Streghe e inquisizione nella Molfetta del ‘600
Straordinaria rappresentazione teatrale dell’Ipssar e della “Giaquinto”
Profumo d’incenso, luci soffuse, musica inquietante, semplici corde che si intrecciano, questa la scenografia dello spettacolo realizzato dalla scuola media “Giaquinto” e dall’Istituto Alberghiero di Molfetta nell’anfiteatro di Ponente il 5-6 giugno.
Rosa Pantaleo, “mésciàle” molfettese è vittima dell’intolleranza e della persecuzione che la vedono imbrigliarsi tra le corde delle false deposizioni dei suoi testimoni e dei suoi vicini, nel marzo del 1671.
Ed ecco come la volontà del “Ragno-Vescovo” designa Rosa capro espiatorio per la diffusione dei principi nella Chiesa Cattolica in materia di stregoneria.
L’amore per la libertà dell’animo da strega, si suggellerà con la morte in un estremo tentativo di fuga, pervicacemente impenitente.
Rosa Pantaleo, figura romantica che accetta di pagare con la vita il ritorno alla libertà della sua anima di Gatta nella scena finale, che vede il dispiegarsi delle corde delle maldicenze nei ritmi dolcemente agonizzanti di “La morte e la fanciulla”.
Uno spettacolo affascinante che rientra nel calendario predisposto in occasione del Progetto Giovani 2001 nell’ambito della Rassegna Teatro-Scuola dell’Assessorato alla socialità.
La rappresentazione è il risultato della pluriennale esperienza teatrale del prof. Vito d’Ingeo che ne ha curato la drammaturgia e la regia nonché la scelta delle musiche e del prof. Arcangelo Ficco che ha fornito il materiale documentario e la consulenza storica. Hanno partecipato attivamente alla realizzazione dello spettacolo le docenti Teresa de Leo ed Elisabetta Mongelli con la collaborazione dei colleghi Angela Allegretta, Antonio Allegretta, Adelaide Altamura, Carmela Aurora, Angela Mancini, Dora Salvemini, Laura Caradonna e Cino Ruggieri. Questi insegnanti hanno realizzato un progetto in rete: “Dall’intolleranza all’incultura” sotto l’egida della Comunità europea, che ha avuto come obiettivo quello di educare gli studenti a superare i conflitti derivanti dal confronto fra le diversità culturali e a riconoscere nella “differenza” un valore, una ricchezza.
“Sale, che passasti lo mare, lo ponte, lo monte” è il titolo del lavoro teatrale che è stato interpretato dagli studenti in lingua originale e con la sola forza della loro voce, senza alcuna amplificazione grazie alla ottima sonorità del nostro anfiteatro, che per una volta ha visto la scena invertita: il pubblico sul palco e gli attori sulle gradinate che si prestavano a creare una suggestione scenica di grande effetto.
Il progetto ha offerto agli studenti una importante occasione di crescita culturale per superare i cliché e i pregiudizi della Molfetta dei tempi medievali.
“Teatro”, oggi come sempre, significa riconoscere, se stessi nel riflesso dei personaggi, come momento di formazione di una identità culturale.
Altri spazi saranno riservati nella 6^ edizione della rassegna del teatro per bambini in “ Ti fiabo e ti racconto” in programma per la stagione estiva.
Per fortuna le vacanze non sono soltanto mare e sole ma tante attività e occasioni, per grandi e piccini, protagonisti e non, per crescere insieme.
Giulia Murolo