“Sono contento di essermi vaccinato per me e per gli altri”
È giugno e le scuole sono in fase di chiusura ma soprattutto, si avvicinano gli esami di Stato. Questo è il secondo anno consecutivo in cui i ragazzi si ritrovano a vivere un periodo così importante e incisivo della propria vita, in presenza ma dopo un lungo periodo di stallo per tutti. La novità è che quest’anno, per poterci arrivare agli esami, bisogna prima vaccinarsi. La proposta del Governo, diventata poi piano concreto, ha infatti ottenuto che una parte di tutte le dosi di vaccino disponibili, fosse riservata ai maturandi dell’anno 2020/2021, al fine di garantire un ultimo ritorno sui banchi in maggiore sicurezza. Come sarà andata a chi questo passo l’ha già fatto? “Quindici” l’ha chiesto a Giuseppe, 19 anni studente prossimo alla maturità: Questo è il secondo anno consecutivo in cui gli studenti hanno dovuto adattarsi e, per certi versi, sopperire alla DAD, costretti ad un apprendimento monco e virtuale. È stata più dura dell’anno scorso? «Ritengo che quest’anno non sia stata più dura del 2020. Le scuole si sono mostrate preparate ad affrontare quest’anno, anche a causa del precedente anno scolastico, consentendo agli studenti interessati di partecipare attivamente alle lezioni e di poter completare il programma di studio senza riscontrare problemi di alcun tipo». Si ripete anche la maturità in presenza dopo un lungo periodo restrittivo ma, questa volta, con l’obbligo di vaccinazione prima di sostenerla. Pensa che sia stata una decisione saggia questa o crede che quelle dosi avrebbero potuto essere destinate ad altre fasce d’età? «Credo che la quantità di vaccini somministrati agli studenti in procinto di sostenere la maturità non abbia inficiato assolutamente su quella destinata al resto della popolazione, in quanto la fornitura di dosi è tale da riuscire, fortunatamente, a coprirne abbondantemente la richiesta e la necessità. Per cui sì, penso che sia stata una scelta matura quella di riservarne una parte ai maturandi, non fosse altro che per terminare il percorso scolastico ancor più in sicurezza». Pensa che gli esami di Stato si sarebbero potuti svolgere in tutta sicurezza anche solo adottando le classiche misure di prevenzione da contagio o ritiene che la scelta del vaccino sia stata necessaria, più sensata? «Sicuramente anche senza la somministrazione del vaccino l’istituto scolastico manterrebbe le norme anti-Covid e noi alunni continueremmo a rispettarle, prestando attenzione ai dovuti accorgimenti. Però senza dubbio quella del vaccino è una tutela maggiore che ci fa sentire doppiamente protetti». Lei è un maturando, si è già vaccinato? Se sì, com’è andata? L’iter burocratico è stato lungo e tortuoso oppure tutto è andato speditamente? «Sì, quest’anno tocca a me affrontare la maturità e quindi il vaccino è stato uno step imprescindibile. Sono vaccinato da pochissimo tempo e ne sono molto contento e soddisfatto perché sento di aver dato un contributo importante alla protezione della mia salute in primis e poi anche a quella del resto della società. E poi perché non avrei potuto accedere nemmeno agli esami di Stato! Per quanto riguarda le aspettative, fortunatamente è andato tutto bene, non ho riscontrato problemi di nessun genere e il clima è stato di totale serenità. E anche l’aspetto burocratico non ha incontrato particolari difficoltà, dopo aver seguito le linee-guida forniteci per la prenotazione, ognuno ha atteso il proprio turno fino ad essere vaccinato. Direi, quindi, che sono felice che tutto sia filato liscio e mi auguro che tutti la vivano allo stesso modo».