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Solidarietà del Partito Democratico di Molfetta al comandante Gadaleta defenestrato dal sindaco Azzollini Il Pd chiede che sull'episodio la maggioranza di centrodestra riferisca in consiglio comunale: l'episodio aumenta la percezione di insicurezza che si vive in città, vista l'escalation dei fenomeni criminali
09 maggio 2012

MOLFETTA – Anche il Partito democratico, buon ultimo, esprime la solidarietà al comandante della Polizia Muncipale, cap. Giuseppe Gadaleta, defenestrato dal sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini.
«Che la sicurezza dei cittadini non fosse tra le priorità di questa amministrazione comunale era sin troppo evidente, vista la remissività dimostrata dal centrodestra, in questi anni, di fronte ai più svariati fenomeni di microcriminalità – dice il Pd in un comunicato -, ma che si arrivasse al punto di lasciare privo di Comandante il locale Corpo di Polizia Municipale era francamente inimmaginabile.
Eppure dal 1° maggio scorso il dott. Giuseppe Gadaleta, che in questi anni ha rappresentato un imprescindibile presidio di legalità e sicurezza per la nostra città, non è più alla guida dei nostri Vigili Urbani.
Le motivazioni di questa scelta, al momento, non sono chiare e, pertanto, chiediamo con forza che il sindaco interrompa il suo assordante silenzio su questa vicenda, riferendo in Consiglio Comunale e alla città sul perché la nostra Polizia Locale sia rimasta senza una guida.
Crediamo che questa situazione sia estremamente grave e aumenti la percezione di insicurezza che già si vive in città, vista l’escalation di fenomeni criminali sempre più preoccupanti.
La verità è che questa amministrazione non è mai stata in grado di dare risposte serie e concrete alla sempre più crescente domanda di sicurezza che proviene dai cittadini, sapendo solo approvare provvedimenti espressione della solita abusata propaganda, come il Regolamento che prevede l’utilizzo delle armi da fuoco per i Vigili Urbani. Scelte inutili e dannose che non hanno prodotto alcun risultato concreto e che dimostrano l’incapacità di Azzollini e della sua Giunta di amministrare un città complessa come Molfetta, dal momento che non sono neanche in grado di garantire il “minimo sindacale” come l’ordinato svolgimento dell’attività amministrativa in un settore cruciale come quello della Polizia Locale.
Il Partito Democratico, infine, esprime la sua più completa solidarietà al dott. Giuseppe Gadaleta per l’inqualificabile trattamento che questa amministrazione gli ha riservato, e che offende la sua professionalità e l’attività che, con spirito di servizio (e anche andando incontro a minacce e aggressioni), ha svolto in questi anni
».
 

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L'ACCADEMIA DELLA CRESTA - Se la Magistratura decidesse di mettere al setaccio tutto e tutti, sbucherebbero dobloni da tutte le parti... ANCHE DALLE TOMBE DEI PARTITI MORTI DA UN PEZZO! Smettete di sperare inutilmente sul fatto che questi farabu... evirino i loro portafogli, ma soprattutto facciano delle regole che gli inibiscano il furto aggravato e continuato dei soldi pubblici. Avete visto quanti soldi rubano con il finanziamento pubblico ai partiti? E il paradosso è che "rubano pure da morti"! L'hanno cambiata la legge? Tutti hanno detto, in tutte le trasmissioni, in tutti i consessi (anche nei cessi!), che vogliono cambiarla. L'hanno fatto? Lo faranno? Non solo, ma in "questo mondo di ladri" parlamentari, sapete cosa sta accadendo? Riflettete sull'affaire soldi spariti dalla Margherita già morta da un pezzo - i posteri poi diranno fino a che punto erano spariti e se è vero che nessuno sapeva nulla e nessuno si è mai accorto di nulla... - In pratica, si RUBAVANO TRA DI LORO... e nessuno oggi può escludere che avrebbero continuato a farlo se la Magistratura, non fosse intervenuta. Per quanto riguarda la lega, che dire, sono andati oltre ogni limite di perversione! Mancava solo un distributore di condor gratuiti per "il trota e i suoi fratelli", nella portineria della sede nazionale. Che sconcio inenarrabile! Non c'è partito al mondo che sia caduto così in basso... Ma non si sono fermati. Perdete ogni speranza, sul fatto che la loro cupidigia, sparisca di botto. Anzi, per dirla tutta, L'ACCADEMIA DELLA CRESTA, cerca di assestare nuovi colpi, in favore delle proprie tasche. Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiegava come recentemente, il Parlamento, ha votato all'unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa €1.135,00 al mese. Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. E questo aumento, va ad aggiungersi a tutto il resto... annessi (STIPENDIO Euro19.150,00 AL MESE - STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese - PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese, RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese - INDENNITÀ DI CARICA da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) e connessi (TELEFONO CELLULARE gratis - TESSERA DEL CINEMA gratis - TESSERA TEATRO gratis - TESSERA AUTOBUS/METROPOLITANA gratis - FRANCOBOLLI gratis - VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis - CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis - PISCINE E PALESTRE gratis - FS gratis - AEREO DI STATO gratis - AMBASCIATE gratis - CLINICHE gratis - ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis - ASSICURAZIONE MORTE gratis - AUTO BLU CON AUTISTA gratis)... L'ACCADEMIA DELLA CRESTA DI MONTECITORIO, costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO! ALTRO CHE ANTI-POLITICA!

