Soppresso il tempo pieno per le scuole primarie: bimbi e insegnanti a rischio
Lunedì 11 aprile 2011, soppresso il tempo pieno per le scuole primarie di Molfetta. Dramma scoppiato il 6-7 aprile scorsi: manifestazione fuori delle scuole elementari da parte di genitori preoccupati che i fi gli potessero perdere tempo pieno e insegnanti con un grave danno alla didattica, avvisati da alcuni docenti e esponenti politici di opposizione. Epilogo drammatico, ma non inaspettato. A seguito di alcune circolari dell’Uffi cio Scolastico Regionale, dal 2008-09 i dirigenti scolastici hanno più volte sollecitato il Comune di Molfetta per l’assunzione degli oneri di spesa del servizio mensa. Sin dall’inizio il servizio è stato gestito dalle scuole stesse: l’idoneità delle strutture era fi rmata dai dirigenti con l’approvazione sanitaria dell’Asl, gli stessi avevano bandito delle gare d’appalto per il servizio catering (non previsto dalla normativa vigente), mentre i genitori ne sopportavano il peso economico. Un “sistema ibrido” che l’U.s.r. non ha voluto o potuto più tollerare Cos’è successo nel 2010-2011? Da un lato la poderosa scure delle Riforma Gelmini, dall’altro le inadempienze di altri Comuni baresi hanno innescato una reazione a catena: Comune di Molfetta impreparato, consegna in colpevole ritardo degli atti amministrativi, conseguente soppressione del tempo pieno. CRONISTORIA E (IN)ADEMPIENZE Ogni anno il Ministero della Pubblica Istruzione indirizza agli U.s.r. una circolare per la defi nizione dell’organico, quest’anno la n.21 del 14 marzo 2011. Il 15 marzo il dirigente dell’Uffi cio Scolastico Provinciale invia la circolare ai dirigenti scolastici per richiedere l’idoneità delle strutture e dei servizi (rilasciata dall’Asl) e una delibera di giunta o consiglio per l’assunzione degli oneri di spesa per la mensa. Sabato 19 marzo la comunicazione approda agli uffi ci comunali dagli istituti (festivo giovedì 17 marzo). Mancando la delibera, l’U.s.r. proroga i termini al 9 aprile, dando il tempo di redigerla e approvarla. Dopo 13 giorni (lavorativi) di silenzio comunale (i dirigenti hanno rinviato la comunicazione fi no alla scadenza), scoppia la “rivolta” di genitori, docenti e dirigenti. Messa alle strette, l’amministrazione Azzollini convoca venerdì 8 aprile un incontro: la mattina era stata inviata all’U.s.r. una lettera fi rmata dell’assessore alla Pubblica Istruzione Luigi Roselli, in cui il Comune si mostrava favorevole alla fornitura del servizio mensa nelle scuole primarie. Alta tensione e musi duri in quell’incontro. Pressato dai genitori, il sindaco Antonio Azzollini promette l’approvazione della delibera richiesta il giorno successivo (9 aprile), ma come semplice atto d’indirizzo perché «i quattrini non si trovano in un giorno» e per fi nanziare il servizio bisogna convocare il Consiglio comunale e riaprire il bilancio (l’eventuale spesa sarà riportata nel prossimo bilancio da approvare entro il 30 giugno). Lunedì 11 aprile la tragedia. Comunicazione di trasferimento per i docenti soprannumerari in organico di diritto: tempo pieno cassato da Molfetta, annullate le 24 classi dell’anno 2011- 12 (17 attuali + 7 future). Com’è stato possibile? Quindici, l’unico a seguire passo passo la vicenda, dopo accurate indagini, ha scoperto che la lettera dell’amministrazione dell’8 aprile era stata considerata insuffi ciente dall’U.s.r.. Occorreva, secondo quanto stabilito, inviare entro i termini di scadenza l’atto amministrativo: la delibera n.59 (Servizio refezione scolastica - atto d’indirizzo) riporta la data del 9 aprile, ma è stata pubblicata solo martedì 12 aprile, con un giorno di ritardo rispetto all’ennesima proroga concessa dall’U.s.r. (lunedì 11 aprile). Infatti, l’Uffi cio Scolastico l’ha ricevuta solo nel pomeriggio. Perché pubblicare la delibera martedì e non lunedì, se già approvata? Perché l’atto è stato ratifi cato in soli 3 giorni (dal 6 al 9 aprile) e non nei giorni precedenti (dal 19 marzo in poi)? Un mistero. Non si tratta forse di una grossolana sottovalutazione? Una «delibera inutile» per Gino Salvemini della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, un contentino per genitori, docenti e dirigenti, con cui l’amministrazione Azzollini