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SEL Molfetta, i gruppi dirigenti eletti nel Primo Congresso
15 settembre 2011

MOLFETTA - Lo scorso sabato 10 settembre - come riportato nel comunicato di Sel -  in una Sala Zagami gremita di iscritti, simpatizzanti, cittadini, rappresentanti di partiti, associazioni, sindacati, categorie sociali, stampa, promotori culturali, si è svolto il Primo Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, circolo di Molfetta. Alla presenza del Segretario Provinciale Lorenzo Cipriani e del Presidente pro-tempore del Congresso Tommaso Minervini, abbiamo assistito a numerosi quanto appassionati interventi durante il dibattito che si è sviluppato, utili nella definizione delle linee guida che il partito neo costituito dovrà seguire nel prosieguo della propria attività all'interno della città.
La relazione introduttiva ha offerto spunti di riflessione circa l'analisi del contesto politico in cui SEL è chiamata a operare, dando anche conto dell'attività svolta nell'ultimo anno dal Coordinamento uscente retto da Francesco Azzollini, Domi Bufi, Francesca La Forgia, Silvio Salvemini. Un anno in cui il partito a Molfetta ha fortemente voluto tessere la trama delle relazioni tra le numerose realtà facenti capo al centrosinistra cittadino, a partire dalle forze politiche più prossime quali PD e Rifondazione Comunista-FdS, sì da ricostruire quel campo di forze la cui base determinerà un progetto futuro di alternativa per Molfetta.
Un impegno che ha portato importanti risultati sul piano della compattezza e dell'incisività di azione delle forze di opposizione all'attuale Amministrazione guidata dal Sindaco Azzollini, tuttavia dalla base degli iscritti si è levata forte la richiesta di un cambio di passo nella costruzione di un progetto e un programma di governo alternativo al centrodestra. Riprendere in contatti con le categorie sociali e produttive, ascoltare le esigenze dei vari quartieri, intrecciare forme di cittadinanza attiva, coinvolgere nuovi soggetti nell'alleanza politica in grado di competere alle prossime amministrative, individuare con l'ausilio della libera espressione di cittadini mediante lo strumento delle primarie una personalità forte in grado di interpretare al meglio le istanze del cambiamento, sono le direttrici che SEL intende attuare a Molfetta.
A conclusione del dibattito l'assemblea degli iscritti, oltre all'approvazione del documento politico, si è data una struttura eleggendo i propri gruppi dirigenti: presidente di circolo Nunzio Fiorentini, segretario Silvio Salvemini, vice Segretario Giuseppe De Cesare, tesoriere Angela Amato e un Direttivo composto da 27 personalità quali: Cristoforo Abbattista, Angela Amato, Antonio Amato, Francesco Azzollini, Mauro Brattoli, Domi Bufi, Luigi Cataldo, Ignazio Cirillo, Pietro Cubeddu, Vitantonio De Candia, Giuseppe De Cesare, Mauro De Robertis, Giuseppe Filannino, Nunzio Fiorentini, Giuseppe Gadaleta, Annalisa Gadaleta, Francesca La Forgia, Tommaso Lioce, Gaetano Magarelli, Leonardo Minervini, Tommaso Minervini, Mimmo Papagna, Pasqua Paparella, Nicola Piergiovanni, Silvio Salvemini, Sergio Sasso, Leonardo Siragusa.
Durante i lavori sono state raccolte le firme per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale Calderoli (il cosiddetto "Porcellum") che impedisce agli elettori la scelta dei propri candidati; raccolta firme che proseguirà in questi giorni presso la nostra sede, in p.zza Paradiso 22, fino alla fine di settembre.
Ringraziamo sentitamente tutti coloro i quali hanno voluto prendere parte al nostro Congresso, testimoniando in tal modo l'attenzione e le aspettative che in tanti ripongono verso la nostra realtà. Li esortiamo a mantenere vivo il dialogo e il confronto lungo il nostro cammino.
Cogliamo inoltre l'occasione per ricordare l'appuntamento di domenica 18 settembre, ore 11 in via Giovinazzo: «PUGLIA IN BICI 2011 – Per un movimento sostenibile» tra le cui tappe vi sarà anche Molfetta. L'idea nasce dalla volontà di promuovere il movimento sostenibile attraverso un’iniziativa simbolica di uno o più ciclisti che nel giro di alcuni giorni, copra tutte le province pugliesi per dimostrare la possibilità di potersi muovere sul nostro territorio non solo con i mezzi motorizzati ma anche con sistemi alternativi.

 
 
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Una patria è un composto di parecchie famiglie; e siccome di solito si sostiene la propria famiglia, per amor proprio e quando non ci sia un forte interesse contrario, così per la stessa qualità d'amor proprio sosteniamo la nostra città o il nostro paesello, che noi chiamiamo la nostra patria. Più questa patria ingrandisce, e meno la amiamo, perché l'amore troppo suddiviso s'indebolisce: è impossibile amare con gran tenerezza una famiglia troppo numerosa, che non riusciamo nemmeno a conoscere. L'uomo che arde dall'ambizione di diventare edile, tribuno, pretore, console, dittatore, crede di amare la patria, ma ama soltanto se stesso. Ciascun uomo vuol essere sicuro di poter dormire in pace a casa sua senza che un altro si arroghi il potere di mandarlo a dormire altrove; ciascuno vuol essere sicuro dei suoi beni e della sua vita; e siccome tutti formulano così gli stessi desideri, l'assieme di questi interessi particolari diventa l'interesse generale: quando facciamo voti per la repubblica, in realtà facciamo voti per noi stessi. E' impossibile che ci sia sulla terra uno Stato che da principio non si sia governato a repubblica: è lo sviluppo naturale della natura umana. Alcune famiglie hanno incominciato col mettersi insieme, per difendersi dagli orsi e dai lupi; e quella che aveva più grano ne ha dato in cambio a quella che aveva più legna.........Ora, è meglio vivere in una patria ordinata a monarchia o in una repubblica? Sono secoli che si discute su questo punto. Se domandate ai ricchi, essi preferiscono tutti una repubblica aristocratica; se interrogate i poveri, vogliono la democrazia. A preferire la monarchia ci sono soltanto i re. Ma in verità, la ragion vera è, come è stato detto più volte, che gli uomini assai di rado son degni di governarsi da sé. E' triste che spesso per essere buon patriota bisogna diventare nemico del resto degli uomini. Essere buon patriota significa augurarsi che la propria città si arricchisca col commercio e diventi potente con le armi. Ora è chiaro che un paese non può guadagnare se un altro non perde, e che non può vincere senza fare degli infelici. Tale è dunque la condizione umana: che augurarsi la grandezza del proprio paese sia augurare il male dei propri vicini. Un uomo che preferisse che la sua patria non fosse mai né più grande né più piccola, né più ricca né più povera, sarebbe un cittadino del mondo.

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