Caro direttore,
vorrei segnalare all’attenzione del giornale da lei diretto la questione dei rifiuti solidi urbani.
Ci ripetono da anni che solo con la raccolta differenziata il prezzo della tassa sulla spazzatura potrà calare e noi, cercando di essere dei buoni cittadini, ci sottomettiamo. Solo che, quando arrivo carico di sacchetti, carta, vetro, plastica, mi trovo costretto a comportarmi da incivile. Da mesi mi capita di trovare i cassonetti stracolmi e di essere costretto ad abbandonare quel che ho con me per terra. Il colmo l’abbiamo raggiunto oggi, uno dei nuovi cassonetti, gialli mi pare, per la plastica, sembrava un albero di natale, bottiglie che sporgevano dalle aperture e sacchetti pieni di altre bottiglie appesi ai pioli che servono per lo svuotamento. Per non parlare del marciapiede ad angolo fra Via Gaetano Salvemini e Viale Pio XI, sempre ingombro di giornali che traboccano dal cassonetto. Ogni volta che ci passo mi chiedo se lo svuotano mai. Oppure la maggiore produzione di rifiuti di carta si concentra negli isolati vicini? Il risultato è che la voglia di pulizia produce sporcizia e la città non ha un aspetto attraente.
Potremmo sapere cosa sta succedendo? Le ditte interessate non rispettano le scadenze per la raccolta? Oppure i cittadini civili sono aumentati in gran numero e i cassonetti non sono più sufficienti? Allora l’Asm dovrebbe provvedere ad aggiungerne degli altri oppure a rendere più frequente lo svuotamento.
Mi auguro che la questione venga quanto prima affrontata sulle pagine del giornale da lei diretto, sempre attento alle vicende ambientali.La saluto
Francesco Bufi
Gentile Sig. Bufi, non si può non concordare con lei. Purtroppo l’Asm sta attraversando una fase particolarmente delicata dovuta anche ai problemi della discarica di Trani, sequestrata recentemente dalla magistratura, come avrà avuto modo di leggere su "Quindici" (anche on line). Comunque continueremo a seguire la vicenda, nella speranza che Molfetta torni esempio di città pulita come era qualche tempo fa. La carenza di amministrazione comunale, purtroppo, produce anche questo: dovrebbero saperlo quegli incoscienti che hanno provocato la caduta della giunta comunale solo per ambizioni personali e contro la città. Un commissario è sempre la cosa peggiore che una città possa augurarsi, ma alcuni politici di oggi lo ignorano.
Perché non siete puntuali in edicola?
Egregio dott. De Sanctis,
mi ritengo una lettrice affezionata, in quanto compro abitualmente “Quindici” che trovo utile come strumento per tenermi aggiornata sulle vicende cittadine.
Non ho nulla da eccepire sulla qualità degli articoli, magari andrebbero un po’ tagliati, che non sempre si ha la pazienza di leggere intere pagine, soprattutto se si tratta di politica, che francamente non mi pare a livello locale offra argomenti di così grande interesse, quel che trovo francamente irritante è il ritardo con cui il giornale arriva in edicola. Vi è una ragione per cui non riuscite a rispettare la scadenza mensile? Se vi è proprio impossibile non sarebbe più logico che cambiaste nome? Quel Quindici è francamente anacronistico.
Mi perdoni l’impertinenza. Con stima.
