Rotary, il sistema creditizio a sostegno delle imprese del Sud
Aggravata la già fragile struttura fi - nanziaria delle imprese meridionali dall’attuale congiuntura economica. Accentuato il divario economico tra Mezzogiorno e Centro-Nord in materia di credito. Tematiche del forum «Il sistema creditizio a sostegno dell’imprenditoria meridionale», organizzato dal Distretto 2120 (Puglia e Basilicata) della Fondazione Rotary International. Credito e stabilizzazione delle banche. Educato il risparmiatore-investitore dalla crisi fi nanziaria, «si è compreso che non è possibile immaginare un maggiore rendimento che non sia accompagnato da un maggiore rischio», secondo l’avv. Augusto Dell’Erba, presidente del comitato promotore della Banca del Sud. Per evitare il rischio di liquidità delle banche, «gli Stati hanno stampato una grande quantità di denaro - ha chiarito l’avv. Dell’Erba - per fi nanziare nuove attività d’impresa e pagare le cambiali in scadenza delle banche». Aumentata la liquidità, è stata riattivata la macchina dell’infl azione. Per frenarne la crescita, ad aprile saliranno i tassi bancari con l’aumento dei mutui: un danno per la collettività. «La banca concede un credito in base al suo patrimonio e per rilasciare i prestiti si serve dell’indice di solvibilità, che normalmente è dell’8% - la spiegazione Dell’Erba - dunque, una banca può rilasciare prestiti per 12,50 euro per ogni euro di patrimonio». Il patrimonio, debito della banca, dev’essere redditizio. «Da qualche tempo le banche hanno grandi diffi coltà a incrementare le voci patrimoniali, perché i titoli non sono più elaborati come in passato - ha continuato Dell’Erba - Mario Draghi (governatore della Banca d’Italia, ndr) consiglia di sottoscrivere nuove quote capitali mentre ci sono delle perdite». Imposti vincoli ferrei dall’accordo «Basilea 3» per frenare le attività di rischio e garantire il rimborso dei depositi privati, che altrimenti ricadrebbe sulla collettività. Solo la stabilizzazione del sistema può assicurare nel tempo vantaggi strutturali, ma parametri ristretti dell’accordo dovrebbero discriminare dal credito le Pmi (piccole e medie imprese): il patrimonio bancario non cresce e il credito è concesso dove è più probabile il rimborso. Criticità dell’imprenditoria meridionale. Sosterrà la crescita delle Pmi meridionali il credito governativo, ha spiegato il dott. Riccardo Marollo, consigliere nazionale del «Comitato Mezzogiorno di Confi ndustria», mentre la sospensione dei debiti per 190mila Pmi (quasi 56miliardi di euro) e la possibilità di ottenere dalle banche un fi nanziamento proporzionale ne incentivano la capitalizzazione. Responsabilità per gli imprenditori, di fronte alla debolezza del sistema economico produttivo del Meridione (Pil procapite pari al 58% del Centro-Nord, tasso di occupazione al 46 % rispetto al 64% nel Centro- Nord, assenza della grande impresa). «Devono sostenere il peso della mancanza di liquidità nelle proprie imprese e tener fede al vincolo sociale e territoriale - ha continuato il dott. Marollo - perciò dobbiamo aff rontare e risolvere i problemi strutturali che vincolano le risorse e ostacolano progettualità e investimenti». «Il governo ha risposto con un Piano per il Sud che stanzia 100miliardi di euro», ha aggiunto il dott. Marollo, ricordando i tre obiettivi strategici (infrastruttura-ambiente, competenzeistituzioni, innovazione-ricerca-competitività) che regolamentano l’imprenditoria meridionale e ne sostengono il lavoro. Di cosa hanno bisogno le imprese per operare ed essere competitive sul mercato? Un contesto favorevole allo sviluppo, la reintroduzione del credito di imposta per la nuova occupazione e gli investimenti produttivi, un piano straordinario di lotta al lavoro sommerso, un confronto stabile tra Governo e Regione, la concentrazione delle