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Sanità, Forza Italia attacca la politica del centrosinistra alla Regione  
15 luglio 2007

Forza Italia vuol apparire come paladina della salute in Puglia? Sembrerebbe di sì a giudicare dall'impeto e dalla foga con cui la spinosa questione, che ben si presta, sempre e comunque, ad analisi e dibattiti di ogni sorta, è stata presentata e trattata a Molfetta, per la seconda volta nel giro di alcuni mesi, dalla sezione locale del partito, in un convegno dal titolo “La sanità in Puglia: cosa cambia per il cittadino” tenutosi nella sala Beniamino Finocchiaro presso la Fabbrica S . Domenico. L'incontro, che ha visto anche la partecipazione del sindaco sen. Antonio Azzollini e durante il quale sono stati discussi e valutati, in un'ottica apertamente politica e partitica, solo alcuni dei punti chiave del problema, e cioè quelli che fanno maggiormente leva sui bisogni dei cittadini (molti credono che sanità voglia dire solo ed unicamente “ospedale”), al fine di ottenerne applausi e consensi, è stato seguito da un folto pubblico composto da operatori e dirigenti sanitari, forze politiche e sindacali, ma anche da gente comune di ogni età come studenti, pensionati, lavoratori, che rappresentano, oggi come ieri, la parte lesa di un sistema sanitario ancora approssimativo, confuso, illeggibile ma anche sfilacciato e disorganico. A ben poco serve rattopparlo e ricucirlo ogni tanto qua e là se non si hanno presenti i vari elementi di varia natura che hanno determinato e configurato certe situazioni locali di strutture, presidi e servizi, stratificate ed appesantite da anni e amministrazioni diversi, occultate da silenzi che non di rado hanno coperto gestioni facili o fin troppo difficili. Proprio di “silenzio assordante” del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sul tema della sanità ha parlato il segretario di Forza Italia, Nicola Camporeale nella parte introduttiva prima di analizzare il difficile e faticoso rapporto che ha sempre contraddistinto l'ospedale cittadino e le varie giunte regionali a partire da quella di Di Staso, definita “paralizzante”, passando per Raffaele Fitto, ritenuto più “razionale” nonostante gli accorpamenti dei vari reparti, fino ad arrivare a quella attuale, considerata “avida” dai forzisti locali, perché, dopo il grosso clamore iniziale basato proprio sull'uso della questione sanitaria a fini elettorali, si è limitata ad un controllo di gestione ferreo ed al mantenimento di uno status quo che non rompesse equilibri precari già esistenti malgrado il turbinio di dirigenti e amministratori. Il dott. Stanislao Caputo, medico di base, ha ribadito la varietà dei numerosi e contrastanti interessi in gioco (utenti che hanno bisogno di servizi, operatori che devono obbedire a direttive politiche, amministratori che devono far quadrare i conti, ecc.) e sottolineato come la tendenza dei cittadini all'ospedalizzazione per le patologie più banali e per la gratuità delle prestazioni, contrasti apertamente con l'idea del “rafforzamento di medicina del territorio” che vede proprio nell'ospedale un suo “concorrente”. Precarietà del personale, scarsezza di risorse, riduzione dei posti letto, abbattimento delle liste d'attesa, trattamento prioritario per le patologie più gravi, potenziamento del sistema informatico (alcuni reparti dell'ospedale non hanno il computer, altri sì ma non sono collegati alla rete) sono stati i temi toccati da Caputo che ha ricordato la battaglia di Forza Italia per l'abolizione del ticket e precisato che “rafforzare gli apparati non sempre vuol dire rafforzare l'efficienza” lì dove c'è una sanità che “non s'inventa ma si costruisce giorno per giorno”. Ha definito “miraggio Vendola” le aspettative create nei cittadini dalla nuova giunta due anni fa e puntato il dito sulla spesa farmaceutica il dott. Mauro Brattoli, medico di base ed ex assessore ai Servizi Sociali nella precedente giunta di centrodestra presieduta da Tommaso Minervini, che, ricordando come, a fronte di un'abolizione parziale dei ticket, sia stato fissato il 28/12/2006 il limite di alcuni medicinali giornalieri ed essenziali e stipulata una convenzione con la guardia di Finanza per un'azione di controllo più incisiva, ha chiesto anche dove sia la commissione specifica che doveva ridurre le liste d'attesa, perché è così improponibile la competizione tra pubblico e privato e perché ancora non si assume altro personale all'Ufficio Invalidi Civili, dove, pur essendosi notevolmente ridotti i tempi per le visite, non si è in grado di svolgere e portare a termine le pratiche per mancanza di impiegati. Nel ricordare l'istituzione della nuova mega ASL che vede diventare l'ospedale presidio di periferia, l'assessore comunale Pantaleo Petruzzella, delegato ai rapporti con la ASL, ha parlato di operazione “spalmadebiti” lì dove la politica occupazionale, per ragioni di bilancio, si basa ancora sul precariato e sulla legge sulla mobilità e continuano a mancare, per un'infinità di ragioni, i primari nei reparti, la comunicazione e l'informatizzazione, gli interlocutori ed i riferimenti politici, le condizioni e le basi per sviluppare e realizzare i concetti di medicina sportiva, scolastica, geriatria, oncologica, ecc. Nella percezione della sanità fondamentale è anche il ruolo del sindaco, Asl ed Arpa, secondo il dott. Ottavio Balducci, pediatra e consulente scientifico del “Progetto Città Sane” che ha ribadito l'esigenza di una maggiore integrazione tra il settore sociale e quello sanitario ed illustrato, tra l'altro, le caratteristiche e le funzioni dei cosiddetti “piani sociali di zona” che molto potrebbero fare in questo senso.
Autore: Beatrice De Gennaro
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