nessuna dolce e nobile ed alta e forte illusione può stare senza la grande illusione dell'amor proprio, l'illusione della stima di se stesso e della speranza. Togliete via questa, tutte le altre verranno meno immantinente, e potete conoscere allora che questa era il fondamento e la nutrice, per non dir la radice e la madre di tutte le altre. L'amor proprio è sottilissimo e s'insinua da per tutto, e si trova nascosto ne' luoghi i più reconditi del nostro cuore. (L'AMORE : GIACOMO LEOPARDI)
AMORE! Vi sono tante qualità d'amore che non si sa a quale ricorrere per la definizione. Si suol chiamare audacemente “amore” un'esaltazione di pochi giorni, una relazione senza affezione, un sentimento privo di stima, un'arida consuetudine, una fantasia romanzesca, un capriccio del gusto seguìto da un pronto disgusto: si suol dare questo nome a mille chimere. L'immaginazione ha lavorato sul canovaccio fornito dalla natura. Se vuoi avere un'idea dell'amore, guarda gli uccelletti del tuo giardino, osserva i colombi; contempla il toro che portano alla giovenca; guarda bene quel superbo cavallo che conducono alla cavalla che lo aspetta tranquilla, e solleva la coda per riceverlo: guarda come i suoi occhi scintillano, ascoltane i nitriti, osserva quei salti, quegli scambietti, le orecchie che fremono, la bocca che si apre con piccoli tremiti, le narici che si dilatano, il soffio caldo che ne esce, la criniera che si drizza e agita al vento, il moto imperioso ond'egli si lancia sull'oggetto che la natura gli ha destinato. Ma non esserne geloso, e pensa ai vantaggi della specie umana: essi compensano in amore tutti i doni che la natura ha elargito agli animali, forza, bellezza, leggerezza, rapidità. Ci sono animali che non conoscono il piacere: la femmina depone sul fondo milioni di uova, e il maschio che le trova passa su di loro fecondandole col proprio seme, senza sapere qual femmina le ha fatte. E la maggior parte degli animali che si accoppiano in modo simile a noi, provano piacere con un sol senso, soddisfatto il quale, tutto è finito. Nessun altro animale all'infuori dell'uomo conosce quelle strette in cui tutto il corpo è sensibile; quei baci in cui le labbra gustano la voluttà che mai non stanca. E questi piaceri appartengono solo alla nostra specie; la quale sola d'altronde può abbandonarsi all'amore in ogni stagione dell'anno, mentre gli animali hanno per questo un'epoca stabilita. E siccome gli uomini hanno il dono di perfezionare tutto ciò che la natura ha concesso loro, hanno anche perfezionato l'amore. La pulizia, la cura di se stessi, rendendo la pelle più delicata, aumenta i piaceri del tatto, e la cura della propria salute rende gli organi della voluttà più sensitivi. La stessa Natura poi, senza distinzione, avvelena i piaceri dell'amore e le fonti della nostra vita: è la VITA. Nonostante tutto, NESSUNO PUO' VIVERE SENZA AMORE!

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