Angela De Bari
Gentile Sig.ra De Bari, innanzitutto le chiedo scusa per il ritardo, dovuto purtroppo - come ho ripetuto altre volte - a una serie di fattori concomitanti: 1) la voglia di essere in edicola con le notizie il più possibile aggiornate (siamo sempre stati i primi a dare notizie di cronaca, ma anche politiche, ricorda il piccolo scoop sui nomi della giunta: in quell’occasione abbiamo battuto perfino la "Gazzetta del Mezzogiorno", che è un quotidiano); 2) il ritardo di una settimana, accumulato qualche numero fa, che ci siamo portati dietro finora (per questo, a lei sembrerà strano, ma noi rispettiamo la cadenza mensile, perché se non siamo in edicola il 15, lo siamo il 20 di ogni mese): per fare un giornale completo come il nostro, con notizie, inchieste, servizi, articoli non a tavolino o pieni di vuote chiacchiere da caffè o da "scrivania", occorre tempo: va via quasi tutto il mese, perché i nostri redattori - che sono tutti impegnati sia sul piano professionale, sia su quello dello studio - devono andare sul posto, parlare con gli interessati (qualche volta occorre tornare più volte perché la persona non è disponibile), verificare le notizie ecc. e poi in questa città trovare le notizie non è facile: la cronaca nera è scarsa (per fortuna), la politica è monotona, ci sono solo fermenti culturali, anche se inferiori al passato; 3) il volontariato e quindi l’impossibilità di avere rigidi orari di lavoro e di consegna degli articoli; 4) il direttore di questo giornale è un giornalista professionista in servizio attivo che lavora in un quotidiano, perciò può andare incontro ad esigenze di lavoro improvvise ed impreviste, tipiche di chi fa questo mestiere come lavoro e non come hobby (andare inviato fuori, seguire un avvenimento particolare e improvviso ecc.) e così via.
Questo non toglie che occorre impegnarsi di più, a cominciare da questo numero (che esce dopo appena tre settimane da quello di gennaio), per rispettare una certa puntualità legata anche al nome del nostro giornale. Ci sforziamo di farlo, ci sforzeremo di farlo ancora di più, sperando, però, in una maggiore comprensione dei lettori se qualche volta non ce la faremo. Una cosa è certa: nessuna pigrizia (anzi! lavoriamo con i ritmi di un quotidiano), nè cattiva volontà da parte nostra. E poi vi chiedo: preferite un giornale puntuale, ma incompleto e non aggiornato oppure un giornale in ritardo, ma completo e aggiornato all’ultim’ora come un quotidiano?
Momento politico e chiarezza
La confusione generale che regna nella politica sia nazionale che locale fa sì che la differenza fra il centrosinistradestra e il destracentrosinistra sia diventata opinabile. Ciò richiede un doveroso chiarimento che consenta al popolo, soprattutto quello non bue, di orientarsi senza difficoltà e scegliere con serenità e fiducia nel momento di entrare in “gabina”.
Anche perché bisogna dimenticare la ormai obsoleta e complicata politica delle “convergenze parallele” che per alcuni decenni ha confuso le idee agli attuali cittadini meno giovani, con cinque o sei partiti variamente accrocchiati ma sempre al potere, che si spartivano tutto e tutti. Ora è tutto più semplice e “bipolare”, con cinquantadue partiti o gruppi o pseudo tali (aggiornamento al 9/02/2001) che si spartiscono sempre tutto e tutti ma ci aiutano a capire.
Infatti chi di questi dice di essere di centro può scegliere di buttarsi alla sua destra (e fa il centrodestra) o alla sua sinistra (e fa il centrosinistra).
Chi gli sta di fronte, se è di destra, vedrà la destra alla sinistra del dirimpettaio, mentre se è di sinistra vedrà la sinistra alla destra del dirimpettaio; pertanto potrà scegliere con facilità di fare il centrosinistra o il centrodestra ponendosi alla sinistra o alla destra del dirimpettaio che potrà essere di destra o di sinistra: semplice no?
A chiarire ulteriormente il quadro esistono i partiti “persona”, (Dini, Pannella, Di Pietro, Sgarbi, ecc.) che possono porsi in diversi angoli visuali e quindi (purchè se magni!), vedere il centro del centrosinistra spostato al centro del centrodestra o alla sinistra del centrocentrale del centrodestrasinistracentrocentrale (tecnicamente detto strabismo politico) e quindi sono liberi di scegliere dove buttarsi, alla luce anche dei loro radicati ideali storico-politici, che sono quasi sempre democratici, liberisti, libertari, riformisti, progressisti, socialriformisticopopolari, societari, ecc. ecc.
E ci sono poi i movimenti liberi e indipendenti, con i loro ideali puri e duri, che rappresentano la società civile (da non confondersi con quella incivile), che sono costretti a trattare con chi dice di rappresentare il centrodestrasinistracentrocentrale dell’ala sinistra del centrocentraledestro.
Tutti poi possono diventare seconde, terze o quarte gambe di una coalizione, sia essa di centro, di destra o di sinistra, quando questa ha problemi di deambulazione.
