Sinistra Arcobaleno: il divieto di vendita di bottiglie di alcolici a Molfetta è solo propaganda
L'amministrazione di centrodestra utilizza la repressione verso i giovani e la tolleranza per i venditori abusivi di frutta e verdura
MOLFETTA - La Sinistra Arcobaleno interviene sul divieto di vendita di bottiglie di alcolici dalla 22 alle 5 e critica la decisione del sindaco sostenendo che quando è difficile trovare una soluzione, si ricorre alla repressione.
La Sinistra Arcobaleno affronta anche il problema sollevato da “Quindici” nell'ultimo numero della rivista in edicola (anche con la vignetta di Michelangelo Manente), quello del proliferare incontrollato ad ogni angolo di strada di bancarelle per la vendita di frutta e verdura che, tra l'altro, andrebbero sottoposte a una verifica igienico-sanitaria anche da parte dei Nas dei carabinieri.
Ecco il testo del comunicato della Sinistra Arcobaleno:
«Difficile trovare una soluzione? Allora vai con la repressione!
Da oggi sabato 9 agosto e fino al 30 settembre a Molfetta non sarà consentita, nelle ore notturne (dalle ore 22 alle 5), la vendita per asporto di bevande in bottiglia di vetro o in lattine di alluminio. Lo stabilisce un'ordinanza del sindaco Azzollini, secondo cui l'abbandono di bottiglie e lattine al di fuori degli appositi contenitori ha assunto dimensioni intollerabili, in particolare sul Lungomare Colonna, nel Centro Storico e in altri luoghi pubblici frequentati dai giovani.
Questa scelta secondo noi è ipocrita e inutilmente proibizionista.
Perché l'Amministrazione comunale si preoccupa della pulizia solo per bottiglie e lattine e non per tutti i banchi di frutta che spuntano a ogni angolo della città, si ingrandiscono e offrono un “bel” biglietto da visita agli ingressi di Molfetta? Non è anche questa una questione di pulizia, decoro e immagine della città? Che messaggio si lancia alla cittadinanza quando certe manifestazioni vengono tollerate e altre invece si cerca di reprimerle? Perché due pesi e due misure?
Chi farà rispettare l'ordinanza dalle 22 alle 5 di mattina? I vigili e/o altre forze dell'ordine? Allora perché non sono state impiegate prima con discrezione ma decisione? Pezzi di città abbandonate e alla mercè di individui incivili non si riconquistano con ordinanze propagandistiche.
Il sindaco Azzollini preferisce individuare bersagli indiscriminati (i “giovani”) ed emanare ordinanze repressive e dannose.
Repressive perché si vogliono colpire le abitudini di tutti indiscriminatamente e si tende a fare propaganda con facili moralismi (“niente alcool per strada”, “pulizia della città” ecc. ecc.).
Dannose perché si creano problemi ai pubblici esercenti e alle loro attività economiche, già per nulla facilitate dalla dimezzata programmazione culturale estiva dell'Amministrazione comunale (l'unica programmazione estiva che inizia il 1° agosto, dimenticando giugno e luglio…).
La realtà è che Azzollini e il centrodestra non affrontano di petto il problema di questa città: il controllo del territorio e l'attenzione alla cura dell'ambiente urbano, atteggiamenti che devono essere costanti, ma soprattutto decisi verso quei soggetti che si credono onnipotenti e invece sono solo prepotenti.
L'amministrazione comunale deve dimostrare di non essere forte con i deboli e debole con i forti, per questo e per i motivi di cui sopra chiediamo di:
• Ritirare l'ordinanza di divieto alla vendita per asporto di bevande e lattine;
• Adoperarsi per istituire un servizio inter-forze straordinario e “non muscolare” di vigilanza serale e notturno per la stagione estiva, che operi nelle zone più frequentate e possa reprimere comportamenti individuali al di fuori delle norme di civile convivenza;
• Istituire un servizio di pulizia straordinaria notturno delle zone più frequentate (per una città che vuole essere turistica dovrebbe essere il minimo garantito…).
Sono solo alcune piccole misure di buon senso che, evitando inutile propaganda, possono servire a rendere più vivibili alcune zone della città frequentate d'estate e a lanciare messaggi di fermezza verso cittadini intemperanti, spesso convinti che la buona educazione si ferma sulla soglia della loro casa privata».