Favole (Fables). Le favole più antiche non sono forse chiaramente allegoriche? La più antica che noi conosciamo, almeno secondo la nostra maniera di calcolare le epoche, sarebbe quella che si trova nel IX capitolo del libro dei Giudici. Bisognava scegliere un re fra gli alberi: l'olivo non volle trascurare il lavoro che gli costava la sua produzione di olive, né il fico il lavoro dei suoi fichi, né la vigna quella del suo vino, né gli altri alberi il lavoro dei loro frutti. Il cardo, che non era buono a niente, fu fatto re, anche perché aveva le spine e poteva far del male. Così l'antica favola di Venere, il quale si trova in Esiodo, è un'allegoria della natura tutta intera. Gli elementi della generazione caddero dall'etere sulla riva del mare: Venere nacque da questa preziosa spuma, e il suo primo nome fu quello di amante della generazione. E' chiaro il senso. Venere non è forse la dea della bellezza? Ora la bellezza non è più amabile se è priva di grazia: essa fa nascere l'amore. L'amore poi vien figurato con frecce che trafiggono i cuori, e con una benda sugli occhi, che nasconde i difetti di quelli che noi amiamo. Così presso gli antichi, la saggezza nasce dal cervello del re degli dèi sotto il nome di Minerva. L'anima dell'uomo è un fuoco divini che Minerva insegna a Prometeo, il quale si serve di questo fuoco per animare l'uomo……… Le prime favole della mitologia greca sono dunque allegorie di fenomeni o sentimenti naturali. Le altre derivano da quelle più antiche, o sono capricci della fantasia. Tutto l'insieme delle favole antiche assomiglia a quello dei nostri racconti di oggi: ce n'è di quelli pieni di sensi morali, ingegnosi e graziosi, e ce n'è di insipidi. Le favole dei popoli antichi più raffinati e geniali sono state rozzamente imitate dai popoli più rozzi: come quelle di Bacco, di Ercole, di Prometeo, di Pandora e tante altre, che erano come la letteratura amena del mondo antico. Qualche popolo barbaro, avendole apprese ad orecchio, trasferì questa mitologia fra le sue selvagge credenze, e poi osò dire: “L'abbiamo inventata noi”. Ma come un popolo ignorato e ignorante, che non aveva nozioni di arte nessuna, né utile né piacevole, che non conobbe mai neppure il nome della geometria, potè sostenere di aver inventato alcunché? In realtà non seppe né scoprire delle verità né mentire con grazia. Le favole attribuite ad Esopo sono tutte simboli, istruzioni date ai deboli per insegnar loro a difendersi dai forti, almeno quanto è possibile. Tutti i popoli moderni un po' civilizzati le hanno adottate. Colui che le ha trattate con grazia è La Fontaine: fra le sue favole in versi ce n'è un'ottantina che sono autentici capolavori di sapiente ingenuità, di grazia, di finezza, e talvolta anche di poesia. Ma è un poeta unico, nei tratti belli che ci ha lasciati; e questi sono vivi nella memoria di tutti coloro che hanno ricevuto una buona istruzione, contribuiscono anzi alla loro educazione, vivranno fino alla più lontana posterità; e il bello è che possono esser letti con piacere a tutte le età. (Voltaire) Mentre le favole post-moderne che leggiamo oggi giorno in politica e in altre tematiche di vita, possono solo essere lette e credute vere dagli allocchi, dai servitori ignoranti, da struzzi e talpe umane.