Altro elemento di ulteriore chiarezza, la cui grande importanza strategica non dovrebbe sfuggire al cittadino bue e non, è costituito dal trattino (con o senza) che marca lapalissianamente la grande differenza fra il centro-sinistra e il centrosinistra o fra il centro-destra e il centrodestra.
Un accenno soltanto al tema, a tutti chiarissimo, del tipo di presidenzialismo, (o di premierato) alla tedesca, alla francese, alla francotedesca, alla bulgara, corretto con premio proporzionalmaggioritario di maggioranza a favore della minoranza (per la par condicio).
L’ultima novità è infine costituita dalla materializzazione dell’amore per la natura dei nostri uomini politici: ed ecco spuntare come funghi (?), “margherite”, “girasoli”, “trifogli” e “quadrifogli” che si compongono e ricompongono continuamente, come avviene in natura, includendo o escludendo destrorsi, sinistrorsi, centrorsi, zombi, resuscitati, assolti, condannati, graziati, amnistiati, ecc. ecc.
Come si vede il linguaggio e la situazione politica sono chiari e nient’affatto complicati, ed ogni cittadino “sovrano”, se non è un imbecille, può decidere con molta facilità e in assoluta scienza e coscienza chi e come dovrà governarlo. O no?
Mauro Binetti
Bombe all’iprite e all’uranio impoverito
Caro Direttore, desidero complimentarmi con lei e la sua redazione per l’ottimo servizio che svolgete da anni sulla vicenda delle bombe all’iprite e anche all’uranio impoverito, dimostrando che anche un giornale locale riesce a scrivere quello che le testate nazionali non dicono o dicono male o in modo parziale. Ho notato che anche il settimanale "L’Espresso" ha ripreso da voi alcune cose che avete scritto sia sull’ultimo numero di "Quindici" che su quelli degli anni scorsi. Il vostro giornale è l’unico che fa informazione seria, documentandosi e fornendo contenuti e argomenti sempre validi.
Angelo Altomare
Gentile Signore, la ringrazio per le espressioni gentili che usa nei nostri confronti e che premiano gli sforzi che sia io, ma soprattutto i miei collaboratori, tutti di ottimo livello (mi sia consentito, per una volta, di elogiarli pubblicamente) sia dal punto di vista culturale, sia da quello giornalistico. Su questa vicenda delle bombe abbiamo avuto diversi riconoscimenti da emittenti televisive nazionali e internazionali (la Rai, le Tv giapponesi, francesi e svizzera, che sono venute ad intervistare i nostri redattori). Qualche volta la carta stampata dimentica di citare le fonti, ma è un brutto vizio che non è indice di correttezza.
Complimenti per il sito Internet
Caro Direttore, ho avuto modo di visitare il vostro sito Internet e mi ha veramente soddisfatto per le notizie e le informazioni che vi sono contenute. Apprezzo l’iniziativa e vi ringrazio per questo ulteriore contributo che offrite all’informazione locale. Ho segnalato l’indizzo anche ad alcuni miei parenti che vivono fuori Molfetta, così possono essere aggiornati sulle notizie della loro città.
Paolo Mastropasqua
Nel ringraziare lei colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno scritto diverse e-mail sulla posta elettronica per complimentarsi e farci gli auguri, ma anche coloro che ci hanno inviato lettere che, per ragioni di spazio non pubblichiamo. In realtà, il sito di "Quindici on line" ci sta dando tante soddisfazioni e soprattutto ci sta offrendo la possibilità di dialogare quasi in tempo reale con molfettesi lontani. La realizzazione del sito ha richiesto notevoli sforzi (anche sul piano finanziario), ma i risultati ci stanno ripagando ampiamente. Certo, questo è un ulteriore sforzo, che restringe ancor più il nostro spazio di tempo libero (se mai ne avessimo mai avuto), ma è il segno della crescita del nostro giornale, che ha così una proiezione quotidiana e rappresenta veramente uno strumento al servizio della comunità molfettese. Per noi che non abbiamo nè sponsor politici, nè economici è un grosso risultato e una scelta di libertà, con una garanzia in più per i nostri lettori.