Strade assassine o assassini di strada?
Gli incidenti sulle strade italiane costano allo Stato milioni di euro l'anno. Le perdite in vite e risorse umane non sono calcolabili. Il dolore straziante, di madri e padri, non è immaginabile. A questo punto, fermare tutto ciò, non è più un auspicio ma una necessità, ricordandosi che ogni sabato sulle strade, quando un'auto sbanda, si capovolge, infiammandosi: “Muore una parte di umanità!” La situazione. Le ultime notizie riguardanti gravi incidenti stradali risalgono a sabato fa. Ciò non stupisce perché, anche analizzando i dati del ministero dei Trasporti, si nota subito un'esponenziale crescita del numero di sinistri nel week end. Tra una discoteca e l'altra, o correndo verso casa dopo un cocktail di troppo, il rischio è altissimo. Inutile citare le ultime strade scenario degli impatti, oppure l'età delle persone coinvolte. Per i giornalisti è molto triste scrivere articoli su questi tragici episodi di cronaca che finiscono immancabilmente per essere pubblicate ogni domenica o lunedì. “Bloody Mary” per tutti… Vediamo qualche cifra del ministero della Salute rilevato da Zai.net una rivista giovanile. Negli ultimi 30 anni, 300mila persone sono morte a causa di incidenti stradali. E' come se una bomba nucleare avesse cancellato dalla Penisola una città della grandezza di Mestre o di Bari. Un terzo di questa moltitudine di vittime aveva un'età compresa tra i 15 e i 29 anni. Inoltre avvengono, ogni anno, mezzo milione di prestazioni di soccorso, 170 mila ricoveri e si registrano 20 mila invalidi permanenti. Secondo gli ultimi sondaggi Istat il 63% dei traumi è nella fascia d'età tra i 14 e i 37 anni. Le mosse del governo. La divisione politica, su questo punto, per fortuna, sembra unita. Sia il Consiglio dei ministri di Destra che quello di Sinistra si sono mossi e l'attuale governo Prodi continua a legiferare in materia per evitare che crescano queste tragedie. L'introduzione della patente a punti, lo scorso anno, ha diminuito numero di incidenti, morti, feriti. Purtroppo non abbastanza. Lo sconcerto per l'ondata di incidenti dell'11 marzo, ha spinto l'attuale governo a varare, a tempo record, nuove norme d'emergenza. Non è ancora chiaro il disegno di legge. Tuttavia è trapelata la possibilità di multe astronomiche per i trasgressori oltre a una maggiore rigidità da parte delle forze dell'ordine, che saranno impegnate, a fianco degli staff delle discoteche, in controlli più numerosi. L'obiettivo è quello di realizzare un milione di controlli entro fine anno. Inoltre, diverse le iniziative a livello locale per aumentare il fattore sicurezza. A Bari, ad esempio, l'assessore al Commercio, Ventrella, ha parlato di “esempio per tutta Italia”. In effetti, la mossa delle tariffe notturne agevolate dei taxi, che sono stati utilizzati da centinaia di giovani per essere accompagnati in pub e discoteche lo scorso sabato, non si può dire affatto errata. Ma serviranno? Non è in discussione il fatto che controlli e norme servano perché se non ci fossero, la situazione sarebbe ben peggiore. Ma per fermare la mattanza, e ciò è possibile, l'impegno deve essere anche da parte del singolo. E' inutile non bere per una serata se poi, alla guida, non si è attenti per scherzare con il passeggero seduto accanto. Presa la patente molti di noi vogliono dimostrare di essere bravi alla guida. Non è necessario! Le ragazze, poi, possiamo assicurarlo, mentre sono in macchina, preferiscono sentire sicurezza; quanto agli amici che volete stupire, è certo che anch'essi prediligono arrivare a casa. Una maggiore attenzione e un drink in meno possono seriamente fare la differenza.
Autore: Sergio Spezzacatena