BARI - Nell’ambito di una più ampia operazione di controllo della commercializzazione dei prodotti ittici, coordinata dal 6° Centro di Controllo Area Pesca (C.C.A.P. della Direzione marittima di Bari), nelle prime ore della giornata odierna personale militare del Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Bari ha portato a termine un sequestro, senza precedenti in termini quantitativi, di conserve a base di tonno mancanti dei prescritti requisiti di rintracciabilità.
Le attività di verifica sono iniziate nella mattinata di ieri, presso uno stabilimento della Provincia di Taranto, specializzato nella produzione di conserve di pesce, crostacei e molluschi. Accertata la presenza di una grande quantità di prodotti finiti e pronti per essere commercializzati (decine di migliaia di vasetti contenenti tonno sott’olio), i militari operanti hanno proceduto al controllo del sistema e delle procedure predisposte dall’azienda .
Dalle verifiche è emersa l’impossibilità di stabilire la rintracciabilità del prodotto ispezionato, non essendo in grado l’azienda di dimostrare in alcun modo la riconducibilità dei lotti di produzione da essa assegnati alla documentazione commerciale di ingresso degli alimenti (fatture), così vanificando l’esigenza di attribuire, in modo certo e trasparente, ai singoli vasetti le informazioni obbligatorie previste dalla normativa nazionale e comunitaria (tipologia di pesce, zona e metodo di cattura, periodo di pesca).
In esito ai controlli, i militari accertatori hanno sottoposto a sequestro amministrativo, complessivamente, 123.723 vasetti di vetro, per un peso totale di 70 tonnellate circa, contenenti conserve di scombridi (tonno pinna gialla, palamita, tonnetto alletterato, tonno alalunga) in filetti e ritagli. Inoltre, sono stati sequestrati 147 esemplari congelati, per un peso complessivo di 1.200 chilogrammi circa, di tonno alletterato, anch’esso privo di rintracciabilità. Il valore commerciale stimato, alla vendita al dettaglio, degli alimenti sottoposti a vincolo ammmonta a circa 1 milione di euro.
Al titolare dello stabilimento è stata comminata una sanzione amministrativa pecuniaria pari (nell’importo massimo) a 4.500 euro.
Le attività di controllo continueranno anche nei prossimi giorni allo scopo di garantire che, a tutela del fondamentale diritto alla salute, sulle tavole dei consumatori giungano prodotti della pesca tracciati e sicuri.