Sviluppo centri commerciali a Molfetta: esplosione o implosione?
Molfetta sta diventando grande? Senz'altro la cittadina in questi anni ha vissuto uno sviluppo fuori dal comune. Un intero quartiere è sorto alle porte della città, e nella zona industriale un incredibile numero di imprese si è insediato. Con l'apertura del nuovo parco divertimenti il cerchio appare chiuso. Centri commerciali all'aperto, immense gallerie di negozi al chiuso, ipermercati del fai da te, e via dicendo. Chi arriva dalla SS16bis e inforca l'uscita della zona industriale, arriva in un vero e proprio “Gotha” del commercio. Ai più dunque, appare evidente che la cittadina è cresciuta e ampiamente arricchita. Del resto sono molti gli abitanti del territorio circostante a considerare Molfetta come un paese ricco e pieno di opportunità. Un dubbio, però, ci assale e vorremmo porgere delle domande ad un sociologo, a un economista e a un antropologo, non essendo esperti in queste discipline. Al sociologo, innanzitutto, vorremmo chiedere se questa crescita evidente nella zona periferica della città, ma invisibile nel cuore pulsante del paese, abbia portato reali benefici culturali e sociali. Sarebbe opportuno capire, attraverso la sua competenza, se una cittadina trovi maggiori vantaggi, attraendo i propri concittadini e quelli in visita, nel centro del proprio paese, vicino ai propri monumenti e alle proprie tradizioni, o se piuttosto questi benefici possano arrivare anche, se la maggior parte dei visitatori evitino completamente le vie del paese, per recarsi direttamente in queste strutture, ignorando completamente (anche perché nessuno li informa) le bellezze e le opportunità presenti sul territorio. All'economista vorremmo, invece, chiedere, attraverso una raccolta obbiettiva dei dati, se questa enorme girandola di affari conclusi nella nostra zona industriale, ha poi avuto una ricaduta reale sul territorio. Nel caso in cui la risposta fosse affermativa, a questo punto, ci piacerebbe che spiegasse, come mai un'enorme mole di giovani laureati, per trovare lavoro, continua ad emigrare dalla nostra città e perché, non pare diminuire la vistosa sacca di povertà presente lungo le strade di Molfetta (le numerose rapine possono essere senza dubbio considerate come una spia accesa sul fenomeno). Sempre “l'illustre studioso”, dovrebbe poi avere la pazienza di farci capire perché questo enorme flusso di denaro che, in qualche modo, è entrato nelle casse comunali (questi centri commerciali dovranno pur pagare tasse comunali, oneri e via dicendo), non è riuscito a migliorare lo stato delle strade, dove ormai l'asfalto appare un optional. Possibile che il bilancio del Comune non consenta di poter apporre qualche alberello in più lungo i viali della città? Possibile che l'assessorato competente non sia riuscito ad impostare, con questi colossi commerciali, qualche iniziativa che, invogliasse i loro clienti a spingersi anche oltre il confine della chiesa della Madonna dei Martiri? Possibile che non si sia riusciti a strappare qualche spicciolo, magari anche attraverso qualche sponsorizzazione, per poter cominciare un'opera di rivalutazione e rilancio del centro storico, riuscendo magari così ad aiutare quei pochi coraggiosi che hanno intrapreso belle iniziative in quella zona? Possibile che non si siano incamerati i mezzi finanziari necessari a salvare o comunque a sviluppare gli ormai pochi contenitori culturali del paese? Possibile che centri più piccoli e con meno presenze commerciali all'interno del territorio (vedi Mola di Bari), siano riusciti a costruire un museo del mare e che Molfetta con la sua tradizione marinara, non possa costruire, o realizzare uno spazio espositivo dedicato al mare, che sia un'attrattiva capace di invogliare qualche turista temerario a farci visita, dopo aver comprato le scarpe alla moglie? Possibile che questo sviluppo commerciale ai bordi della nostra città non sia riuscito a riqualificare le troppe zone degradate nell'arredo urbano? Possibile che non ci siano i fondi per arricchire e abbellire il corso pedonale, definito dalla stessa amministrazione il “salotto cittadino”, e aiutare in questo modo i sempre più bistrattati commercianti del centro? Infine dovrebbe venirci in soccorso qualche antropologo, per illustrarci, se è plausibile sponsorizzare le nostre belle tradizioni, come ad esempio i riti della Settimana Santa, direttamente sul territorio, sfruttando gli spazi disponibili di queste enormi strutture commerciali, oltre a presentare, tali eventi culturali, preconfezionati nei classici pacchetti alla fiera internazionale del turismo. Invogliando, in questo modo, tutti quei visitatori che arrivano da lontano, (come testimoniano le targhe delle numerose automobili parcheggiate all'esterno dei centri commerciali), a visitare la nostra città e a lasciare un po' del loro denaro anche all' “interno” del paese e non solo “all'esterno”. Arrivati a questo punto, tutti e tre gli esperti, dovrebbero farci capire se, l'affermazione che questo sviluppo sia troppo concentrato nella zona industriale e completamente avulso alla città, sia eccessiva o comunque basata su delle riflessioni valide. Può essere, come è già successo da qualche altra parte, che questa “esplosione” ai bordi della città abbia comportato un' “implosione” del centro urbano, ormai completamente rinchiuso e racchiuso su se stesso?