MOLFETTA - Si potrebbero giocare i numeri al lotto con i vari sondaggi sulle primarie nazionali, specie dopo il dibattito dei cinque candidati del centrosinistra su Sky TG 24. A Molfetta, come in Puglia, Sinistra Ecologia e Libertà chiama la cittadinanza a votare per Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia, come accaduto in un incontro di SEL Molfetta alla sala stampa di Palazzo Giovene.
Un brevissimo passaggio sull’“uragano Sandy” in salsa molfettese, la candidatura politica dell’avv. Giovanni Abbattista, ex segretario politico del PD, alle primarie del centrosinistra locale. L’incontro, realizzato in poco tempo e senza grande pubblicità, è stato indirizzato essenzialmente alla stampa: in senso opposto alla politica grillina, la coalizione del centrosinistra e, in particolar modo SEL, riconosce il potere della stampa allo scopo di muovere «la gente, indifferente e addormentata» verso le primarie.
«Siamo rimasti col fiato in gola da quando Vendola ha sospeso la sua candidatura - ha esordito Silvio Salvemini, segretario del SEL Molfetta - ma non appena ci siamo liberati dall’ombra della accusa, la sua campagna elettorale è ripartita con grande slancio, guadagnando circa 7 punti in più, arrivando a circa il 12%».
La rete internet ne è testimone: i sostenitori del presidente della Regione Puglia si fanno sentire. Eppure secondo un instant poll condotto dall'istituto Quorum in collaborazione con Repubblica.it, dopo la recente apparizione televisiva de “i Fantastici cinque” (così come sono stati ribattezzati i candidati alle primarie del centrosinistra nazionale), sarebbe solo secondo a Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, in sostanziale pareggio (32%). Solo numeri questi, la realtà si conoscerà solo dopo il giorno 25.
Per questo i rappresentanti locali del SEL hanno rivolto il loro invito alla cittadinanza per ricordarle di essere protagonista nelle vicende politiche e nella scelta del futuro candidato alle politiche. Il partito vendoliano cerca man forte dall’intera Puglia e anche da Molfetta, per portare in alto il nome del «ragazzo di Terlizzi» che, numeri alla mano, ha fatto della Puglia la cartina di tornasole del Sud con un aumento del PIL di mezzo punto, a differenza delle altre regioni meridionali.
«C’è bisogno di preparare una fase nuova», secondo Tommaso Minervini. Nonostante i numeri da circo del panorama politico molfettese, Minervini mantiene fede all’intento della coalizione del centrosinistra molfettese di coinvolgere quanti, all’interno della città, hanno espresso attivismo e impegno civico.
Rapida, ma intensa è l’analisi della situazione italiana da parte di Minervini, secondo cui Monti è ancora vincolato alla vecchia politica e governa in base alle prescrizioni del Fiscal Compact, quella macelleria sociale votata dall’intero Parlamento che blocca le politiche di crescita del Paese. Infatti, nonostante i grandi sacrifici, continua a crescere il debito pubblico italiano, sfiorando i 2mila miliardi di euro, con 2,47 milioni di disoccupati e 3 milioni di precari: numeri da paura. Perciò, «è necessario fondare una nuova politica culturale e sociale, partendo dall’industria».
Minervini si è soffermato anche su alcuni punti del programma vendoliano, non concretizzati, però, nell’orizzonte politico di Molfetta. Dal commercio e dalla mobilità internazionale alle energie rinnovabili e sostenibili, dal sostegno alla formazione dei giovani e dalla cultura all’agricoltura: gran numero di parole investite per una situazione indecente e da cambiare. Secondo l’OCSE, l’Italia è al 31esimo posto (su 32) per gli investimenti nella scuola, con solo il 9% della spesa pubblica destinata all’istruzione (contro il 13% delle altre nazioni). Anche l’investimento nella cultura è fanalino di coda in Italia (0,39% di investimenti di bilancio). Nelle carceri, invece, s’investe circa l’1%.
«Le primarie o determinano un processo di mobilitazione di energie, idee e progetti o sono un’inutile parata - ha continuato Minervini -. Non possono essere una conta di apparati, una gara tra schieramenti, sostituzione di un leader con un altro, ma interlocuzione coi cittadini». Forte la chiamata alle “armi” per i giovani, anche se è strano sentirla da politici pluridecennali. «Non ci si deve accontentare di un voto di protesta, magari votando Grillo».
I grandi numeri della politica sono tutti qui: fino alle elezioni del 2013 si potranno giocare in schedina. Tanti sono stati i numeri lanciati in questo incontro, ma nessuno ha toccato con decisione la realtà molfettese. Alla fine, di fronte al peggioramento della situazione italiana e locale, potrebbero essere i liberi cittadini a dare i numeri.
Tommaso Minervini ha, però, deluso le attese dei presenti (in gran parte attivisti di SEL) non parlando di Molfetta e dei temi locali, né della sua partecipazione o meno alle primarie del centrosinistra: segno di grande incertezza e attesa per capire le azioni degli altri partiti di coalizione.
Contrariamente ai “fantastici cinque”, che hanno dimostrato come il centrosinistra discuta e si confronti, ma su molti punti del programma gli stessi candidati concordino, a livello locale si registra una profonda delusione da parte della cittadinanza.
Chi si propone come leader di una formazione politica deve essere più trasparente e non dare l’impressione di continuare i giochi della vecchia politica che i cittadini hanno bocciato. Insomma, non è una buona prospettiva per il centrosinistra: maggiore chiarezza gioverebbe a tutti e, soprattutto, ai cittadini elettori che da questo comportamento percepiscono incertezza e divisioni in chi si propone come alternativa di governo.
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