MOLFETTA - A 20 anni dalla morte Famiglia Cristiana è tornata sulle tracce di don Tonino Bello,“fratello vescovo”, come veniva chiamato. Il suo ricordo è più attuale e vivo che mai. Ma ha soprattutto inciso nelle coscienze di tante persone, che continuano a operare nel suo stile. Perché il vescovo di Molfetta è stato un pastore dalle braccia aperte. E ha incarnato una Chiesa povera e per i poveri. Proprio come papa Francesco.
In questo viaggio nei luoghi di don Tonino – Alessano, Ugento, Tricase, Molfetta –il settimanale dei Paolini ha ascoltato le testimonianze di Trifone e Marcello Bello, fratelli minori di don Tonino;mons. Luigi Martella, vescovo di Molfetta; mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento; Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione “don ToninoBello” di Alessano; Elevira Zaccagnino, responsabile della casa editrice La Meridiana; Mimmo Pisani, vicedirettore della Caritas di Molfetta e responsabile della Casa d’accoglienza voluta da don Tonino; Guglielmo Minervini, stretto collaboratore a Pax Christi, già sindaco di Molfetta e oggi assessore regionale in Puglia (ma anche direttoreeditoriale de La Meridiana);don Mimmo Amato, vicario generale della diocesi di Molfetta e vicepostulatore della causa di beatificazione; don Gigi Ciardo, parroco da 36 anni della parrocchia di San Salvatore di Alessano, allievo in seminario e amico intimo di don Tonino; Vito Cassiano e Claudio Morciano, della comunità cristiana di Alessano; Gigi Lecci, presidente dell’Azione Cattolica di Ugento all’epoca in cui don Tonino Bello ne era assistente spirituale.
In allegato, l'editoriale e la copertina di Famiglia Cristiana dedicati a don Tonino Bello
Milano, 16 aprile 2013