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Straordinaria scoperta nella fisica delle particelle fatta da un ricercatore di Molfetta Marco Pappagallo col prof. Antimo Palano dell'Università di Bari
24 marzo 2017

BARI - Un fisico di Molfetta Marco Pappagallo (foto) e un professore ordinario di Fisica all’Università di Bari, Antimo Palano hanno fatto una straordinaria scoperta nella storia della fisica delle particelle.
I due ricercatori pugliesi analizzando i dati raccolti dal 2011 al 2015 da Lhcb, uno dei quattro grandi esperimenti in corso all’acceleratore Lhc del Cern di Ginevra (l’Organizzazione europea della ricerca nucleare) dove è stato scoperto il bosone di Higgs, hanno scoperto in un unico colpo 5 nuove particelle subnucleari, le particelle elementari OmegaC. Nella storia della fisica è un record da Guiness dei primati, sotto il profilo scientifico apre nuove prospettive nello studio della forza nucleare.
L'articolo è pubblicato sull'archivio generale di Fisica della Cornell dello stato di New York e sarà presentato alla stampa in anteprima mondiale a Bari prima ancora della conferenza internazionale “Recontres de Moriond QCD and High Energy Interctions” programmata in Val D’Aosta dal 25 marzo al 1 aprile 2017.
L’esperimento, finanziato dal Governo Italiano attraverso l'istituto Nazionale di Fisica Nucleare (InFn), è frutto di una collaborazione internazionale di 769 fisici di 69 università e laboratori di tutto il mondo, l’Italia con 13 università ha un ruolo di primo piano sia nella costruzione che nella direzione dell’esperimento e nella produzione di risultati di fisica, ma sono due fisici pugliesi dell’Università e della sezione di Bari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare gli autori della scoperta.
I due ricercatori hanno presentato ieri a Bari la loro scoperta con l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone, il direttore del Dipartimento interateneo di Fisica Salvatore Vitale Nuzzo e il direttore della Sezione di Bari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Mauro de Palma.
Antimo Palano, professore ordinario di Fisica all’Università di Bari, originario di Oria (Br) uno dei massimi esperti internazionali nel campo della fisica delle alte energie, della spettroscopia e della ricerca di nuove particelle, mentre Marco Pappagallo, fisico di Molfetta è un cervello di primo piano in fuga dall’Italia. Lavorava all’Università di Glasgow nel Regno Unito quando un bando della Regione Puglia, FutureInResearch, lo ha fatto rientrare a casa. Tornato al Dipartimento interateneo di Fisica di Bari lavora intensamente al progetto mettendo a segno una delle scoperte destinate a cambiare la storia della fisica delle particelle.
Approfondire la conoscenza della "forza nucleare, quella che fa bruciare le stelle", e consentire in futuro un suo utilizzo pratico nella vita di tutti i giorni: servirà a questo la scoperta delle 5 nuove particelle subnucleari 'Omega_C', fatta dai due scienziati pugliesi. I ricercatori, del Dipartimento interateneo di Fisica di Bari, hanno analizzato i dati raccolti dal 2011 al 2015 da Lhcb, uno dei 4 grandi esperimenti in corso all'acceleratore Lhc del Cern di Ginevra (Organizzazione europea ricerca nucleare) dove è stato scoperto il bosone di Higgs. A rendere "eccezionale" questa scoperta, è stato evidenziato, sono due aspetti: innanzitutto il numero di particelle scoperte simultaneamente, e poi la loro longevità ovvero stabilità.
    "Nessuno dei modelli conosciuti finora - è stato spiegato - prevedeva che particelle in stato eccitato, cioè con diverse combinazioni di quark, rimanessero aggregate così a lungo prima di decadere".
   «Le OmegaC sono particelle “eccitate” – spiega Pappagallo – formate da tre quark, appartengono alla famiglia dei barioni, in pratica particelle “cugine” di protoni e neutroni che compongono l'atomo».
Pappagallo servendosi di mattoncini della Lego ha spiegato che «in fisica le diverse combinazioni di quark si chiamano “eccitazioni”, immaginiamo i quark come fossero questi lego, ecco tre mattoncini uno incastrato sull’altro sono stabili. Tre in verticale uno sull’altro sono invece instabili. Dal punto di vista teorico gli stati “eccitati” sono instabili e dunque vivono di meno. E invece la nostra ricerca ci ha messo di fronte ad una situazione inedita: non solo cinque nuove particelle subnucleari in un solo colpo, ma longeve più di ogni aspettativa. Oggi non si riesce a capire perché riescano a vivere così tanto, ma sarà sicuramente oggetto di prossimi studi».
«È un risultato importante – ha aggiunto Palano – che dimostra ancora una volta l’eccellenza della ricerca italiana. Non era mai accaduto nella storia della fisica che cinque nuove particelle fossero scoperte simultaneamente al di là di ogni incertezza sperimentale».

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