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Teatrermitage, il teatro come strumento di educazione e di conoscenza
15 ottobre 2011

Più comunemente nota come organizzatrice del festival «Ti fi abo e ti racconto», giunto quest’anno alla 16° edizione, l’associazione culturale del Teatrermitage può vantare una lunghissima storia che la caratterizza. Quest’anno cade, infatti, il venticinquennale della sua attività, come ha spiegato a Quindici Vito d’Ingeo, regista e esperto di didattica teatrale. A contraddistinguere l’associazione intervengono le numerose attività di produzione di spettacoli di teatro per ragazzi, svolte non solo nelle regione, ma anche in Basilicata e in Campania. Quest’anno il Teatrermitage riprende lo spettacolo «Io non taccerò», prodotto per la scuola superiore e per gli adulti e legato al progetto sulla legalità, per indagare con la drammatica la vicenda di don Peppe Diana, dunque la realtà e i meccanismi della camorra campana. «Il nostro è un teatro di tipo sociale e civile - ha chiarito d’Ingeo - contribuisce alla conoscenza di questo fenomeno e alla crescita di una coscienza contro l’illegalità». Un altro spettacolo maestoso e di forte impatto emotivo, legato al progetto della memoria, è «Il canto del Lager» che evoca la dura realtà dei campi di sterminio ed educa ai valori della cittadinanza, della tolleranza, della solidarietà e del rispetto verso gli altri. Il Teatrermitage si distingue, inoltre, per la grande attenzione rivolta al mondo dei bambini. Interessante la progettazione di un nuovo spettacolo per la scuola elementare, caratterizzato sempre da una valenza didattica, che, attraverso la rilettura della fi aba del «Piff eraio magico», invita a rifl ettere su una tematica di grande attualità, quella dei diritti dei bambini. «Continuiamo, infatti, anche negli spettacoli rivolti ai più piccoli, a utilizzare il teatro come strumento di crescita, di arricchimento e di conoscenza». Un’altra attività peculiare è rappresentata dai diversi laboratori di formazione teatrale, «fi nalizzati a rendere i ragazzi protagonisti del “fare teatro” - ha aggiunto d’Ingeo - a fare emergere la teatralità che è in ognuno di noi e che viene poi affi nata attraverso una studiata pratica teatrale». Un teatro continuamente impegnato nel sociale, quello del Teatremitage, interessato a trasmettere dei messaggi precisi e accessibili a tutti. Non il teatro fi ne a se stesso, ma il teatro legato a una funzione civile e politica, che lo rende diverso da tutte le altre esperienze “commerciali” nel panorama teatrale di Molfetta. L’obbiettivo principale è da sempre l’educazione al teatro, come ha spiegato Eugenia Spaccavento, componente dell’associazione. «Obbiettivo perseguito ad ampio spettro - ha continuato - partendo dalle scuole di ogni ordine e grado, fi no ad interessare intere famiglie». Notevoli sono state in questi anni le esperienze svolte per strada, nei quartieri periferici, nelle zone disastrate, suscitando l’interesse di tantissimi passanti, cercando di avvicinare sempre più gente al teatro e favorendo quello che la Spaccavento ha defi nito «la promozione del pubblico». Questo lavoro di educazione al teatro ha prodotto un’elevata off erta, soprattutto a Molfetta, caratterizzata in quest’ultimo periodo da un rifi orire di proposte di tutti i generi. «Oggi si organizzano corsi di teatro ovunque, nelle palestre, nelle scuole di musica, nelle parrocchie». L’off erta sta assumendo delle dimensioni poco controllabili e «in assenza di proposte piene di contenuti e qualitativamente signifi cative - ha concluso la Spaccavento - si rischia di assistere a una delegittimazione e un’approssimazione del nostro lavoro»

Autore: Loredana Spadavecchia
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