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Stuprata dal branco a 14 anni: arrestati 4 giovani nella giornata contro la violenza sulle donne. Molfetta sotto choc
15 dicembre 2013

Uno stupro di gruppo contro una ragazza di soli 14 anni ha sconvolto a fine novembre la città di Molfetta, già scioccata da altri scandali avvenuti durante la passata amministrazione di centrodestra del sen. Antonio Azzollini. Quattro degli autori materiali della violenza sono stati arrestati dai carabinieri, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne. Una coincidenza, come ha detto il Procuratore capo del Tribunale di Trani dott. Carlo Maria Capristo, ma una coincidenza che fa pensare e conferma il disagio del mondo femminile di fronte alla crescente aggressività maschile di questi tempi. E così Molfetta, dopo lo scandalo delle presunte irregolarità edilizie e quello della presunta truffa del porto da 150 milioni, che vede coinvolto anche l’ex sindaco Azzollini, è finita ancora una volta sulla pagine dei giornali e degli schermi televisivi nazionali, con un’immagine negativa. Le accuse per i giovani sono gravissime quelle per le quali il Giudice per le Indagini Preliminari di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha ordinato ai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, al comando del cap. Matteo Vincenzo Orefice di arrestare quattro giovani, tutti maggiorenni, accusati di aver violentato in gruppo un ragazza quattordicenne. Sono stati messi agli arresti domiciliari con le terribili accuse di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona, il tutto aggravato dal fatto che la vittima fosse minorenne. I fatti risalgono alla primavera e all’estate dello scorso anno, ma la vittima ha trovato il coraggio di denunciare solo in un secondo tempo, terrorizzata dal fatto che il branco la potesse di nuovo aggredire e “sputtanare” in giro, come ella stessa ha dichiarato e di essere considerata una “facile”, come aveva fatto credere una sua amica mettendo un falso profilo della vittima su Facebook con tanto di numero di cellulare. L’amica non è indagata perché ha detto di averlo fatto per scherzo. A condurre le indagini sono stati il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il Pubblico ministero Mirella Conticelli. Sarebbero stati in 10, ragazzi tra i 16 e 24 anni a stuprarla ripetutamente nell’anfiteatro del parco di Ponente di Molfetta, dove era stata portata a bordo di uno scooter. La ragazza sarebbe stata afferrata da uno di essi per il collo “a mo’ di abbraccio e con una certa forza” trascinata nel Parco di Ponente, dove c’è l’Anfiteatro del mare. Nel falso profilo Facebook si era fatto credere a tutti che la ragazzina fosse “facile” e “disponibile”. Così è cominciato il gioco perverso: un gruppo di “balordi” l’ha inseguita per mesi, fino a riuscire ad adescarla nell’aprile del 2012, quando alcuni dei ragazzi erano anche minorenni. La vittima, per ingenuità data dall’età, nutriva un’aprioristica fiducia verso quei ragazzi, benché li conoscesse solo di vista. Con quest’animo la ragazza, una sera di primavera dello scorso anno, era stata avvicinata da un gruppo di 10 giovani e convinta a fare un giro con loro. Mai avrebbe pensato che sarebbe stata trascinata in un luogo appartato, dove in cinque hanno a turno abusato di lei, sotto gli occhi di altri coetanei che hanno assistito divertiti, insultandola, reprimendo con la forza ogni tentativo di reazione. Questo tremendo episodio è stato solo l’inizio di una lunga serie di violenze alla quale la ragazza è stata sottoposta dal branco che ha continuato ad abusare di lei in più circostanze dietro minaccia di raccontare in giro quanto era accaduto. Inutile il tentativo della giovane di liberarsi dall’incubo gettando via il proprio cellulare, infatti, dopo un periodo di relativa calma, il branco si è fatto nuovamente avanti. La ragazza sarebbe stata avvicinata da uno dei precedenti aggressori anche durante una gita col gruppo dell’oratorio e in quell’occasione sarebbe stata difesa da un amico. Una “fonte confidenziale” avrebbe permesso ai carabinieri di avviare le indagini e convincere la ragazza, con l’aiuto di una psicologa, a denunciare la violenza subita, sembra quando era ancora vergine. Gli aggressori individuati e arrestati dai carabinieri sono Damiano Ponte (21 anni), Andrea Rana (20 anni), Nicolas Turtur (25 anni) e Angelo De Cesare (21 anni), tutti di Molfetta e alcuni già noti alla giustizia. Sono stati messi tutti ai domiciliari, mentre per un quinto ragazzo minorenne il fascicolo è stato affidato al Tribunale dei minori di Bari. Un mese dopo lo stupro, uno dei 4, il più grande, secondo l’accusa, avrebbe approfittato della buona fede della ragazza e con la scusa di aiutarla, avrebbe di nuovo approfittato di lei. Tutti gli arrestati nell’interrogatorio di garanzia fatto dal giudice Luca Buonvino del Tribunale di Trani non hanno voluto rispondere alle domande del magistrato, mentre Turtur ha negato la partecipazione allo stupro di gruppo. Secondo il suo avvocato sarebbe rimasto fuori del parco a parlare con un’altra persona, ma ha ammesso un rapporto successivo nei pressi della Basilica della Madonna dei Martiri, affermando però che la ragazza era consenziente. Secondo i magistrati inquirenti, invece, il giovane avrebbe assistito alla violenza e non avrebbe reagito e poi un mese dopo avrebbe avvicinato la ragazza sostenendo di volersi scusare per non averla difesa e poi l’avrebbe costretta a un rapporto orale sotto la minaccia di raccontare tutto in giro quanto avvenuto con gli altri giovani. Insomma, versioni contrastanti sulle quali sono in corso le indagini. La vittima ha raccontato ai magistrati della presenza di altre ragazze su una panchina del parco che l’avrebbero vista trascinare nel parco, preferendo ignorare l’aggressione, come anche altre due amiche con le quali si sarebbe confidata, avrebbero scelto di tacere. Anche il custode del parco non si sarebbe accorto di nulla, mentre la ragazza si è meravigliata come l’uomo non avesse sentito le sue grida di aiuto. Il custode, però, ha dichiarato ai carabinieri di non aver mai visto la ragazza. Un clima di omertà che ha reso ancora più angoscioso lo stato della ragazza, che ha raccontato di essere stata spesso seguita anche nei giorni e nei mesi successivi dai altri ragazzi che la invitavano a un rapporto sessuale e al suo rifiuto la insultavano. vUna vicenda squallida che è avvenuta grazie alla facilità con cui su Facebook si riesce a carpire la buona fede della gente. Ed è proprio questo l’allarme che ha lanciato il procuratore aggiunto Francesco Giannella invitando tutti a prestare attenzione e a non rivelare particolari privati sui social network.

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