KASTA E MO' BASTA! ANDATE A CASA, TUTTI! - In questo momento storico, essere Patrioti, equivale ad essere anti-politici, essere Patrioti e di Sinistra, equivale ad essere anti-casta e anti-finta sinistra che fa parte integrante della casta! Occorre rigenerare tutta la politica nazionale dal basso! Democraticamente. Ma occorre rigenerare anche tutta la sinistra, perché in questo momento nel parlamento italiano la sinistra non esiste! L'anti-politica, è contro questa politica, quella della casta, che è in realtà la negazione stessa della vera politica. Bisogna radere al suolo la casta imperante di questi pseudo-politici e di questi pseudo-tecnici asserviti agli interessi delle banche e della finanza speculativa. E bisogna radere al suolo questa finta sinistra che fa da stampella ad un governo arcaico, retrivo, aristocratico, baronale, che sostiene in parlamento le pensioni d'oro, dopo aver affossato le pensioni dei ceti più deboli; che sostiene un governo conservatore e reazionario, che si è dimostrato forte solo con i giovani disoccupati, i lavoratori dipendenti, i piccoli commercianti e imprenditori, che una forza seria di sinistra, avrebbe dovuto tutelare. Invece la sinistra taroccata italiana, LA SINISTRA SOFT & GLAMOUR CHE ALBERGA NEI SALOTTI E TUTELA I BOIARDI DI STATO (e quelli comunali, per quanto riguarda, il PD LOCALE), ha solo aperto le braccia alle politiche di massacro sociale, senza chiedere un corrispettivo serio in termini di abbattimento di tutti gli insopportabili privilegi della casta. FAREMO, VEDREMO, ADOTTEREMO, VALUTEREMO, STIAMO PENSANDO... E SINO AD OGGI NON HANNO RINUNCIATO A NESSUNO DEI LORO ODIOSI PRIVILEGI. A CASA, TUTTI. RADERE AL SUOLO TUTTA LA CASTA ANCHE A LIVELLO LOCALE, E' IMPERATIVO D'ORDINE! Che ce ne facciamo di questa gentaglia, di queste vecchie baracche partitocratiche e di questi vecchi santuari baronali e massonici irriformabili? Con questo governo stiamo assistendo impotenti alla restaurazione e alla ristrutturazione delle baronie partitocratiche che cambieranno la pelle ma non il vizio! L'imperativo d'ordine in questo momento è scardinare il portone della casta e, democraticamente. Non mi dilungo sul sesso degli angeli, sono un uomo pratico, mi sento "un soldato in prima linea", GUARDO AL FRONTE, e penso che la partitocrazia deve essere sconfitta, senza tanti se e ma PIDDI COMPRESO, ANCHE PERCHÉ' CI FOTTE DUE VOLTE: FINGE DI ESSERE ALTERNATIVO, MA NON LO E' E AVALLA TUTTE LE POLITICHE DELLA DESTRA BANCARIA! Non ci sono alternative. I lunghi prolassi ideologici, li lascio ben volentieri alla sinistra filosofica, che non ha mai mutato alcunché nella società, che non ha mai quagliato un fico secco, in questa nazione, a parte i vitalizi, gli incarichi di partito e i distacchi sindacali, tutti ad uso e consumo delle Elite salottiere, dove la falce e martello è solo un bel quadro da appendere al muro.

Greatest Generations - Tink Tank|martedì 8 mag 2012 23:21:57 - Si chiama tiranno quel sovrano che non conosce altre leggi che il suo capriccio, che si appropria degli averi dei suoi sudditi, e poi li arruola per andare a prendere i beni dei vicini. Ma non ci sono di questi tiranni in Europa. Si distingue la tirannia di uno solo e quella di parecchi. Questa tirannia di parecchi sarebbe quella di un ceto o di una corporazione che usurpasse i diritti degli altri, ed esercitasse il dispotismo per mezzo delle leggi appositamente alterate. E non vi sono neppure di queste specie di tiranni in Europa. Sotto quale tirannia preferireste vivere? Sotto nessuna. Ma se bisognasse scegliere, io per me detesterei meno la tirannia di uno solo che quella di parecchi. Un despota ha sempre qualche buon momento; una assemblea di despoti, mai. Se un tiranno mi fa ingiustizia, potrò disarmarlo per mezzo della sua amica, del suo confessore, o del suo favorito; ma una compagnia di solennissimi tiranni è inaccessibile a ogni seduzione. Quando non è ingiusta, è per lo meno dura; e non distribuisce mai grazie. Se io ho un despota solo, me la caverò buttandomi contro un muro quando lo vedo passare, o prosternandomi, o battendo la fronte a terra, secondo il costume del paese; ma se ho una compagnia di cento despoti, corro il pericolo di dover ripetere la cerimonia cento volte al giorno, cosa molto noiosa alla lunga, quando non si han le giunture pieghevoli. Se poi ho un campo confinante con questi signori, sarò angariato; se avrò un processo contro un parente di uno di questi signori, sarò rovinato. Come fare? Ho paura che in questo mondo si sia ridotti a essere incudine e martello: felice chi può sfuggire a questa alternativa. (Voltaire) – IN ITALIA E' COSI'.
