Scandalo del porto di Molfetta. Il gip della Procura di Trani: l'ing. Balducci commise i reati per paura dell'ex sindaco Azzollini
Il timore di perdere l'incarico e gli incentivi economici determinante nell'assecondare i desideri del senatore del Pdl. Sul prossimo numero della rivista “Quindici” altri particolari sulla presunta truffa da 150 milioni di euro
MOLFETTA - Mentre si attendono le decisioni del gip del Tribunale di Trani sulle intercettazioni dell’ex sindaco Pdl di Molfetta sen. Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato, sulla presunta truffa da 150 milioni dei lavori del nuovo porto commerciale (Operazione D’Artagnan), vengono fuori (le ha pubblicate La Gazzetta del Mezzogiorno) le motivazioni della scarcerazione dai domiciliari dell’ing. Enzo Balducci (nella foto di archivio da sinistra: Balducci con l'ex sindaco Azzollini e l'ing. Loliva della Cmc), sospeso per 60 giorni dai pubblici uffici e che avrebbe vuotato, attribuendo tutta la responsabilità ad Azzollini per evitare più gravi conseguenze.
Nel lungo interrogatorio di quasi 9 ore, il responsabile unico del procedimento del porto avrebbe evidenziato una sorta di pressione psicologica subita da parte di Azzollini: «la pavidità del Balducci lo portò a commettere i reati per assecondare “i desideri” del sindaco».
La cosa sarebbe anche stata giustificata con una sorta di vulnerabilità economica del Balducci: «l’interrogatorio di Balducci – sostiene il gip Zecchillo - ha inequivocabilmente dimostrato (perché, tra l’altro, confessato dall’indagato) che le molteplici illegittimità/illiceità consumate gli furono imposte dall’allora sindaco Azzollini; e che se Balducci non si fosse piegato alle imposizioni del sindaco avrebbe subito la revoca dell’incarico e, aggiungiamo noi – dice sempre il gip – anche la perdita di più appetibili incentivi rivenienti da quel particolare incarico. Possiamo discettare quanto vogliamo su questi due aspetti, sta di fatto che la pavidità del Balducci lo portò a commettere dei reati per assecondare “i desiderata” del sindaco. E ci riferiamo in particolare alle illegittime nonché illecite, in quanto ideologicamente false, validazioni dei progetti e alle illegittime nonché illecite varianti in corso d’opera, per non parlare dell’illegittima nonché illecita stipulazione della transazione da 7milioni e 800mila euro. Tutte condotte cementate da un unico scopo: impedire la sospensione o comunque l’interruzione dei lavori di costruzione del nuovo porto stante l’incantierabilità del progetto dovuta alla presenza di ordigni bellici sui fondali interessati all’edificazione. Di questo era pienamente consapevole Balducci, il quale ad esempio mai avrebbe dovuto validare un progetto allo stato degli atti ineseguibile, e per questo non finanziabile dallo Stato. E’ in questa logica di voluta e cosciente sciatteria amministrativa penalmente rilevante – conclude il gip dott. Zecchillo -, che si inseriscono le condotte delittuose rivenienti dalla falsificazione del verbale di collaudo e di quella relativa alla scheda allegata alla nota del 21 novembre 2011 trasmessa al Ministero dell’Interno a riscontro della richiesta di indicazione di alcuni elementi necessari per l’erogazione di altre somme di danaro per finanziare la costruzione del nuovo porto».
Sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” in preparazione in questi giorni e in edicola alla fine della prossima settimana, altri particolari sulla vicenda della presunta truffa del porto e sui possibili risvolti economici negativi anche per i cittadini di Molfetta.