Successo del concerto del duo Losacco-Cianciotta all’Auditorium S. Domenico di Molfetta
Luca Cianciotta e Paride Losacco
MOLFETTA - Cos’è la musica se non la condivisione di respiri, energia, onde e silenzi? Paride Losacco e Luca Cianciotta, violinista il primo, pianista il secondo, sono non solo due musicisti – giovanissimi, rispettivamente di 16 e 18 anni - a cui la natura ha regalato doni tecnici non comuni, ma anche due ragazzi che un anno fa (appena) hanno scelto di perfezionare la loro amicizia creando un duo che racconta una voglia immensa di complicità artistica: amici dai tempi del solfeggio al Conservatorio “Piccinni” di Bari, sono diventati duo nella classe di musica da camera del maestro Pasquale Lepore.
Invitati da Marilena Gaudio nella rassegna Giovani Promesse organizzata dal Centro culturale Auditorium di Molfetta, nella chiesa di San Domenico, hanno letteralmente incantato un pubblico numeroso (tra cui molti bambini) grazie al loro talento, alle profondità dell’interpretazione ma anche alla sincerità scanzonata del loro essere, dentro e fuori il palco. Una scanzonatezza compatibile con la freschezza dei loro anni, e quasi incompatibile con l’affondo della loro letture musicali: con gli strumenti tra le mani i due giovanissimi si rivelano due maturi professionisti a tutti gli effetti.
Entrambi inseriti nelle graduatorie delle “eccellenze” del Conservatorio “Piccinni” in solo e in duo, Paride e Luca dividono il loro tempo tra la musica e la scuola (il violinista è al terzo anno del liceo classico Flacco a Bari, il pianista al quinto del liceo scientifico di Bitetto), ed entrambi hanno maturato esperienze che fanno ben sperare nel loro futuro musicale. Allievo del maestro Francesco D’Orazio, Paride Losacco ha tenuto il suo primo recital a dieci anni e a dodici ha debuttato per l’associazione “Niccolò Paganini” di Parma. E’ risultato vincitore di diversi concorsi nazionali e internazionali, ottenendo altresì un terzo premio (primo non assegnato) alla terza edizione del “Leonid Kogan” a Bruxelles. Si è poi distinto all’ultima edizione del Premio delle Arti indetto dal Miur e svoltosi al Conservatorio di Firenze dove ha meritato la menzione quale finalista più giovane e il premio speciale come miglior interprete della Musica del Novecento suonando Tzigane di Ravel. Il recente debutto da solista con l’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari diretta dal maestro Giovanni Pelliccia gli è valso un importante e personale successo. Interprete versatile, al repertorio violinistico tradizionale ama alternare pagine rare di autori contemporanei e del Novecento, affrontando altresì programmi sinfonici con l’orchestra Ayso che lo vede spesso impegnato in qualità di solista. Già ammesso a frequentare le masterclass di Lukas Hagen e Klaidi Sahatçi, attualmente si perfeziona con Yair Kless.
Luca Cianciotta è allievo del maestro Emanuele Arciuli, dopo aver frequentato in precedenza la classe del maestro Luigi Ceci. Si perfeziona al contempo con illustri docenti quali Michele Marvulli e Daniel Rivera. Ha conseguito ottimi risultati in numerosi concorsi nazionali ed internazionali (Pietro Argento di Gioia del Colle, Steinway per Giovani Talenti a Martina Franca, International Piano Competition a Ischia, XXVIII Concorso Pianistico Internazionale Chopin Roma, Concorso Pianistico Internazionale Città di Albenga) e si è esibito per Piano Solo Lab a Martina Franca e Bari Piano Festival.
Il programma eseguito dal duo a Molfetta offriva un excursus completo della musica del Romanticismo da Schubert a Saint-Saëns. Benché composta nel 1816, la Sonata in re maggiore di Schubert possiede ancora un gusto quasi mozartiano: i due movimenti estremi, spensierati e maliziosi, incastonano un secondo movimento che all’eleganza, complicatissima da rendere, della scrittura schubertiana unisce un senso di dolorosa introspezione che il duo ha saputo perfettamente cogliere, regalando momenti di pura estasi, complice la magnifica acustica dell’auditorium.
La Sonata di Schumann in la minore, del 1851, è invece una di quelle pagine tutte intrise di oscuro Sturm und Drang: il pianoforte è densissimo e su questo si incastra una linea di violino che predilige le corde gravi e le tinte torbide. Il dialogo tra i due strumenti è molto fitto: Losacco e Cianciotta sono qui in un altro mondo rispetto a quello schubertiano, e lo restituiscono con una visione precisa e robusta, quanto naturale. Se il celebre brano Introduzione e Rondò capriccioso di Saint-Saëns (versione col pianoforte di Bizet) consente a Losacco di far sfoggio di un rapinoso e seducente virtuosismo (il brano venne composto su misura per il virtuoso basco Pablo de Sarasate), il bis, Salut d’amour di Elgar conferma l’eccezionale maturità di questi due musicisti a cui sono andati i più sinceri complimenti del presidente del Centro culturale Auditorium, Damiano D’elia, e dei suoi rappresentanti don Silvio e Onofrio Salvemini.
La magistrale guida all'ascolto è stata condotta dalla musicista e giornalista Fiorella Sassanelli.
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