risorse verso grandi progetti: la ricetta del «Comitato Mezzogiorno di Confi ndustria». Accesso al credito, cosa dicono le imprese. «Modifi cato l’accesso al credito negli ultimi anni», per Alessandro Porta, direttore generale del calzaturifi cio Jeannot di Molfetta, perché «le banche hanno imposto dei paletti secondo l’accordo Basilea 3», a tal punto che «non c’è più equilibrio tra banche e imprese, si valutano solo numeri e potenzialità sul mercato, piuttosto che idee e persone, e gli imprenditori sottocapitalizzano le loro imprese». Cresciute le diffi coltà di competizione sul mercato, è necessario diversifi care la produzione e qualifi care il prodotto, l’idea di Biagio Stragapede, presidente della Cooperativa Cantina sociale Crifo di Ruvo. Bisogna puntare sulle potenzialità delle imprese del Sud e sull’aggregazione imprenditoriale, se «spesso facciamo poca promozione ai nostri prodotti», oltre a garantire la sicurezza delle produzioni di fronte alla concorrenzialità dei prodotti esteri, alla prassi del sottoscala e al riciclaggio di denaro sporco. «Le banche devono credere di più nelle idee e nelle Pmi», la richiesta dell’imprenditore Luca Fachechi, direttore di una Pmi Lucana che commercializza il dispositivo personale «Imemo » per le memorizzazioni di password, siti, e-mail, ecc. L’idea nasce nel 2006 con il bando «Spin Off », ma «per ottenere una fi deiussione abbiamo aspettato otto mesi - ha raccontato - la banca non ha creduto nel nostro progetto, che oggi ha un riscontro positivo sul mercato, nonostante il prodotto sia stato immesso da un anno». Infatti, il 26% delle Pmi che si sono rivolte alle banche per un credito hanno ottenuto o un mporto inferiore rispetto quello richiesto o rifi uto. La «Banca per il Mezzogiorno». Banca di secondo livello, senza sportelli, la «Banca per il Mezzogiorno» si munisce di fondi pubblici come strumento di garanzia per la banca sul territorio, che dispone la liquidità e opera in assorbimento patrimoniale attenuato. Garantisce la fi scalità di favore e l’accesso di liquidità a basso costo perché le emissioni delle obbligazioni ricevono una garanzia a costo Stato. «Privilegiando le imprese più meritevoli, principalmente quelle indirizzate verso i giovani, questa banca può recuperare il potenziale di sviluppo delle Pmi meridionali», ha spiegato il dott. Marollo, che ha rilevato una depressione sull’accesso al credito delle imprese meridionali, colpite dall’aumento del divario tra la possibilità operativa e funzionale delle banche, i cui centri decisionali si concentrano nel Centro Nord. Preoccupazione per l’impatto negativo sul grado d’innovazione degli investimenti produttivi, «che non deve frenare il cambiamento del sistema bancario meridionale - ha aggiunto - ma premere per completare l’evoluzione verso una banca più effi ciente che consideri off erta e domanda del credito». I rischi della Banca del Mezzogiorno. «Creare un carrozzone come la Cassa del Mezzogiorno », il pericolo di questa Banca del Mezzogiorno, ha sottolineato il moderatore del forum Felice de Sanctis, giornalista economico della Gazzetta del Mezzogiorno e direttore della rivista Quindici. Possibilità di scivolare nelle ineffi cienze del passato con la privatizzazione dei profi tti, la socializzazione delle perdite e l’ingerenza dello Stato attraverso Poste Italiane, uno dei soggetti operativi della Banca del Mezzogiorno. Fitto pregiudizio, per l’avv. Dell’Erba. «Lo Stato ci mette 5milioni di euro da restituire in 5 anni, se fossero persi non sarebbe scandaloso nel complesso delle perdite statali - ha spiegato - la scelta su Poste è ricaduta per la capillarità del sistema, ha dichiarato il ministro Tremonti, e non saprei dire se sotto c’è un loro uso malizioso per consentire l’ingresso dello Stato nel sistema bancario».
Autore: Marcello la Forgia