si è lavata le mani alla Ponzio Pilato. Amministrazione a muso duro anche con Quindici, accusato di falso per aver raccontato i fatti: qualcuno avrebbe voluto salvare la faccia, dopo la brutta fi - gura. Comodo attaccare la stampa libera e indipendente che racconta “quello che gli altri non dicono” e lavora con spirito di volontariato a servizio dei cittadini: Quindici ha dato voce a genitori, docenti e sindacati, che la pensano diversamente dall’amministrazione. «Il Comune da tempo avrebbe dovuto conoscere la situazione», ha spiegato Salvemini nell’incontro pubblico del 19 marzo. In base alla circolare del 20 gennaio 2010 per il funzionamento della scuola, inviata all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e ai sindaci, «i Comuni dovevano farsi carico di una molteplicità di interventi, quali la messa a disposizione di locali, dotazioni e strumenti didattici e l’erogazione di servizi mensa, trasporti e altro». Inoltre, secondo la Legge Regionale n.31/09, entro il 15 dicembre 2010 doveva essere ratifi cato un programma d’interventi specifi ci: cosa è stato fatto per il servizio mensa? È stata compilata la scheda predisposta dalla Regione Puglia per ottenere i fi nanziamenti per la mensa, come dispone l’art.5 della Legge n.31? Smontata la tesi dell’amministrazione Azzollini che ha cercato di scagionarsi affermando di non essere a conoscenza della situazione. IL TAVOLO TECNICO Primo incontro del tavolo tecnico Comune-genitori-docenti-dirigenti il 20 aprile (nello stesso giorno U.s.r. e U.s.p. hanno inviato alcune note al Comune e ai dirigenti). Ribadito l’impegno dell’am-refettori (i cinque circoli sono forniti di strutture idonee, mentre per il II Circolo «Cesare Battisti» sarà annesso un prefabbricato), promessa l’assunzione degli oneri di spesa per il servizio mensa. Ma ci saranno davvero i «quattrini» a fi ne giugno? Grande incognita, come ha sottolineato il sindaco Azzollini l’8 aprile, se Molfetta ha subito un taglio di 2,4milioni di euro dal Governo. Stabiliti anche i possibili prezzi del servizio: 5 euro a pasto, rispetto ai 3,64 euro pagati dai genitori con appalto realizzato dalle scuole (1,36 euro di aumento). «Irragionevole» per molti genitori. Secondo indiscrezioni, nel fi nanziamento del servizio si vorrebbe coinvolgere l’azienda Markas, che gestisce la mensa delle scuole dell’infanzia, con una proroga del contratto novennale (scadenza nel 1018), attraverso l’art. 311 del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici (il valore dell’appalto della ristorazione delle scuole elementari non supera il quinto d’obbligo del valore di appalto nelle scuole materne, gestito dalla Markas). QUALI SOLUZIONI? Aspettare la redazione dell’organico di fatto a giugno-luglio, per ripristinare qualche classe a tempo pieno o far continuare le classi di seconda, terza e quarta elementare attuali per non intaccare la didattica. Disponibilità per questa manovra da parte dell’U.s.p., silenzio dell’U.s.r.: insomma, una grande incognita. Il Comitato ha deciso di diffi dare l’U.s.r. per chiedere maggiori delucidazioni sulla nota del 20 aprile. L’azione giudiziaria, l’ultima carta. Palesata anche la possibilità di un’azione cautelare d’urgenza per la tutela del diritto allo studio. È opportuno evitare le discussioni accademiche, tralasciare la caccia ai responsabili, agire prima che il tempo piano a Molfetta sia solo preistoria, premendo su Uffi ci Scolastici e amministrazione comunale. Cadenza bisettimanale per i tavoli tecnici. Novità solo a giugno: l’amministrazione Azzollini troverà i famosi «quattrini»? Sarà preparata a qualsiasi evenienza? Il bilancio sarà approvato a ridosso del 30 giugno o molto tempo prima, sapendo che entro il 28 luglio i dirigenti scolastici devono ratifi care agli Uffi ci Scolastici numero di classi e posti, dunque tutti gli atti necessari dovranno essere già predisposti? Intanto, Molfetta paga le colpe degli altri e le proprie inadempienze. Grossolana è stata la sottovalutazione da parte degli organi competenti che non hanno saputo interpretare il crudele strabismo della politica nazionale. Se la situazione dovesse restare invariata questa estate, Molfetta avrà perso defi nitivamente il tempo pieno.
Autore: Marcello la Forgia