Saldi: fine di un amore?
INCHIESTA - Bocciati gli sconti di fine stagione a Molfetta. I consumatori: prezzi alti e furbizie
Un po' come le ricorrenze natalizie i saldi di fine stagione sono da sempre a Molfetta uno di quegli eventi da segnare sul calendario. Anche quest'anno sembrava che ad allietare il post Befana dei commercianti molfettesi depressi da un anno di magra, ci avrebbero pensato gli sconti. L'inizio è stato promettente, in centinaia si sono riversati nei negozi allo start del 7 gennaio. Ma l'illusione di risanare i conti è durata poco. A parte i primi due tre giorni di frenesia, infatti, bastava fare due passi sabato pomeriggio per rendersi conto che la sindrome da sold out non ha colpito più di tanto gli svogliati acquirenti di città, a cui neanche il sacrificio domenicale dei venditori di casa nostra ha aperto il cuore.
Le cause? Un mix di mancanza di soldi e poca fiducia nella corsa all'acquisto scontato.
“Saldi o no i prezzi sono sempre troppo alti” è l'affermazione più ricorrente. Come testimoniano anche diverse lettere indirizzate al nostro giornale (l'ultima da noi pubblicata proprio il novembre scorso) secondo i molfettesi il settore abbigliamento sarebbe stato uno dei più sensibili all'inflazione post euro.
“Se i prezzi sono raddoppiati, la convenienza non c'è nemmeno con i saldi… ammesso che i saldi siano veri”, è questa l'opinione di molti dei consumatori che abbiamo ascoltato. Pare infatti che i commercianti della nostra città, già più volte sotto accusa per il loro presunto innalzamento dei prezzi, non si comporterebbero con il massimo della correttezza durante le svendite di fine stagione.
Del resto già con i saldi estivi di luglio proprio noi di “Quindici” vi avevamo documentato una “truffarella” da parte di un negozio che gonfiava sui targhettini i prezzi pieni annullando nella sostanza lo sconto (vedi numero di luglio, pag. 16). Bene, anche se questa volta non è documentabile, c'è chi giura che la prassi è ancora molto utilizzata su diversi prodotti e in molti negozi.
Un'altra critica degli attenti consumatori di casa nostra si rivolge alla scarsezza di prodotti di qualità nei negozi, che molti considerano frutto di una precisa strategia di vendita. C'è chi arriva addirittura a sostenere che ci siano magazzini segreti pieni di roba vecchia pronta ad essere tirata fuori in periodo di saldi. E se l'idea di magazzini nascosti stile carboneria ci sembra esagerata, basta un osservatore attento per notare che in diversi negozi, fino a pochi giorni prima dei saldi, la merce, perlomeno quella esposta in vetrina, era diversa.
Sulla qualità però non ci si può esprimere con oggettività. Spesso poi, e questo è un dato di fatto, i prodotti più appetibili sia per prezzo che per qualità si rivelano specchietti per le allodole, poiché una volta dentro si trovano solo le taglie di fine serie.
Quindi saldi convenienti solo per mezze tacche e grandi taglie? Non è del tutto vero, basta metterci un po' d'attenzione e, perché no, avere anche un po' di fortuna. Ciò che di sicuro è vero, è che il numero di persone che decidono di aspettare i saldi per fare un acquisto, convinti di guadagnarci, si è ridotto rispetto agli anni precedenti. Sembra che il clima di sospetto a seguito dei rincari post euro si sia inevitabilmente allargato ai saldi (peraltro giornalmente demonizzati anche dalle varie guide agli acquisti televisive) incrinando ancor di più il solido amore tra i molfettesi e l'abbigliamento.
Sono finiti i tempi in cui nella “città delle belle donne” si rinunciava a un pasto pur di avere la scarpa firmata? Troppo presto per dirlo. A pensarci bene però non sarebbe poi così male.
Fabrizio Fusaro