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Solidarietà a Quindici anche dal candidato sindaco Lillino Di Gioia
09 marzo 2006

MOLFETTA – 9.3.2006 Arriva anche dal candidato sindaco del centrosinistra, Lillino Di Gioia (nella foto), un messaggio di solidarietà a Quindici ed al suo redattore, Giulio Calvani, dopo l'inqualificabile aggressione verbale da parte di un consigliere comunale di Forza Italia avvenuta, ai danni del nostro collaboratore, in una pausa dei lavori dell'ultimo Consiglio Comunale. “Esprimo a nome mio personale e di tutta la coalizione che mi onoro di rappresentare la più sentita ed incondizionata solidarietà alla vostra redazione ed, in particolare, a Giulio Calvani, per l'ignobile aggressione verbale di cui è stato vittima. E' inconcepibile che un consigliere comunale possa comportarsi in questo modo, inveendo contro un rappresentate dell'informazione locale che era lì solo per esercitare, liberamente, la sua attività. Questo episodio (solo l'ultimo di una lunga serie) chiarisce ancora una volta, laddove ve ne fosse bisogno, quale sia il senso delle istituzioni di questo centrodestra ed a quale livello di degrado sia stata trascinata la politica in questi anni. Davvero ritengo che non si sia mai caduti così in basso nella storia democratica della nostra gloriosa città. E' indispensabile restituire a Molfetta un governo valido e credibile, capace di ridarle la dignità che merita, infangata da un certo modo di intendere le istituzioni. Alle forze politiche della mia coalizione dico che quanto accaduto – una vera e propria aggressione alla libertà di informazione – testimonia quanto sia fondamentale mettere in campo tutto l'impegno possibile per mandare a casa questi signori del centrodestra, che non meritano di amministrare la nostra città, ed offrire ai cittadini una alternativa di governo che, anche sul piano dei valori, si ponga in netta discontinuità con il più recente passato”.
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Qualche “manina” o “manona” (per citare Andreotti e Craxi di qualche anno fa) ha pensato bene di tendere una trappola al centro-sinistra, copiando dal mio blog “La Pecora Nera” e incollando sul sito di Quindici on line un mio scritto di quattro mesi fa (del 7 dicembre 2005, immediatamente dopo le primarie). Era un brano che invitava alla coerenza quanti soprattutto a sinistra non volevano riconoscere il risultato delle primarie e Lillino di Gioia come candidato-sindaco del centro-sinistra. Dal testo e dal contesto appare chiaro e inequivocabile come sulle persone che vi sono citate non si esprime in alcun modo un giudizio di disistima né dal punto di vista etico né dal punto di vista della competenza amministrativa. È semplicemente un elenco di persone la cui collocazione politica appare con ogni evidenza lontana dalle posizioni di chi non vuole riconoscere per motivi politici il risultato delle primarie, ritenendo Lillino Di Gioia estraneo politicamente e culturalmente alla sinistra, come del resto è. Le persone citate hanno storia e posizioni politiche per un verso o per l'altro vicine o simili o assimilabili a Di Gioia e stanno a pieno titolo nella coalizione di centro-sinistra. Il mio ragionamento politico era e resta: come mai accettate una coalizione così eterogenea (l'«allegra combriccola» del testo significa solo ed esclusivamente questo: «coalizione eterogenea») da annoverare al suo interno tanto personale politico simile a Di Gioia e non siete poi disposti ad accettare il risultato delle primarie? Qualsiasi altra interpretazione è falsa e in mala fede. Tanto dovevo per chiarezza. Detto questo, poiché quel mio scritto non è stato mai postato da me su Quindici on line e la sua collocazione fuori contesto potrebbe dar luogo ad equivoci, chiedo alla redazione di Quindici la sua immediata rimozione. Rimarrà ovviamente sul mio blog, dove chi vorrà lo andrà a leggere insieme ad altre mie riflessioni, di cui mi assumo appieno la responsabilità. Se poi c'è qualcuno che voglia prendere a pretesto questo spiacevole incidente per smarcarsi da una coalizione di cui a dire il vero non ha mai fatto parte davvero, è un problema suo e della sua coscienza. Di doppiogiochisti il panorama politico locale è sempre troppo pieno.

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