PERICLE NUTELLUM - Discorso ai MOLFETTESI, 2012 d.c. QUI A MOLFETTA NOI FACCIAMO COSI'. Qui la nostra amministrazione favorisce i pochi invece dei molti: e per questo viene chiamata OLIGARCHIA. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Le delibere qui assicurano l'ingiustizia sociale e, tra tutti, nelle loro dispute private, noi ignoriamo sempre i meriti e l'eccellenza, e diamo privilegio sempre ai più ricchi e ai più prepotenti. Quando un cittadino si distingue per meriti e capacità, allora esso sarà, a preferenza di altri, accoppato prima degli altri, dall'amministrazione, affinché i più meritevoli, non abbiano ad intralciare le carriere dei brocchi e dei lecchini del "cerchio magico della nutella". Non vi può essere ricompensa alcuna al merito, ma solo all'imbecillità, figlia delle clientele elettorali. La povertà costituisce un impedimento assoluto a qualsiasi cosa, anche alla vita stessa! Qui a MOLFETTA noi facciamo così. La libertà (di fare i cavoli nostri), di cui noi godiamo non si estende anche alla vita quotidiana dei cittadini molfettesi; noi che comandiamo siamo sospettosi di tutti i cittadini, che tormentiamo con pagode di fruttivendoli da tutte le parti. Noi solo, al comando, siamo liberi di vivere come cacchio ci pare e piace, e siamo sempre pronti a difendere i nostri interessi, le nostre clientele elettorali, i nostri privilegi, i nostri amici palazzinari... fronteggiando qualsiasi protesta che venga dal popolo contro abusi e ingiustizie. Un Politico MOLFETTESE, trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto si occupa dei pubblici affari, solo quando deve risolvere le sue questioni private. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Ci è stato insegnato di infangare quei pochi magistrati che fanno il loro dovere, e ci è stato insegnato anche di obbligare al rispetto delle leggi, solo quelli che non fanno parte di qualche clan di fruttivendoli, non dimenticando mai che non abbiamo l'obbligo di proteggere i comuni mortali che ricevono offesa dai prepotenti, ma è nostro dovere tutelare i prepotenti, nei loro abusi, perché sono nostri elettori. Non abbiamo l'obbligo di curare gli interessi dei cittadini umili, semplici che fanno il loro dovere. I semplici, ci stanno sulle palle! Noi curiamo solo gli interessi nostri, degli amici nostri, degli amici degli amici nostri, dei nostri figli, che raccomandiamo dappertutto, anche quando sono dei brocchi patentati. Anzi, più sono deficienti, e meno restano inoccupati; più sono brocchi e più guadagnano, con garanzia assoluta del posto fisso, che precludiamo a tutti gli altri figli del popolo. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ingiustizia, di ciò che non è giusto e di ciò che non è di buon senso. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Un uomo che non interessa al "CERCHIO MAGICO DELLA NUTELLA", anche se ha meriti, capacità, noi lo consideriamo inutile. E LO DEFENESTRIAMO IMMEDIATAMENTE SPECIE SE HA L'ARDIRE DI RIPRISTINARE LA LEGGE E LA LEGALITÀ; e benché in molti siano in grado di dare vita ad una politica giusta, beh qui a MOLFETTA dobbiamo continuare a comandare sempre noi (quelli del "CERCHIO MAGICO DELLA NUTELLA", ndr), ed è precluso a tutti i cittadini di giudicare la nostra mala-politica. Noi consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della SATRAPIA COMUNALE. Noi crediamo che la felicità nostra, non si concilia con la libertà di parola, di pensiero e di opinione di tutti quelli che non fanno parte del nostro clan politico-affaristico. Per noi il valore non conta, se non il valore monetario degli affari che riusciamo a fare noi, per noi, e per gli amici nostri di cordata e di clientela elettorale. Insomma, io proclamo che MOLFETTA è la scuola dell'Italia, e che ogni Politico Molfettese, cresce sviluppando in sé una felice versatilità alla tangente e alla corruzione. Il Politico Molfettese, ha fiducia solo in se stesso, è sempre pronto a fronteggiare qualsiasi situazione che rappresenti un pericolo per i propri interessi, ed è per questo che la nostra città è aperta a tutti i corrotti del mondo, purché mollino una bella mazzetta (port. docet) Qui a Molfetta, noi facciamo così...


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