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Sulla strada giusta. Morte di un sindaco del Sud: Gianni Carnicella
Gianni Carnicella
07 luglio 2022

MOLFETTA Pubblichiamo un ricordo di Gianni Carnicella, il sindaco assassinato a Molfetta, scritto oggi da Marta Palombella in occasione dei 30 anni dalla morte

 Era il 1992.

 Il sindaco di Molfetta, Gianni Carnicella, fu assassinato il 7 luglio, tra la strage nella quale persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta, il 23 maggio, e un’altra strage nella quale morirono Paolo Borsellino e la sua scorta, avvenuta il 19 luglio.

Dopo quella estate di sangue, nulla fu come prima.

La città reagì e si mise all’opera.

Coesa.

Oggi, dopo trent’anni, Molfetta è ripiegata su se stessa e profondamente lacerata.

Priva di senso etico e annichilita dal degrado che talvolta appare quasi ormai un dato ineluttabile e immutabile.

Un intero quartiere centrale nelle mani di baby gang guidate da malviventi disposti a tutto che tengono in scacco i cittadini con le loro bravate e veri e propri atti delinquenziali, dai furti agli atti intimidatori nei confronti di passanti e residenti.

E cito anche gli episodi di vere e proprie minacce e pesanti aggressioni verbali subìte dal candidato sindaco del centrosinistra dinanzi al suo comitato elettorale.

Col silenzio assordante dell’istituzione comunale.

E non dimentichiamo, le numerose bombe fatte scoppiare in sequenza in molti cantieri edili.

Minimizzare l’accaduto e volgere lo sguardo dall’altra parte fa male alla città e alla sua convivenza civile.

Nell’ultima relazione della Direzione distrettuale antimafia, organismo creato proprio da Giovanni Falcone poco tempo prima della sua morte, è stato forte l’allarme lanciato sulla pervasività della mafia a Molfetta.

Il dossier meriterebbe un serio approfondimento tra tutti i cittadini di buona volontà.

Gianni Carnicella ha sacrificato la sua vita per noi tutti, dicendo NO all’illegalità diffusa anche nella casa comunale, allo strapotere dei malviventi locali che aspiravano a fare il grande salto nella malavita organizzata.

 E cominciò, lui per primo, da sindaco, a cambiare le regole.

Gianni aveva scelto da subito da quale parte stare.

Dalla parte dello Stato, della legalità, della trasparenza.

Anche a costo di smantellare vecchie insane abitudini.

Così scriveva Guglielmo Minervini nell’agosto del ‘92… “Questo Sindaco - Giovanni Carnicella – deve essere apparso agli occhi di colui che lo ucciderà … un disobbediente pericoloso alla “legge” dello scambio…”.

Oggi, noi molfettesi abbiamo il dovere civile non solo di ricordare Gianni ai ragazzi e alle ragazze ma di testimoniare il suo esempio di dirittura morale, legalità e trasparenza amministrativa, diventando noi stessi, testimoni di legalità e politica buona.

E’ l’unico onore che possiamo rendere oggi e sempre al nostro Sindaco, Giovanni Carnicella, vittima di mafia.

Morto per la città.

Marta Palombella

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